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Sto caricando le informazioni... Non lasciarmi (2005)di Kazuo Ishiguro
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Tre bambini crescono insieme in un collegio immerso nel verde della campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani. La loro vita verrà accompagnata dalla musica dei sentimenti: l'amicizia e l'amore come uniche armi contro un mondo che nasconde egoismo e crudeltà. Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d'amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia a rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata su questa terra. È uno di quei rari libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento o cannocchiali: facendogli percepire in modo dolorosamente intenso e vicino la fragilità, la provvisorietà, la finitezza della vita, di qualunque vita. Un libro che ti parla sottovoce e forse per questo, o forse perché mi son congeniali, i due temi che qui si intrecciano mi sono entrati dentro, nel profondo. Io ci ho visto il racconto di un processo di crescita, di scoperta della realtà, di una giovane donna, e di una “generazione” di bambini e poi ragazzi e poi giovani molto particolari. Il tema che prende il volo nella seconda parte è indubbiamente quello principale, e il modo anti-epico in cui è raccontato lo rende non solo più agghiacciante, ma anche più comprensibile. Si può leggere come si vuole, ma per me è stato metafora della condizione umana, oltre che di una particolare – umanissima – condizione, se vogliamo interpretarlo in maniera realistica. Ma, in parallelo, già nella prima parte si sviluppa, e poi evolve per tutto il romanzo, un tema affascinante. Un vero e proprio “romanzo di formazione” – particolare perché di una ragazza – ed è straordinario che le dia voce un uomo, ma l’autore è un maestro dell’immedesimazione. La protagonista priva di furbizia, e la sua presa di coscienza lenta e incredula, prima che di quanto la riguarda come membro di un gruppo, della realtà che si nasconde dietro i rapporti più cari. Un ritratto che ho trovato molto vero, e appassionante come un romanzo nel romanzo: e anche questo aspetto colpisce per la scrittura, contenuta e sommessa, permeata di stupore dolente non di collera e rivalsa. Sul filo della letteratura fantascientifica, il romanzo racconta di un "non luogo", una scuola - Halisham- estraneo al mondo dove vengono cresciuti cloni destinati ad essere utilizzati come donatori di organi. Ragazzi e ragazze coltivano amicizie, amori e sogni perchè hanno un'anima malgrado il loro destino. "Non lasciarmi" è il ritornello di una canzone cantata da Kath, la voce narrante ed è anche la preghiera inascoltata di chi chiede un legame saldo, di chi programmato per uno scopo è destinato a non invecchiare e vorrebbe invece compiutezza. Come tutte le opere di Ishiguro, anche in questo romanzo il tema è la solitudine e la condanna all'effimero.
Ishiguro is extremely good at recreating the special, oppressive atmosphere of school (and any other institution, for that matter)—the cliques that form, the covert rivalries, the obsessive concern with who sat next to whom, who was seen talking to whom, who is in favor at one moment and who is not. The eeriest feature of this alien world is how familiar it feels. It's like a stripped-down, haiku vision of children everywhere, fending off the chaos of existence by inventing their own rules. "Never Let Me Go" is marred by a slapdash, explanatory ending that recalls the stilted, tie-up-all-the loose-ends conclusion of Hitchcock's "Psycho." The remainder of the book, however, is a Gothic tour de force that showcases the same gifts that made Mr. Ishiguro's 1989 novel, "The Remains of the Day," such a cogent performance. This extraordinary and, in the end, rather frighteningly clever novel isn't about cloning, or being a clone, at all. It's about why we don't explode, why we don't just wake up one day and go sobbing and crying down the street, kicking everything to pieces out of the raw, infuriating, completely personal sense of our lives never having been what they could have been. Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inHa l'adattamentoHa come guida di riferimento/manualeHa uno studioHa come guida per lo studente
Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla pi©ð tenera et© nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un'autorit© superiore nascosta, sar© accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall'intimit© pi©ð calda al distacco pi©ð violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sar© di loro in futuro? Che cosa significano le parole ℗±donatore℗ e ℗±assistente℗ ? E perch©♭ i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono cos©Ư importanti? Non lasciarmi ©· prima di tutto una grande storia d'amore. © anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia a rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. © uno di quei rari libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento: facendogli percepire in modo dolorosamente intenso la fragilit© e la finitezza di qualunque vita. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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![]() GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)823.914Literature English & Old English literatures English fiction Modern Period 1901-1999 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:![]()
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Le ambientazioni non potrebbero essere più dissimili, in uno avevamo l'Inghilterra conservatrice della prima metà del novecento mentre questo si svolge in una contemporaneità distopica in cui la clonazione umana è una realtà.
Eppure i punti in comune sono tanti: innanzitutto una scrittura avvincente, capace di tenerti incollato alle pagine; poi la grande introspezione psicologica, Ishiguro è un maestro nel tratteggiare personaggi realistici, fatti di fragilità e contraddizioni. Mi ha particolarmente colpito come questioni così universali quali la dignità umana e la degenerazione del progresso vengano affrontate in maniera intimista e quasi sommessa: il romanzo si concentra sul complesso rapporto fra i 3 protagonisti e non si fa portavoce di nessuna tesi, si limita a sottolineare la profonda umanità di creature artificiali, considerate solo un mezzo per un fine. Sta al lettore trarre le sue conclusioni.
Un altro tema ricorrente è quello delle occasioni perdute e della nostalgia verso un passato che nei ricordi diventa quasi mitico. Le similitudini però finiscono qui, perché nonostante i grandi pregi questo libro non è all'altezza di Quel che resta del giorno.
I problemi sono essenzialmente due: innanzitutto la storia manca di punti salienti, si limita a scorrere senza grossi colpi di scena e con un finale decisamente in anticlimax; in secondo luogo la narratrice/protagonista non suscita nessuna empatia: rispetto al maggiordomo Stevens è molto più affidabile ed analitica nelle sue memorie, ma proprio per questo risulta più distaccata, come se stesse compilando un verbale.
Ciononostante è un libro che consiglierei a chiunque e che ho letteralmente divorato: diciamo che dall'autore di uno dei miei libri preferiti mi aspettavo qualcosa in più, ma si tratta pur sempre di un romanzo originale e coinvolgente. (