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Sto caricando le informazioni... Noi (1922)di Yevgeny Zamyatin
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I don't read a lot of science fiction, but this one is a classic. Like Doctor Zhivago it was banned in Russia, smuggled out, and published in Europe. Zamyatin's book is a dystopian satire of life in Russia after the revolution. It is set 600 years in the future, in the land of One State, where the citizens are happy because they have no freedom. Where there is no freedom there is no crime. People live and work in glass buildings. There is no envy because everyone is equal, a cell in the collective organism of the One State. The narrator is D-503, a mathematician and the builder of the Integral. His life is mathematically predictable, and therefore happy, until he meets I-303, falls in love and discovers the remnants of a soul. Can they escape the repression of the One state? Zamyatin's book was the precursor of Brave New World and Nineteen Eighty-Four. It was first published in 1921, in the early years of the revolution. It is well worth reading, and not just because it is the first satire on totalitarianism. Zamyatin has a sense of humour and a lightness of touch. Apparently he had synaesthesia, so the book is swamped in colour, odour and texture. He eliminates unnecessary words by recruiting old words for new functions. When you read that a functionary's eyes "javelined", you know just what Zamyatin means. Highly recommended 4.5* Nell’ampio filone della letteratura distopica un posto importante è occupato da Noi, opera del 1921 dello scrittore russo Evgenij Zamjatin (1884-1937). Il contesto storico e sociale da cui emerge l’anti-utopia di Zamjatin è quello della dittatura stalinista, da lui trasposta in romanzo come un’organizzazione sociale in cui l’oppressione della libertà individuale agita dalla collettività spersonalizzata del “noi” giunge alla sua esasperazione tramite la totale negazione di ogni moto di libero pensiero. Zamjatin – che di formazione era ingegnere – riconduce la disciplina meccanica e priva di emozioni del regime che descrive niente meno che ai precetti di Frederick Winslow Taylor (1856-1915), facendo di Noi uno dei primi esempi di letteratura esplicitamente critica dei confronti dello Scientific Management e dunque dell’ideologia dell’organizzazione moderna del lavoro nel suo complesso. Uno dei passaggi chiave del romanzo contiene la descrizione, pubblicata sul “Giornale di Stato” che è organo del regime oppressivo, di un’operazione in grado di rendere felici eliminando il principale nemico della razionalità, cioè la fantasia: «La bellezza di un meccanismo sta nel suo ritmo incessante ed esatto, simile a quello di un pendolo. Ma voi, allevati fin dall’infanzia al sistema di Taylor, non siete forse diventati esatti come un pendolo? Il fatto è che: un meccanismo è privo di fantasia! […] La colpa non è vostra, siete afflitti da una malattia il cui nome è: fantasia. È un verme che solca la fronte di righe scure. È una febbre che vi spinge a correre sempre oltre, sebbene questo “oltre” inizi là, dove termina la felicità. È l’ultima barricata sulla via che conduce alla felicità. Ma rallegratevi: essa è già stata fatta saltare! La via è sgombra! L’ultima scoperta della Scienza di Stato è la sede della fantasia […]. Una volta che il suddetto plesso venga bombardato a tre riprese con i raggi x, la fantasia non vi affliggerà più. Per sempre! Sarete perfetti, equivarrete a delle macchine, la via che conduce al 100% della felicità è sgombra». Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inHa l'adattamentoÈ riassunto inHa ispiratoHa come guida per lo studente
© la fine del terzo millennio, l'umanit© vive in uno spazio ipermeccanicizzato e socialmente ipercontrollato, chiuso dalla Muraglia Verde. Gli individui non hanno pi©£ un nome, sono alfanumeri. Come D-503, ingegnere al lavoro sul progetto dell'Integrale, la nave spaziale destinata a esportare su altri pianeti il perfetto ordinamento politico dello Stato Unico, dove ogni attivit© ©· disciplinata, standardizzata e, soprattutto, visibile a chiunque: tutti gli edifici sono di vetro. © proprio D-503 a raccontare la vicenda della ribelle I-330 e del suo piano per dare inizio a una nuova rivoluzione. Scritto tra il 1919 e il 1921, prontamente censurato (uscito in inglese nel 1924, nel 1952 in russo ma a New York, e solo nel 1988 in URSS), "Noi" ©· il capostipite di tutte le distopie del Novecento, antesignano di "1984" di Orwell e del "Mondo nuovo" di Huxley. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)891.7342Literature Literature of other languages Literature of east Indo-European and Celtic languages Russian and East Slavic languages Russian fiction USSR 1917–1991 Early 20th century 1917–1945Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. Penguin AustraliaUna edizione di quest'opera è stata pubblicata da Penguin Australia. » Pagina di informazioni sull'editore Tantor MediaUna edizione di quest'opera è stata pubblicata da Tantor Media. |
The philosophy of the One State and its Benefactor is that happiness can only be achieved by absolute unanimity as though each individual is a cell of one body. The main character D 503 is chief builder of a rocket called the Integral, through which the Benefactor aims to spread his version of happiness to other planets, as the newspaper says: "YOU ARE CONFRONTING UNKNOWN CREATURES ON ALIEN PLANETS, WHO MAY STILL BE LIVING IN THE SAVAGE STATE OF FREEDOM, AND SUBJUGATING THEM TO THE BENEFICIAL YOKE OF REASON. IF THEY WON’T UNDERSTAND THAT WE BRING THEM MATHEMATICALLY INFALLIBLE HAPPINESS, IT WILL BE OUR DUTY TO FORCE THEM TO BE HAPPY. BUT BEFORE RESORTING TO ARMS, WE WILL EMPLOY THE WORD".
Eventually, the One State decides the only way to true uniform "happiness" is through a medical operation to excise the imagination from human brains, which seems to actually lead to the creation of machine conglomerations of people - though these chapters are very unclear and I found myself rather confused at what was going on for a sizable chunk of the book, which is why, despite its powerful overall message about the dangers of mindless collectivism, I don't think it is anywhere near as effective as a dystopian novel as is Orwell's 1984. ( )