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Il processo (1925)

di Franz Kafka

Altri autori: Trond Winje (Traduttore)

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20,373239227 (4.01)2 / 584
Josef K. condannato a morte per una colpa inesistente ©· vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di esistere. Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale ©· il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. ©· processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.… (altro)
  1. 223
    Lo straniero di Albert Camus (chrisharpe, DLSmithies)
    DLSmithies: Two protagonists on trial without really understanding what they're being accused of - it's just a question of degree.
  2. 191
    La metamorfosi di Franz Kafka (hpfilho)
  3. 140
    Labyrinths di Jorge Luis Borges (johnxlibris)
  4. 141
    Delitto e castigo di Fyodor Dostoevsky (SanctiSpiritus)
  5. 100
    Jorge Luis Borges A/Z di Jorge Luis Borges (YagamiLight)
  6. 50
    Invito a una decapitazione di Vladimir Nabokov (SCPeterson)
    SCPeterson: Nabokov's book parallels Kafka both in style and theme. According to his Forward, Nabokov had not read Kafka when he wrote this, but he grudgingly nods toward Kafka as a "kindred soul".
  7. 50
    La morte di Ivan Il'ic di Leo Tolstoy (SanctiSpiritus)
  8. 40
    Kafka: per cominciare di David Zane Mairowitz (hpfilho)
  9. 30
    Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler (chrisharpe)
  10. 30
    Il giocatore di Fyodor Dostoevsky (markusnenadovus)
  11. 30
    Aspettando Godot di Samuel Beckett (SandraArdnas)
    SandraArdnas: Both masterpieces of the absurd
  12. 20
    Kafka: per una letteratura minore di Gilles Deleuze (S_Meyerson)
  13. 20
    Vita e destino di Vasily Grossman (gust)
  14. 10
    Arancia meccanica di Anthony Burgess (aprille)
  15. 32
    I fratelli Karamazov di Fyodor Dostoevsky (markusnenadovus)
  16. 10
    Arrêtez-moi là ! di Iain Levison (Babou_wk)
    Babou_wk: Chronique d'une erreur judiciaire/policière.
  17. 00
    The Investigation di Philippe Claudel (jodocus)
  18. 00
    Un hombre al margen di Alexandre Postel (caflores)
  19. 00
    The Memorandum di Václav Havel (CGlanovsky)
    CGlanovsky: absurdist take on the workings of bureaucracy
  20. 00
    Casa Desolata di Charles Dickens (Osbaldistone)

(vedi tutti i 24 consigli)

1920s (23)
AP Lit (120)
Europe (96)
100 (32)
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1-5 di 8 (prossimo | mostra tutto)
Un libro che riletto alla mia età risulta essere un angoscioso processo alla vita. Mi chiedo se questa storia ha un significato autobiografico. Anche Kafka, come tutti del resto, in maniera conscia o inconscia, possiede un contatto con il proprio inconscio. E scusate il gioco di parole.

Questo suo eventuale contatto somiglia ad un corto circuito, una spettrale illuminazione sempre persistente. La sua fantasia riesce a proiettare in ombre vere, con un disegno sempre fermo e sicuro, un meccanismo di conflitti atroci e pre-umani. Nella sua controfigura Kafka vede in maniera perfetta la inconsistenza, la dappocaggine del suo male, ma non riesce ad uscirne, a liberarsene. Non ci riesce perchè la sua parte sana, la sua parte che vede, è altrettanto inconscia, un meccanismo che è tutt'uno con quelle emozioni irreali, angosciose che egli trascrive con perfetta lucidità.

Nel mattino del suo trentesimo compleanno, Josef K. impiegato di banca, viene messo sotto processo e non si sa perchè, nè da chi. Forse uno scherzo, pensa K, di qualche collega. Ma i suoi dubbi lo portano a pensare ad una macchinazione senza senso,
implacabile la quale assorbe i suoi pensieri e succhia tutte le sue energie.

Scopre nei suoi amici e conoscenti della vita reale una strana complicità. Un incidente fatto di scartoffie, trafile burocratiche, anticamere legali, un racconto fatto tutto come di cartapesta. A volte sembra che K esca dall'incubo, ma poi si scopre sfinito, rassegnato e finisce a morire giustiziato dai suoi carnefici in abito scuro. Esce dal castello della sua vita ...

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Il processo di Josef K. nel romanzo "Il Processo" di Franz Kafka può essere interpretato in diversi modi, ma in generale si ritiene che abbia un significato universale che va oltre il contesto storico e culturale specifico in cui il romanzo è stato scritto.

In particolare, il romanzo sembra suggerire una critica all'alienazione e all'oppressione dell'individuo nella società moderna, dove l'autorità e l'istituzionalizzazione sembrano avere il sopravvento sulla libertà e l'autodeterminazione dell'individuo. In questo senso, il romanzo può essere letto come un'avvertenza sulla perdita della dignità umana nella vita moderna.

Tuttavia, il romanzo può anche essere interpretato in modo più ampio come una meditazione sull'esistenza umana in generale, sulla natura dell'essere umano e sulla sua lotta per trovare un senso e un significato nella vita. In questo senso, il processo di Josef K. rappresenta una sorta di viaggio interiore, alla scoperta della propria identità e della propria natura umana. La lotta di Josef K. per venire a patti con il suo destino sembra riflettere la lotta universale dell'essere umano per trovare un senso e un significato nella vita.

In ogni caso, il romanzo di Kafka ha un significato universale che va oltre il contesto storico e culturale specifico in cui è stato scritto, e continua a suscitare riflessioni e interpretazioni diverse da parte dei lettori di tutto il mondo.

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E' possibile interpretare "Il Processo" di Franz Kafka come una sorta di processo metaforico alla vita stessa. Ecco alcuni spunti in questa direzione:

L'accusa senza colpa: Josef K., il protagonista, viene accusato di un reato indefinito, quasi come se la vita stessa lo mettesse sotto accusa senza una ragione precisa. Questo rimanda all'assurdità dell'esistenza umana.

Il tribunale oscuro: Il tribunale che giudica Josef K. è un'entità oscura, incomprensibile e inafferrabile, così come spesso la vita sembra dominata da forze misteriose e indifferenti.

L'impotenza dell'individuo: Di fronte al tribunale, Josef K. si sente impotente e incapace di difendersi, così come l'individuo spesso si sente impotente di fronte alle avversità della vita.

L'assenza di giustizia: Nonostante i suoi sforzi, Josef K. non riesce mai a ottenere giustizia o a comprendere le ragioni del suo processo, così come nella vita è difficile trovare un senso o una giustizia ultima.

La condanna finale: Alla fine del romanzo, Josef K. viene ucciso, quasi come se la vita stessa lo condannasse. Questo può simboleggiare il destino ultimo di ogni essere umano.

In questo senso, "Il Processo" può essere letto come una metafora dell'esistenza umana, un processo oscuro e assurdo a cui siamo sottoposti senza averne il controllo. L'opera di Kafka riflette la sua visione pessimistica della vita, dominata da forze incomprensibili e priva di un significato ultimo. ( )
  AntonioGallo | Sep 24, 2020 |
Nemmeno un cognome, basta un K., per il delirio di un uomo che imbatte nei meandri dello stato, quello con la esse minuscolo, quello fatto di meschini burocrati, macchina infernale che stritola ossa, nervi, muscoli, che ti porta alla garrota, dei delitti e delle pene random. Capolavoro assoluto della letteratura di sempre e di ogni dove, il processo è un libro di una densità e di un’attualità straordinari. Un dirigente di banca, il signor k per l’appunto, viene messo sotto accusa, inizia il processo, le ragioni non sono note, non serve conoscerle, vale, al solito, il principio di presunta consapevolezza dove i gangli infernali della psiche dell’imputato si uniscono a quelli della macchina pubblica. Tutto intorno la fangosa miseria dell’abbrutimento dell’uomo, composta da paure ed arbitri, la colazione rubata, le poco velate minacce che si sommano o si trasformano cin palesi estorsioni. La mortificazione dell’uomo, come individuo, si trasforma velocemente nella inesorabile condanna delle sovrastrutture che l’uomo costruisce per gestire la società. Il contrappeso della libertà dell’uomo non ha alcuna valenza rispetto alla violenza della collettività, invasa da una delirante ricerca di sovra sistemi che pensati nell’interesse collettivo ma applicati dall’uomo, ledono la dignità dei singoli. Ed anche le pantomime dei diversi protagonisti del libro, il giudice, l’avvocato ed ancor di più il suo cliente, annegato e soffocato nel ruolo di imputato, sono dei meravigliosi affreschi di un libro semplicemente maestoso. ( )
  grandeghi | Dec 12, 2013 |
Chi non si è mai sentito in colpa senza aver fatto in realtà niente di male? Ci sono situazioni in cui ti trattano da condannato e tu vorresti scagionarti, ma prima devi capire di che cosa ti si accusa. Insomma è come vivere in un incubo. Forse ci si sono trovati in tanti ma la versione che ci ha dato Kafka è unica e irripetibile.

A me piace citare un pezzo della parabola che il sacerdote racconta a Josef K. nel duomo.

Davanti alla Legge sta di guardia un custode. Un giorno, da questo custode arriva un uomo di campagna e lo prega di farlo entrare nella Legge. Ma il custode dice che per il momento non gli può consentire l'accesso. (...)

L'uomo di campagna non si aspettava tali difficoltà, la Legge deve essere accessibile a tutti, in ogni momento, pensa ma (...) decide che è meglio aspettare.

(...) siede lì per giorni e per anni. Fa molti tentativi per essere introdotto e stanca il custode con le sue preghiere.

(...) Non vivrà più a lungo, ormai. Prima della sua morte, tutte le esperienze di quel periodo si raccolgono nella sua testa in una domanda. (...)

"Tutti tendono alla Legge", dice l'uomo "come mai in tanti anni nessuno all'infuori di me ha chiesto accesso?" Il custode si accorge che l'uomo è ormai alla fine e per arrivare al suo udito che sta svanendo, gli urla: "Qui non poteva avere accesso nessun altro, perché questo ingresso era destinato solo a te. Adesso vado a chiuderlo".

Non in questa vita insomma si arriva alla verità assoluta, ma solo attraverso la morte. Chi vuole denunciare che la vita è un inganno e cerca ostinatamente la verità è colpevole, dovrà subire un processo ed essere condannato. Il castigo è la morte.

Quel che si dice una situazione kafkiana!
  lupita68 | Jul 16, 2012 |
Il processo, uscito postumo nel 1925, viene qui presentato in una traduzione condotta per la prima volta sull'edizione critica recentemente pubblicata in Germania da Piper Verlag. Josef K., condannato a morte per una colpa inesistente, è vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati, testimoni, soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di "esistere". Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. È processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.
Questo libro in verità non avrebbe mai dovuto arrivare alle mani dei lettori per volontà dello stesso Kafka. Ma il suo migliore amico intuì che sebbene l'opera fosse incompleta, essa rappresentava forse l'opera maggiore dello scrittore. Anche se la trama è molto frammentaria il libro risulta completo per la quantità enorme di significati nascosti e impressioni che riesce a comunicare. Nella trama si evince immediatamente la totale sfiducia di Kafka nella giustizia, nelle istituzioni, nei tribunali che sono rappresentate nel libro da gente corrotta, poco affidabile e a cui nulla importa della sorte degli altri individui, badando esclusivamente ai loro affari. Kafka ricorre a situazioni grottesche ai limiti dell'assurdo, probabilmente molti registi si sono serviti delle medesime tecniche nei loro film per rappresentare situazioni surreali come per esempio i sogni e gli incubi. Tali tecniche sono utili al lettore anche per comprendere il totale senso d'impotenza che piano piano prende forma nella mente del protagonista Joseph K (in cui probabilmente si riflette lo stesso Kafka). Una persona che dorme infatti non è cosciente di quanto avviene intorno a lei nè può fare nulla per intervenire e cambiare le cose. Tuttavia il protagonista non vuole rassegnarsi a questo dato di fatto e tenta di andare contro corrente, rifiutando l'aiuto delle varie strutture istituzionali offerte dalla società quali i tribunali e gli avvocati e sarà proprio questa sua ostinata decisione a determinarne la fine. Forse Kafka ha previsto quelle inquietitudini e quelle problematiche che avrebbero poi sconvolto Montale e Pirandello quali la massificazione della società, la sparizione dell'individuo singolo con la propria personalità, l'importanza di dover indossare una maschera e di uniformarsi per poter sopravvivere nella società moderna. Perciò è un libro che può essere letto in vari modi.
  Cerberoz | Mar 29, 2012 |
lento, costante, infido.... l'assurdo si impadronisce della vita del protagonista. Profondo messaggio che fa pensare.... diffidare dai "fastidi"! ( )
  Pensieri | Jul 3, 2008 |
Una mañana cualquiera, Josef K., joven empleado de un banco, se despierta en la pensión donde reside con la extraña visita de unos hombres que le comunican que está detenido -aunque por el momento seguirá libre-. Le informan de que se ha iniciado un proceso contra él, y le aseguran que conocerá los cargos a su debido tiempo. Así comienza una de las más memorables y enigmáticas pesadillas jamás escritas. Para el protagonista, Josef K., el proceso laberíntico en el que inesperadamente se ve inmerso supone una toma de conciencia de sí mismo, un despertar que le obliga a reflexionar sobre su propia existencia, sobre la pérdida de la inocencia y la aparición de la muerte. La lectura de El proceso produce cierto «horror vacui» pues nos sumerge en una existencia absurda, en el filo de la navaja entre la vida y la nada.
aggiunto da Pakoniet | modificaLecturalia, a
 

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Kafka, Franzautore primariotutte le edizioniconfermato
Winje, TrondTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Čermák, JosefTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Babuta, Subnivautore secondarioalcune edizioniconfermato
Banville, JohnIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Bragg, BillIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Branner, H.C.Traduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Brick, ScottNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Brod, MaxA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Butler, E. M.Traduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Cober, Alan E.Illustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Degas, RupertNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Ferrater, GabrielTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Fosshag, BengtIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Gabor, KarlheinzNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Guidall, GeorgeNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Hermsdorf, KlausPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Howard, GeoffreyNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Koch, Hans-GerdA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Kurpershoek, TheoProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Lambourne, NigelPhotogrammesautore secondarioalcune edizioniconfermato
Magris, ClaudioIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Martinell, IngegärdTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Mitchell, BreonTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Muir, EdwinTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Muir, WillaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Nahuys, Alice vanTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Oldenburg, PeterProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Parry, IdrisTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Parry, IdrisTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Raja, AnitaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Salter, GeorgeIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Sang, Augustautore secondarioalcune edizioniconfermato
Simojoki, AukustiTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Steiner, GeorgeIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Zampa, GiorgioTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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Someone must have been telling lies about Joseph K., for without having done anything wrong he was arrested one fine morning.
Someone must have slandered Josef K., for one morning, without having done anything wrong, he was arrested. (tr. Breon Mitchell)
Citazioni
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"The Court wants nothing from you. It receives you when you come and it dismisses you when you go."
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Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

Josef K. condannato a morte per una colpa inesistente ©· vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di esistere. Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale ©· il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. ©· processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.

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Descrizione del libro
A Josef K., un giovane impiegato di banca che conduce una tranquilla vita borghese, viene notificato di essere in arresto per una colpa misteriosa. Il giovane cerca di difendersi, ma non riesce neppure a sapere di che cosa precisamente venga accusato. Lenta ma inarrestabile, la macchina processuale invaderà a poco a poco tutta la sua esistenza finché, solo e abbandonato da tutti, Josef K. accetterà di soccombere. Scritto nel 1925, capolavoro della letteratura europea, Il processo è forse il romanzo di Kafka che meglio descrive l’angosciosa condizione dell’uomo in una società divenuta ormai troppo complessa, vissuta come un meccanismo implacabile e fine a se stesso, minacciosa e indifferente a qualsiasi autentico valore.
(piopas)
Riassunto haiku

Biblioteca di un personaggio famoso: Franz Kafka

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