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Sto caricando le informazioni... Il processo (1925)di Franz Kafka
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Nemmeno un cognome, basta un K., per il delirio di un uomo che imbatte nei meandri dello stato, quello con la esse minuscolo, quello fatto di meschini burocrati, macchina infernale che stritola ossa, nervi, muscoli, che ti porta alla garrota, dei delitti e delle pene random. Capolavoro assoluto della letteratura di sempre e di ogni dove, il processo è un libro di una densità e di un’attualità straordinari. Un dirigente di banca, il signor k per l’appunto, viene messo sotto accusa, inizia il processo, le ragioni non sono note, non serve conoscerle, vale, al solito, il principio di presunta consapevolezza dove i gangli infernali della psiche dell’imputato si uniscono a quelli della macchina pubblica. Tutto intorno la fangosa miseria dell’abbrutimento dell’uomo, composta da paure ed arbitri, la colazione rubata, le poco velate minacce che si sommano o si trasformano cin palesi estorsioni. La mortificazione dell’uomo, come individuo, si trasforma velocemente nella inesorabile condanna delle sovrastrutture che l’uomo costruisce per gestire la società. Il contrappeso della libertà dell’uomo non ha alcuna valenza rispetto alla violenza della collettività, invasa da una delirante ricerca di sovra sistemi che pensati nell’interesse collettivo ma applicati dall’uomo, ledono la dignità dei singoli. Ed anche le pantomime dei diversi protagonisti del libro, il giudice, l’avvocato ed ancor di più il suo cliente, annegato e soffocato nel ruolo di imputato, sono dei meravigliosi affreschi di un libro semplicemente maestoso. Chi non si è mai sentito in colpa senza aver fatto in realtà niente di male? Ci sono situazioni in cui ti trattano da condannato e tu vorresti scagionarti, ma prima devi capire di che cosa ti si accusa. Insomma è come vivere in un incubo. Forse ci si sono trovati in tanti ma la versione che ci ha dato Kafka è unica e irripetibile. A me piace citare un pezzo della parabola che il sacerdote racconta a Josef K. nel duomo. Davanti alla Legge sta di guardia un custode. Un giorno, da questo custode arriva un uomo di campagna e lo prega di farlo entrare nella Legge. Ma il custode dice che per il momento non gli può consentire l'accesso. (...) L'uomo di campagna non si aspettava tali difficoltà, la Legge deve essere accessibile a tutti, in ogni momento, pensa ma (...) decide che è meglio aspettare. (...) siede lì per giorni e per anni. Fa molti tentativi per essere introdotto e stanca il custode con le sue preghiere. (...) Non vivrà più a lungo, ormai. Prima della sua morte, tutte le esperienze di quel periodo si raccolgono nella sua testa in una domanda. (...) "Tutti tendono alla Legge", dice l'uomo "come mai in tanti anni nessuno all'infuori di me ha chiesto accesso?" Il custode si accorge che l'uomo è ormai alla fine e per arrivare al suo udito che sta svanendo, gli urla: "Qui non poteva avere accesso nessun altro, perché questo ingresso era destinato solo a te. Adesso vado a chiuderlo". Non in questa vita insomma si arriva alla verità assoluta, ma solo attraverso la morte. Chi vuole denunciare che la vita è un inganno e cerca ostinatamente la verità è colpevole, dovrà subire un processo ed essere condannato. Il castigo è la morte. Quel che si dice una situazione kafkiana! Il processo, uscito postumo nel 1925, viene qui presentato in una traduzione condotta per la prima volta sull'edizione critica recentemente pubblicata in Germania da Piper Verlag. Josef K., condannato a morte per una colpa inesistente, è vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati, testimoni, soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di "esistere". Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. È processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata. Questo libro in verità non avrebbe mai dovuto arrivare alle mani dei lettori per volontà dello stesso Kafka. Ma il suo migliore amico intuì che sebbene l'opera fosse incompleta, essa rappresentava forse l'opera maggiore dello scrittore. Anche se la trama è molto frammentaria il libro risulta completo per la quantità enorme di significati nascosti e impressioni che riesce a comunicare. Nella trama si evince immediatamente la totale sfiducia di Kafka nella giustizia, nelle istituzioni, nei tribunali che sono rappresentate nel libro da gente corrotta, poco affidabile e a cui nulla importa della sorte degli altri individui, badando esclusivamente ai loro affari. Kafka ricorre a situazioni grottesche ai limiti dell'assurdo, probabilmente molti registi si sono serviti delle medesime tecniche nei loro film per rappresentare situazioni surreali come per esempio i sogni e gli incubi. Tali tecniche sono utili al lettore anche per comprendere il totale senso d'impotenza che piano piano prende forma nella mente del protagonista Joseph K (in cui probabilmente si riflette lo stesso Kafka). Una persona che dorme infatti non è cosciente di quanto avviene intorno a lei nè può fare nulla per intervenire e cambiare le cose. Tuttavia il protagonista non vuole rassegnarsi a questo dato di fatto e tenta di andare contro corrente, rifiutando l'aiuto delle varie strutture istituzionali offerte dalla società quali i tribunali e gli avvocati e sarà proprio questa sua ostinata decisione a determinarne la fine. Forse Kafka ha previsto quelle inquietitudini e quelle problematiche che avrebbero poi sconvolto Montale e Pirandello quali la massificazione della società, la sparizione dell'individuo singolo con la propria personalità, l'importanza di dover indossare una maschera e di uniformarsi per poter sopravvivere nella società moderna. Perciò è un libro che può essere letto in vari modi.
Una mañana cualquiera, Josef K., joven empleado de un banco, se despierta en la pensión donde reside con la extraña visita de unos hombres que le comunican que está detenido -aunque por el momento seguirá libre-. Le informan de que se ha iniciado un proceso contra él, y le aseguran que conocerá los cargos a su debido tiempo. Así comienza una de las más memorables y enigmáticas pesadillas jamás escritas. Para el protagonista, Josef K., el proceso laberíntico en el que inesperadamente se ve inmerso supone una toma de conciencia de sí mismo, un despertar que le obliga a reflexionar sobre su propia existencia, sobre la pérdida de la inocencia y la aparición de la muerte. La lectura de El proceso produce cierto «horror vacui» pues nos sumerge en una existencia absurda, en el filo de la navaja entre la vida y la nada. Appartiene alle Collane EditorialiBiblioteca Folha (17) Clube de Literatura Clássica (CLC) (36 [April 2023]) — 32 altro Colecção Mil Folhas (91) Fischer Taschenbuch (676) Gallimard, Folio (101-1840) Gallimard, Folio Classique (1840) L&PM Pocket (543) Lanterne (L 4) Loomingu Raamatukogu 1966 (40-43) Modern Library (318) Penguin Modern Classics (907) Perpetua reeks (50) Reclams Universal-Bibliothek (9676) suhrkamp taschenbuch (3669) Světová literatura (10) A tot vent (119) È contenuto inHa l'adattamentoHa uno studioHa come commento al testoHa come guida per lo studenteHa come guida per l'insegnantePremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Josef K. condannato a morte per una colpa inesistente ©· vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di esistere. Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale ©· il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. ©· processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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Discussioni correntiFound: Surrealist/existencialist book featuring giant doors/gates that needed certain keys in Name that Book Copertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)833.912Literature German and related languages German fiction 1900- 1900-1990 1900-1945Classificazione LCVotoMedia:
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Questo suo eventuale contatto somiglia ad un corto circuito, una spettrale illuminazione sempre persistente. La sua fantasia riesce a proiettare in ombre vere, con un disegno sempre fermo e sicuro, un meccanismo di conflitti atroci e pre-umani. Nella sua controfigura Kafka vede in maniera perfetta la inconsistenza, la dappocaggine del suo male, ma non riesce ad uscirne, a liberarsene. Non ci riesce perchè la sua parte sana, la sua parte che vede, è altrettanto inconscia, un meccanismo che è tutt'uno con quelle emozioni irreali, angosciose che egli trascrive con perfetta lucidità.
Nel mattino del suo trentesimo compleanno, Josef K. impiegato di banca, viene messo sotto processo e non si sa perchè, nè da chi. Forse uno scherzo, pensa K, di qualche collega. Ma i suoi dubbi lo portano a pensare ad una macchinazione senza senso,
implacabile la quale assorbe i suoi pensieri e succhia tutte le sue energie.
Scopre nei suoi amici e conoscenti della vita reale una strana complicità. Un incidente fatto di scartoffie, trafile burocratiche, anticamere legali, un racconto fatto tutto come di cartapesta. A volte sembra che K esca dall'incubo, ma poi si scopre sfinito, rassegnato e finisce a morire giustiziato dai suoi carnefici in abito scuro. Esce dal castello della sua vita ...
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Il processo di Josef K. nel romanzo "Il Processo" di Franz Kafka può essere interpretato in diversi modi, ma in generale si ritiene che abbia un significato universale che va oltre il contesto storico e culturale specifico in cui il romanzo è stato scritto.
In particolare, il romanzo sembra suggerire una critica all'alienazione e all'oppressione dell'individuo nella società moderna, dove l'autorità e l'istituzionalizzazione sembrano avere il sopravvento sulla libertà e l'autodeterminazione dell'individuo. In questo senso, il romanzo può essere letto come un'avvertenza sulla perdita della dignità umana nella vita moderna.
Tuttavia, il romanzo può anche essere interpretato in modo più ampio come una meditazione sull'esistenza umana in generale, sulla natura dell'essere umano e sulla sua lotta per trovare un senso e un significato nella vita. In questo senso, il processo di Josef K. rappresenta una sorta di viaggio interiore, alla scoperta della propria identità e della propria natura umana. La lotta di Josef K. per venire a patti con il suo destino sembra riflettere la lotta universale dell'essere umano per trovare un senso e un significato nella vita.
In ogni caso, il romanzo di Kafka ha un significato universale che va oltre il contesto storico e culturale specifico in cui è stato scritto, e continua a suscitare riflessioni e interpretazioni diverse da parte dei lettori di tutto il mondo.
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E' possibile interpretare "Il Processo" di Franz Kafka come una sorta di processo metaforico alla vita stessa. Ecco alcuni spunti in questa direzione:
L'accusa senza colpa: Josef K., il protagonista, viene accusato di un reato indefinito, quasi come se la vita stessa lo mettesse sotto accusa senza una ragione precisa. Questo rimanda all'assurdità dell'esistenza umana.
Il tribunale oscuro: Il tribunale che giudica Josef K. è un'entità oscura, incomprensibile e inafferrabile, così come spesso la vita sembra dominata da forze misteriose e indifferenti.
L'impotenza dell'individuo: Di fronte al tribunale, Josef K. si sente impotente e incapace di difendersi, così come l'individuo spesso si sente impotente di fronte alle avversità della vita.
L'assenza di giustizia: Nonostante i suoi sforzi, Josef K. non riesce mai a ottenere giustizia o a comprendere le ragioni del suo processo, così come nella vita è difficile trovare un senso o una giustizia ultima.
La condanna finale: Alla fine del romanzo, Josef K. viene ucciso, quasi come se la vita stessa lo condannasse. Questo può simboleggiare il destino ultimo di ogni essere umano.
In questo senso, "Il Processo" può essere letto come una metafora dell'esistenza umana, un processo oscuro e assurdo a cui siamo sottoposti senza averne il controllo. L'opera di Kafka riflette la sua visione pessimistica della vita, dominata da forze incomprensibili e priva di un significato ultimo. ( )