Immagine dell'autore.

Arthur Koestler (1905–1983)

Autore di Buio a mezzogiorno

90+ opere 11,802 membri 189 recensioni 34 preferito

Sull'Autore

Arthur Koestler was born on September 5, 1905 in Budapest, Hungary and studied at the University of Vienna. Koestler was a Middle East correspondent for several German newspapers, wrote for the Manchester Guardian, the London Times and the New York Herald Tribune. Koestler wrote Darkness at Noon, mostra altro which centers on the destructiveness of politics, The Act of Creation, a book about creativity, and The Ghost in the Machine, which bravely attacks behaviorism. Arthur Koestler died in London on March 3, 1983. (Bowker Author Biography) mostra meno
Fonte dell'immagine: Pinn Hans

Serie

Opere di Arthur Koestler

Buio a mezzogiorno (1940) 5,350 copie
The Thirteenth Tribe (1976) 563 copie
The Ghost in the Machine (1967) 555 copie
Arrivo e partenza (1943) 370 copie
La sfida del caso (1972) 352 copie
Il principio di Giano (1978) 221 copie
The Gladiators (1939) 213 copie
Scum of the Earth (1941) 211 copie
Dialogue with Death (1942) 191 copie
Thieves in the Night (1946) 184 copie
The Lotus and the Robot (1960) 142 copie
The Age of Longing (1951) 91 copie
Bricks to Babel (1980) 90 copie
Stranger on the Square (1984) 54 copie
The Trail of the Dinosaur (1955) 28 copie
Spanish testament (1937) 26 copie
Autobiografia (1973) 9 copie
Les militants (1997) 9 copie
En busca de la utopía (1983) 7 copie
Kaleidoscope (1981) 5 copie
Szajhák (2019) 3 copie
The Paris Review 92 1984 Summer (1984) — Collaboratore — 2 copie
Pühendatud 2 copie
Plomien i lod (2009) 2 copie
Bir Bilim Tarihi Kitabi (2013) 1 copia
The Anchor Review (ONE) (1955) 1 copia
CAHIER 1 copia
Betrayal 1 copia
Face au néant (1975) 1 copia
India (1999) 1 copia
Japán (1999) 1 copia
Nagyvárosi történetek (1997) 1 copia

Opere correlate

L'amico ritrovato (1960) — Introduzione, alcune edizioni1,604 copie
The God That Failed (1944) — Collaboratore — 426 copie
A World of Great Stories (1947) 259 copie
Science Fiction: The Future (1971) — Collaboratore — 84 copie
Great Spy Stories From Fiction (1969) — Collaboratore, alcune edizioni75 copie
The Penguin Book of Twentieth-Century Protest (1998) — Collaboratore — 31 copie
Horizon Magazine Volume 17 Number 01 1975 Winter (1968) — Collaboratore — 25 copie
Philosophy now : an introductory reader (1972) — Collaboratore — 24 copie
Law in Action: An Anthology of the Law in Literature (1947) — Collaboratore — 13 copie
The Analog Sea Review: Number Four (2022) — Collaboratore — 2 copie
Little reviews anthology — Collaboratore, alcune edizioni1 copia

Etichette

Informazioni generali

Utenti

Recensioni

Il testo di Arthur Koestler, scrittore e filosofo ungherese, è un noto saggio sulla storia della scienza. Il nucleo del testo ripercorre le vite di Copernico, Brahe, Keplero e Galilei. L’A. le narra in modo suggestivo con dovizia di particolari, ricostruendo di questi il carattere, i sentimenti, le passioni, le debolezze. Essi si stagliano così con tutta la loro umanità sullo sfondo del contesto storico, politico e religioso, in cui si trovarono a vivere. I "sonnambuli" sono proprio loro, gli artefici della rivoluzione scientifica del XVII secolo, per opera dei quali in poco più di un secolo la concezione della scienza e il suo rapporto col sapere umano furono trasformati radicalmente. Collegando l'indagine scientifica con le esperienze di vita di ognuno di loro, l'autore mostra che essi non furono infallibili macchine pensanti, ma prima di tutto persone, con un volto e una personalità, che, profondamente condizionate dalle concezioni religiose e metafisiche, si avventurano sul confine misterioso del nuovo, camminando non su una strada maestra, liscia e senza inciampi, ma piuttosto su un terreno incerto e scivoloso, guidati da improvvise intuizioni, in una faticosa ricerca, quasi a tastoni, piena di cadute e di ritorni indietro. La precedente esperienza dell'umanità, cui è dedicata la prima parte dell’opera, era fondata su una visione unitaria dell'universo, dove la religione aveva contribuito al progredire della conoscenza umana. Nel XVII secolo non solo si impone la separazione tra religione e scienza, ma il sapere stesso si frantuma: si sviluppano in modo isolato diversi rami di conoscenza e di comportamento, che guidano ognuno a rigide ortodossie, a specializzazioni unilaterali, a ossessioni collettive. Nello stesso tempo si assiste però a "riconciliazioni impreviste, a nuove sintesi nate da una frammentazione apparentemente senza speranza". In questa mescolanza si è creata la visione dell'universo nella quale ancor oggi ci muoviamo. Il testo di Koestler è noto, infine, per una interpretazione del caso Galileo che segue da vicino al tesi di Duhem, ovvero l’idea che Bellarmino e i teologi avessero una visione scientifico-epistemologica più profonda di quella dello scienziato pisano, e che lo scienziato pisano avesse invece una visione più corretta di loro nelle questioni esegetiche. Sebbene attraente, tale tesi risulta oggi poco fondata. Il volume è ricco di note bibliografiche e si presta a diversi livelli di lettura: uno più diretto, adatto ad un pubblico ampio; un’altro, più adatto allo studioso specialista, che può ripercorrere, attraverso le note, l'itinerario di ricerca compiuto dall'autore.

ARTHUR KOESTLER
Trad. di Massimo Giacometti
Jaca Book, Milano 1982, pp. 540 - Anno di edizione originale: 1959
Disf.org - Scienza e Fede

Questa Edizione luglio 2021 In lettura
… (altro)
 
Segnalato
AntonioGallo | 10 altre recensioni | Jul 28, 2021 |
I sonnambuli sono i grandi facitori della rivoluzione scientifica - Copernico, Keplero, Brahe, Galileo - per opera dei quali in poco più di un secolo la concezione della scienza e il suo rapporto col sapere umano furono trasformati radicalmente. Collegando l'indagine scientifica con la vita, i caratteri, le passioni, le debolezze di ognuno, Koestler mostra che essi non furono infallibili macchine pensanti, ma procedettero per territori incerti e nebbiosi con una faticosa ricerca a tastoni, piena di cadute e di ritorni indietro. La precedente esperienza dell'umanità, cui è dedicata la prima parte del volume, era fondata su una visione unitaria dell'universo, dove la religione aveva contribuito al progredire dell'umano conoscere. Ora non solo si impone la separazione tra religione e scienza, ma il sapere stesso si frantuma: si sviluppano in modo isolato diversi rami di conoscenza e di comportamento che guidano ognuno a rigide ortodossie, a specializzazioni unilaterali, a ossessioni collettive. Nello stesso tempo - ed è la grandezza non ultima dei sonnambuli - si assiste a "riconciliazioni impreviste, a nuove sintesi nate da una frammentazione apparentemente senza speranza". In questa mescolanza si è creata la visione dell'universo nella quale ancor oggi ci muoviamo. Introduzione di Giulio Giorello.… (altro)
 
Segnalato
MensCorpore | 10 altre recensioni | Jul 2, 2015 |
Quando scoppiò la guerra, Koestler era in un paesino della Francia del Sud, insieme alla sua nuova compagna (Daphne Hardy), a scrivere "Buio a mezzogiorno". Tornò a Parigi, ma il 2 ottobre del 1939 fu arrestato insieme a tutti i rifugiati antinazisti, in quanto cittadini tedeschi. Koestler non era cittadino tedesco e non seppe mai perché fu arrestato; le ipotesi sono le più varie.
"Durante i mesi di guerra, diventò politica deliberata del Ministero dell’Informazione [francese] nutrire il pubblico di storie raccapriccianti di delitti commessi da stranieri ... Dapprima fu internato nello stadio Roland Garros, trasformato in campo provvisorio per la detenzione di "stranieri indesiderabili", dove incontrò fra gli altri Leo Valiani, a cui allude con lo pseudonimo Mario. Fra i due nacque un amicizia intensa. Le condizioni di questo campo provvisorio erano relativamente decenti. Fra le persone detenute nello stadio vi erano professori, artisti, letterati etc. di ventitré nazioni e ancor più lingue.
Poi Koestler fu mandato a Le Vernet, un vero e proprio campo di concentramento, creato originariamente per internare i resti delle Brigate Internazionali che avevano chiesto protezione in Francia. Con l’entrata in guerra ai combattenti delle brigate fu aggiunta buona parte dell’intellighenzia dell’Europa continentale, liberale, socialista e comunista.
"In quei giorni il continente europeo aveva ormai raggiunto una fase in cui si poteva, senza ironia, dire ad un uomo che doveva ringraziare il cielo se invece di strangolarlo, decapitarlo o batterlo a morte si limitavano a fucilarlo. ... Nella scala centigrada liberale il campo del Vernet era lo zero dell’ignominia, ma misurato in Dachau-Fahrenheit era ancora 32 gradi sopra zero. Al Vernet le percosse erano un evento quotidiano; a Dachau venivano prolungate fino a produrre la morte. ... Per quanto riguarda il cibo, le comodità e l’igiene, Le Vernet era perfino al di sotto del livello dei campi di concentramento nazisti" (p. 84)
Va fatto notare che c’erano fra gli internati molte persone che avevano conosciuto i lager nazisti e la testimonianza di Koestler non è quindi certo un’esagerazione.
Il libro è un grido di sdegno verso la Francia, patria dei Diritti Umani, rivelatasi una delusione ed un inganno. Il titolo allude a come la stampa francese chiamasse i rifugiati antinazisti ed i membri delle Brigate Internazionali. Koestler chiude il libro, scritto quando il Vernet era ancora aperto e comandato dai nazisti, con queste parole:
"Siamo nel giugno del 1942 e mi chiedo quanti di loro siano ancora vivi. ... É probabilmente la più cosmopolita collezione di teschi dopo gli ossari dei crociati. E crociati lo furono davvero, l’orgoglio di un continente in decadenza ... Forse gli storici futuri disseppelliranno la loro storia ... e forse cambieranno l’etichetta che gli hanno dato e li chiameranno per quello che furono realmente: il sale della terra" (p. 246)
Koestler fu liberato nel gennaio del 1940, dopo quattro mesi di internamento, sempre grazie alle amicizie inglesi. Gli altri non furono più fortunati. Vennero consegnati alla Gestapo al momento dell’invasione tedesca o si suicidarono. Valiani riuscì a stento a fuggire alla cattura dei nazisti
Dopo la liberazione, Koestler tornò a Parigi. La sua posizione ufficiale era quella di una persona verso cui era stato emesso l’ordine di espulsione, ma che non poteva venir eseguito a causa della guerra. Per questo doveva chiedere periodicamente un prolungamento del permesso di soggiorno, prolungamento che poteva variare da un giorno a una settimana, a seconda dell’umore dell’impiegato. Ciò comportava file estenuanti quasi continue, con il rischio di dove di nuovo finire in campo di concentramento.
Quando cominciò l’invasione tedesca, i rifugiati vennero presi da un terrore comprensibile: per avere un’idea dello stato di terrore ecco un brano del capitolo Apocalisse:
"Una lettera clandestina di SOS da B., lo scrittore tedesco di fama europea [penso sia Benjamin o Becher] internato a Roland Garros a sua moglie Vera: "Mi hanno sequestrato la stricnina. Era la mia unica protezione contro la Gestapo. Avendola in tasca mi sentivo sicuro e calmo. Mi hanno rubato l’ultima salvaguardia della mia libertà e della mia dignità". Koestler e la moglie di B. riescono a fargli ottenere altro veleno, mentre i tedeschi avanzano. B. scrive alle moglie: "Grazie a Dio ho ricevuto l’aspirina che mi hai mandato. Ora non mi importa nulla di qualunque cosa possa accadere. Sono un uomo felice" (p. 143).
Koestler cerca anche di far fuggire dal Vernet alcuni amici (tra cui Valiani) - operazione che paragona a "togliere gli spilli dal granaio in fiamme" (Schiuma della terra) -, ma viene egli stesso arrestato di nuovo, insieme a Heinrich Mann, Lion Feuchtwangler, Willi Meunzemberg, Walter Hasenclever, Ernst Weiss, Carl Einstein e Walter Benjamin. Soltanto H. Mann e L. Feuchtwangler in seguito si salvarono, gli altri si suicidarono, tranne Muenzenberg che è morto in modo dubbio, probabilmente ucciso da emissari dell’Apparat che aveva abbandonato.
In quella atmosfera effettivamente apocalittica, Koestler pensa di arruolarsi nella legione straniera per vedere di raggiungere un qualche paese neutrale. In questo modo riesce ad arrivare a Lisbona, dove chiede il visto per la Gran Bretagna. Il visto però gli viene rifiutato e Koestler tenta di suicidarsi con le pillole che Walter Benjamin aveva diviso di malavoglia con lui. Pressappoco negli stessi giorni, Benjamin si suicida con le rimanenti pillole, convinto di non riuscire ad ottenere il visto per la Spagna, che invece aveva ottenuto: Benjamin, che aveva ottenuto il visto, morì, Koestler, che non aveva ottenuto il visto, sopravvisse.
Alla fine Koestler riuscì a raggiungere la Gran Bretagna, senza visto e fu per questo rinchiuso in una prigione inglese, ma solo per poco tempo. Nei mesi successi si arruolò nell’esercito inglese e lavorò per tutto il periodo della guerra alla BBC. Anche dopo la guerra resterà in Gran Bretagna dove morirà suicida con la moglie nel 1983.
… (altro)
½
 
Segnalato
pecs | 3 altre recensioni | Jan 5, 2011 |

Liste

Premi e riconoscimenti

Potrebbero anche piacerti

Autori correlati

Statistiche

Opere
90
Opere correlate
14
Utenti
11,802
Popolarità
#1,993
Voto
4.0
Recensioni
189
ISBN
468
Lingue
23
Preferito da
34

Grafici & Tabelle