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This volume is an absurdist play in which two characters, Vladimir and Estragon, wait endlessly and in vain for the arrival of someone named Godot. They claim he's an acquaintance but in fact hardly know him, admitting that they would not recognize him when they do see him. To occupy the time they eat, sleep, converse, argue, sing, play games, exercise, swap hats, and contemplate suicide -- anything "to hold the terrible silence at bay". Throughout the play, the audience may encounter religious, philosophical, classical, psychoanalytical, biographical, and especially wartime references.… (altro)
Non c’è da meravigliarsi che, uscendo dal teatro, la gente si chieda cosa diavolo ha visto. In casi come questo si finisce sempre per attribuire all’autore un preciso disegno simbolico, e si rigira il testo pezzo per pezzo, battuta per battuta, cercando di ricostruire il puzzle. Si ha l’impressione che Beckett, a casa sua, stia ridendo malignamente alle nostre spalle, mentre con una semplice intervista alla televisione potrebbe chiarire ogni cosa. Diremmo subito che, a nostro parere, pretendere a tutti i costi questo “sesamo apriti” non ha senso. Stabilire se Godot è Dio, la Felicità, o altro, ha poca importanza; vedere se in Vladimiro ed Estragone la piccola borghesia che se ne lava le mani, mentre Pozzo, il capitalista, sfrutta bestialmente Lucky, il proletariato, è perfettamente legittimo, ma altrettanto legittima è la “chiave” cristiana, per cui tutto, dall’albero che si trova sulla scena, e che dovrebbe rappresentare la Croce, alla barba bianca di Godot, si può spiegare Vangelo alla mano”. (Carlo Fruttero)
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Estragon, sitting on a low mound, is trying to take off his boot. He pulls at it with both hands, panting. He gives up, exhausted, rests, tries again. As before. Enter Vladimir ESTRAGON: (giving up again) Nothing to be done.
Citazioni
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"Don't talk to me. Don't speak to me. Stay with me."
This volume is an absurdist play in which two characters, Vladimir and Estragon, wait endlessly and in vain for the arrival of someone named Godot. They claim he's an acquaintance but in fact hardly know him, admitting that they would not recognize him when they do see him. To occupy the time they eat, sleep, converse, argue, sing, play games, exercise, swap hats, and contemplate suicide -- anything "to hold the terrible silence at bay". Throughout the play, the audience may encounter religious, philosophical, classical, psychoanalytical, biographical, and especially wartime references.
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Descrizione del libro
"Non c'è da meravigliarsi che, uscendo dal teatro, la gente si chieda cosa diavolo ha visto. In casi come questo si finisce sempre per attribuire all'autore un preciso disegno simbolico, e si rigira il testo pezzo per pezzo, battuta per battuta, cercando di ricostruire il puzzle. Si ha l'impressione che Beckett, a casa sua, stia ridendo malignamente alle nostre spalle, mentre con una semplice intervista alla televisione potrebbe chiarire ogni cosa. Diremmo subito che, a nostro parere, pretendere a tutti i costi questo "sesamo apriti" non ha senso. Stabilire se Godot è Dio, la Felicità, o altro, ha poca importanza; vedere se in Vladimiro ed Estragone la piccola borghesia che se ne lava le mani, mentre Pozzo, il capitalista, sfrutta bestialmente Lucky, il proletariato, è perfettamente legittimo, ma altrettanto legittima è la "chiave" cristiana, per cui tutto, dall'albero che si trova sulla scena, e che dovrebbe rappresentare la Croce, alla barba bianca di Godot, si può spiegare Vangelo alla mano". (piopas)