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Philippe Claudel

Autore di Le anime grigie

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Sull'Autore

Opere di Philippe Claudel

Le anime grigie (2003) 1,179 copie
Il ‰rapporto (2007) 913 copie
The Investigation (2010) 263 copie
Io me ne vado (2000) 123 copie
Alles waar ik spijt van heb (1999) 108 copie
Archipel van de hond (2018) 103 copie
Meuse l'oubli (1999) 98 copie
Le monde sans les enfants (2006) 73 copie
Tot ziens, meneer Friant (2006) 41 copie
Le Café de l'Excelsior (2002) 37 copie
Inhumaines (2017) 35 copie
Schemering (2023) 34 copie
Een Duitse fantasie (2020) 32 copie
Le bruit des trousseaux (2001) 27 copie
Dog Island (2020) 17 copie
Le Paquet (2010) 8 copie
French Feast: A Traveler's Literary Companion (2011) — Collaboratore — 7 copie
German Fantasia (2023) 5 copie
The Tree of the Toraja (2018) 4 copie
Rature (2023) 3 copie
Jean-Bark (2013) 3 copie
Der Duft meiner Kindheit (2015) 2 copie
Sive duše (2004) 2 copie
Der Duft meiner Kindheit (2014) 2 copie
Ikerketa (1900) 1 copia
Perfumes (2014) 1 copia
O Arquipélago do Cão (2019) 1 copia
Quelques fins du monde (2011) 1 copia
Gri ruhlar (2007) 1 copia
Hallid hinged (2010) 1 copia
Njemačka fantazija (2021) 1 copia
Tomber de Rideau (2009) 1 copia
Quartier (2007) 1 copia
Compromis (2019) 1 copia
Before the Winter Chill [2013 film] (2013) — Regista — 1 copia
La mort dans le paysage (2008) 1 copia

Opere correlate

To the Slaughterhouse (1931) — Prefazione, alcune edizioni120 copie
Le Rapport de Brodeck (-0001) — Original author — 21 copie
Journal de guerre: 1914-1918 (2013) — Prefazione — 1 copia

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Recensioni

Amo leggere, è la mia grande passione, il mio vizio. Quando chiudo un libro sull'ultima pagina appena finita, già con la mente sono proiettata verso il prossimo libro che leggerò. Sono infiniti i libri che vorrei leggere ed il tempo è sempre più breve, per cui ho fretta!
Ma chiuso questo libro ormai da un paio di giorni, non riesco ad iniziarne un altro, pur avendo a portata di mano un'infinita gamma di titoli.
E non è quella sensazione che a volte si prova, di non riuscire a trovare un altro libro che sia all'altezza di questo, perchè di libri altrettanto belli e probabilmente anche molto di più, ne ho da scegliere.
È invece come se il libro stesso stesse esigendo da me una pausa, come se mi imponesse di rielaborare un lutto, come a dover completare un percorso che i protagonisti del libro non sono riusciti a portare a termine, perchè in fondo è proprio dell'incapacità di accettare e superare la morte che si nutre questa storia.
Orsodimondo, e vi rimando al suo bellissimo commento, ha scritto che questo libro sarebbe piaciuto a Simenon e a Durrenmatt. Credo sia vero: è un libro di altri tempi, di ritmi lenti e di atmosfere rarefatte e vischiose.
… (altro)
½
 
Segnalato
ermita | 46 altre recensioni | Mar 19, 2014 |
Ammetto di avere iniziato questo libro senza alcun sentimento particolarmente positivo: sì, m'ispirava, avevo voglia di un libro giallo senza troppe pretese, ma non mi aspettavo nulla. Invece mi sono trovata a leggere un libro semplicemente fantastico! La componente "gialla" viene sapientemente rimescolata a quello che in realtà è un profondo e doloroso diario di ricordi e riflessioni; più che un'indagine, il lettore si trova a fare i conti con una storia, che sembra iniziare ad annodarsi solo con l'indagine dell'omicidio di Bella di giorno, nell'originale Belle du jour, una piccola bimba di dieci anni. Il libro parte, fin da subito, con un inizio affascinante: si viene quasi trascinati a forza in queste campagne del nord-est francese, in un paese mai nominato. Ci è solo dato sapere che è piccolo, e che non è troppo lontano dal fronte della guerra. E quel che è strano è che anche il paese, la sua piccola realtà, finiscono per entrarci un po' sotto la pelle: alla fine della lettura lo si potrebbe descrivere, dargli vita, eppure rimarrebbe senza nome. Che mistero fantastico, la letteratura.
Ma torniamo alla storia e alla scrittura.

Le descrizioni, a parer mio, sono superbe. Dei tocchi poetici difficili da trovare, un continuo ricamo di particolari che insieme formano un affresco incompleto, e per questo ancora più affascinante. Le atmosfere vecchie, il lessico campagnolo, colloquiale e popolare del narratore, tutto rende perfettamente quello che è il paesaggio e l'animo del nostro protagonista: un abile uso della parola, non eccede mai, e non è mai troppo parco, in poche parole è sempre nel giusto equilibrio.

La narrazione è un continuo alternarsi di considerazioni del presente e ricordi: questo crea un'introspezione malinconica, fantastica da leggere, che scorre come un fiume placido. Eppure lentamente, in modo graduale, questo sentimento di malinconia "grigia" si fa sempre più presente, e l'alternarsi si fa più spesso e profondo; così come l'altalena tra vita e morte compie archi sempre più ampi, e il presente e il ricordo si fanno sempre più sfumati. Tutto questo va a formare una parabola, in cui al punto di partenza c'è più positività e distacco, e al punto d'arrivo l'esatto opposto: una scelta stilistica assolutamente necessaria, e ben sfruttata da Claudel.

La galleria di abitanti, varia, realistica, fatta di figure citate una volta sola o più volte richiamate, è meravigliosa. Sarà che abito in un paese, ma ho potuto riconoscere la verità di queste figure, dargli un "soffio di vita" in più. Inoltre, la caratterizzazione dei personaggi più importanti, come il freddo Destinat, l'insensibile Mierck, la bella Lysia, la stessa Bella di giorno che aleggia, nella sua mancata presenza, su tutto il romanzo, è davvero ben fatta, fantastica. Si finisce per voler conoscere il loro destino, nell'urgenza di sapere se ci sarà davvero un colpevole, se sarà chi si pensa che sia, se tutti nodi verranno al pettine; soprattutto, si finisce per amarne alcuni, e disprezzarne altri, e questa è la cosa più importante secondo me. Cosa sarebbe un libro senza protagonisti che valga la pena seguire? Se non ci fosse un reale interesse nel conoscere la fine della storia, nel sapere dove arriverà il protagonista, penso che l'autore dovrebbe considerare il proprio lavoro come un fallimento. Ovviamente, come ho appena scritto, in questo libro succede tutto il contrario.

Il finale è da applausi: gli ultimi capitoli sono inaspettati, danno alla storia quel qualcosa in più che mi ha colpita, lasciano sicuramente senza parole.

Sono stata a lungo indecisa sul voto da dargli, ma... che dire, mi ha davvero stregata. A caldo, non posso che dargli il massimo :)
… (altro)
 
Segnalato
Dasly | 46 altre recensioni | Feb 18, 2014 |
Lettura ... non sembri un gioco di parole, se dico grigia. La narrazione avvince e respinge: l'ambiente e i personaggi ricordano quelli de "Il calore del sangue" pur se la vicenda è collocata oltre trent'anni prima. Il che la dice lunga sul mondo plumbeo (la provincia profonda francese) che l'autore ci narra. Un altro elemento che mi ha ricordato Némirovsky è il tipo di voce narrante. La storia sia qui che là la racconta uno dei protagonisti, che si svela un po' alla volta e si riserva un colpo di scena finale. Confesso che l'operazione mi è parsa molto naturale nel romanzo della Némirovsky, un poco forzata in quello di Claudel. Alla fine un romanzo non disprezzabile, anche se non lascia tracce profonde. Ma forse la colpa non è tutta dell'autore più giovane.… (altro)
 
Segnalato
patri50 | 46 altre recensioni | Aug 1, 2012 |
Ambientato nella Francia del primo Novecento, il romanzo propone una storia poliziesca, una vicenda insoluta che ancora grava sulle campagne della provincia, malinconica, quasi tetra. Al dolore per l'orribile vicenda si accompagna la sofferenza per gli orrori della guerra, la pietà per tutti gli esseri colpiti da una tragedia, la costernazione davanti al lato spietato e crudele degli uomini.
 
Segnalato
cometahalley | 46 altre recensioni | Mar 28, 2011 |

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