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La prima moglie (1938)

di Daphne du Maurier

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UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiConversazioni / Citazioni
19,806587213 (4.21)3 / 1725
With these words, the reader is ushered into an isolated gray stone mansion on the windswept Cornish coast, as the second Mrs. Maxim de Winter recalls the chilling events that transpired as she began her new life as the young bride of a husband she barely knew. For in every corner of every room were phantoms of a time dead but not forgotten - a past devotedly preserved by the sinister housekeeper, Mrs. Danvers: a suite immaculate and untouched, clothing laid out and ready to be worn, but not by any of the great house's current occupants. With an eerie presentiment of evil tightening her heart, the second Mrs. de Winter walked in the shadow of her mysterious predecessor, determined to uncover the darkest secrets and shattering truths about Maxim's first wife - the late and hauntingly beautiful Rebecca.… (altro)
Aggiunto di recente daCotswoldreader, pattyt08, Rini55, biblioteca privata, ebobka, yvereads, lschiff, jaspersbookshelf, siarraquinn
Biblioteche di personaggi celebriAstrid Lindgren, Carl Sandburg
  1. 386
    Jane Eyre di Charlotte Brontë (chrisharpe, fannyprice, ladybug74, HollyMS, lottpoet)
    chrisharpe: There are some similarities between these two books: a young woman marries an older widower and moves to his mansion, where the marriage is challenged by the unearthly presence of the first wife.
    fannyprice: These two books reminded me a lot of each other but Rebecca was more modern and somewhat less preachy.
    HollyMS: Since Rebecca was published, observers have noticed that it has parallels to Jane Eyre. Both are dark stories about young women who marry wealthy Englishmen.
    lottpoet: I can see the bones of Jane Eyre in Rebecca
  2. 222
    Mia cugina Rachele di Daphne Du Maurier (HollyMS, EllieH)
    HollyMS: Daphne Du Maurier's My Cousin Rachel has a similar theme as Rebecca.
  3. 131
    Taverna alla Giamaica di Daphne Du Maurier (katie4098)
  4. 143
    La tredicesima storia di Diane Setterfield (citygirl)
  5. 110
    La donna in bianco di Wilkie Collins (starfishian)
  6. 90
    Lady Audley's Secret di Mary Elizabeth Braddon (kiwiflowa, lahochstetler)
  7. 91
    Il capro espiatorio di Daphne Du Maurier (lois1)
  8. 92
    Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson (teelgee)
  9. 70
    Lorna Doone di R. D. Blackmore (Sylak)
    Sylak: Another saga set against a hauntingly beautiful landscape - but this time its in Exmoor.
  10. 50
    La foresta incantata di Mary Stewart (whymaggiemay)
    whymaggiemay: Although I believe that du Maurier was the better writer, Thornyhold and many others by Mary Stewart give the same suspenseful feeling.
  11. 61
    Il giardino dei segreti di Kate Morton (DaraBrooke)
  12. 51
    Don't Look Now and Other Stories [10 stories, Folio Society] di Daphne Du Maurier (Z-Ryan, cometahalley)
  13. 40
    Freedom and Necessity di Steven Brust (bjappleg8)
    bjappleg8: first person narrative; ambiguous supernatural elements; slow unravelling of a mystery in a historical British setting
  14. 84
    Mistress of Mellyn di Victoria Holt (kraaivrouw, FutureMrsJoshGroban, Headinherbooks_27)
  15. 30
    Nine Coaches Waiting di Mary Stewart (Headinherbooks_27)
  16. 20
    Vera di Elizabeth von Armin (bell7)
  17. 20
    L'incubo di Hill House di Shirley Jackson (msemmag)
    msemmag: Unreliable narrators, troubled women, dark psychological horror
  18. 42
    A Sucessora di Carolina Nabuco (HollyMS, Utente anonimo)
    HollyMS: When Rebecca came out, there were accusations that Daphne du Maurier had plagiarized A sucessora (The Sucessor) by Brazilian author Carolina Nabuco. Read it and decide for yourself.
  19. 10
    Yes, My Darling Daughter di Margaret Leroy (WildMaggie)
  20. 10
    Alena di Rachel Pastan (TheLittlePhrase)

(vedi tutti i 40 consigli)

1930s (6)
To Read (75)
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La mia esperienza con questo libro è stata compromessa dal fatto di averlo letto solo molti anni dopo la visione del meraviglioso film di Hitchcock (secondo me uno dei rari casi in cui la pellicola è superiore al romanzo), quindi tutta la suspense è andata perduta, e con essa un elemento chiave dell'opera. Resta il fascino gotico dell'ambientazione, e soprattutto resta lei, Rebecca: più viva dei vivi, enigmatica, conturbante, una delle creazioni letterarie più riuscite che io ricordi. Non si può dire lo stesso dei protagonisti però, soprattutto la narratrice: ok mettere in risalto il contrasto con Rebecca, ma per tre quarti del libro è una pupattola senza spina dorsale, più che entrare in sintonia con lei vien voglia di schiaffeggiarla per scuoterla un po'. Inoltre ho anche delle perplessità di ordine morale sullo scioglimento della vicenda. [SPOILER]-L' assassinio di Rebecca è giustificabile perchè lei era una persona maligna e promiscua e Maxim è solo vittima delle sue manipolazioni? Mi sembra una concezione un po' datata perfino per l'epoca in cui è stato scritto...-[FINE SPOILER]
Nonostante tutto è comunque un buon libro, con una trama solida ed uno stile elaborato ma sempre in linea col tono dell'opera. ( )
  Lilirose_ | May 1, 2018 |
Un classico della letteratura moderna, una celebre trasposizione cinematografica, un romanzo che ha appassionato milioni e milioni di lettori grazie ad un intreccio sapiente, che dimostra la indiscutibile capacità narrativa della Du Maurier. L'ambientazione scelta, innanzitutto, non poteva essere più suggestiva: la vicenda, inizia a Montecarlo per poi svilupparsi interamente nel castello della Cornovaglia (regione così cara all'autrice, che vi dimorò a lungo). La maestosa magione, circondata da un verdissimo parco e confinante in parte con una baia selvaggia, è di proprietà di Maxim De Winter vedovo di Rebecca e sposo in seconde nozze della protagonista. Le atmosfere sono dense di mistero, le memorie della morta risultano incombenti in ogni stanza, in ogni angolo e vengono alimentate morbosamente. La Du Maurier conosce bene ogni recesso della mente umana, i meccanismi che generano angoscia, la pericolosità delle ossessioni. Troviamo la medesima attenzione per l'esplorazione della psiche anche in altri suoi lavori (ricordiamo "Gli Uccelli" o Mia cugina Rachele") ma è in "Rebecca" che il tema dell'io malato trionfa.
Daphne Du Maurier ha ereditato la lezione delle sorelle Bronte, di Charlotte e della sua "Jane Eyre" soprattutto, questa e la scuola vittoriana in genere le hanno consentito di dare vita a figure dominate dalla follia silenziosa, di rappresentare una natura selvaggia, animata di vita propria. ( )
  cometahalley | Feb 26, 2015 |
Rebecca è per me l'esempio lampante del fatto che, quando fruiamo un'opera d'arte, ci vediamo quello che ci portiamo dentro, prima ancora di quello che ci ha messo l'autore.

Ho iniziato a leggere saltando l'introduzione, perché nei classici il 90% delle volte rivela il finale. All'inizio è andato tutto bene: riuscivo a rapportarmi benissimo alla Protagonista (la indicherò così, dal momento che non sapremo mai il suo nome), alla sua giovinezza e alle sue insicurezze. La trovavo realistica, mi ispirava simpatia. Ci vedevo una me stessa di anni fa, una ragazza estremamente timida che aveva problemi a rapportarsi col prossimo e che sognava di continuo a occhi aperti, romanzando qualsiasi situazione.

Poi la Protagonista arriva a Manderley, e cominciano per me le note stonate. Perché dopo un comprensibile avvio in sordina, pieno di incertezza a causa di una situazione del tutto nuova, la sua insicurezza non passa, anzi peggiora, diventando insopportabile. Di nuovo c'era un po' di me stessa in quelle pagine, era come leggere un concentrato della mia mancanza di autostima.
A questo punto, nel tentativo di sganciarmi da questa lettura troppo personale, ho letto l'introduzione di Sally Beauman, scoprendo che l'autrice aveva riversato nelle figure di Rebecca e della Protagonista il suo disagio esistenziale del periodo in cui aveva dato vita al romanzo, quando doveva affrontare un ruolo sociale molto attivo e impegnativo per il quale non si sentiva all'altezza. E ho scoperto anche che nella figura di Rebecca aveva infuso dei lati del proprio carattere di cui era fiera ma che al contempo soggiogava volontariamente agli schemi comportamentali comuni del tempo.

Sono tornata alla lettura con maggior comprensione e pazienza, ma ho resistito poco. Circa a metà libro, non potendo prendere a schiaffi la Protagonista né lanciare per la stanza un volume della biblioteca, ho messo la modalità “avanti veloce” e l'ho finito così, e senza alcun rimorso. Avevo ormai disgusto di tutti i personaggi, della loro mancanza di carattere, della loro acquiescenza al perbenismo ipocrita, del loro egoismo (Maximilian de Winter vince il primo premio).

Di nuovo quindi, tra me e il romanzo si pone il mio vissuto: pur conoscendo i dettami socio-culturali dell'epoca della storia, non tollero il modo in cui si manifestano nei personaggi. Limite da parte mia, certamente, perché avrei voluto scuotere la Protagonista e gridarle “Figlia mia, ma lo sai che vali anche senza un uomo che ti dia la sua approvazione?!?!” ( )
  Amarillide | Mar 29, 2013 |
Mostra 3 di 3
"Rebecca is a lowbrow story with a middlebrow finish,” announced The Times Literary Supplement when Daphne du Maurier’s bestselling novel was first issued in 1938. Critic V.S. Pritchett was even more dismissive in his review, announcing that Rebecca "would be here today, gone tomorrow." The novel did generate positive coverage in Good Housekeeping and Ladies Home Journal, but that kind of praise did more harm than good in elite literary circles.... [the] novel has slowly climbed the path from lowbrow to highbrow in the eight decades since its initial publication, and is now more likely encountered on a college syllabus than at a supermarket checkout counter. You will now find Rebecca on the assigned reading lists of classes on gender politics, British fiction, Gothic style and other academic subjects.... Rebecca ranks among the most acute literary explorations of jealousy.... In truth, plot plays only a small part in the lasting success of this novel. The story itself is simple, and even the supposedly surprising twists are often telegraphed long in advance. What sets Rebecca apart from its peers is its author’s mastery of tone and mood, emotion and psychology.
 

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
du Maurier, Daphneautore primariotutte le edizioniconfermato
Beauman, SallyIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Burnett, VirgilImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Clark, Emma ChichesterIllustratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Dietsch, J.N.C. vanTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Hoffman, H. LawrenceImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Kortemeier, S.Progetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Massey, AnnaNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Metcalf, JordanImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Scalero, AlessandraTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Schab, Karin vonÜbersetzerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Stibolt, HelenTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Vasara, HelviTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

È contenuto in

È rinarrato in

Ha un sequel (non seriale)

Ha l'adattamento

È riassunto in

È ispirato a

Ha ispirato

Ha come guida per lo studente

Premi e riconoscimenti

Menzioni

Elenchi di rilievo

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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
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Premi e riconoscimenti
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
Epigrafe
Dedica
Incipit
Sognai l'altra notte che ritornavo a Manderley.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

With these words, the reader is ushered into an isolated gray stone mansion on the windswept Cornish coast, as the second Mrs. Maxim de Winter recalls the chilling events that transpired as she began her new life as the young bride of a husband she barely knew. For in every corner of every room were phantoms of a time dead but not forgotten - a past devotedly preserved by the sinister housekeeper, Mrs. Danvers: a suite immaculate and untouched, clothing laid out and ready to be worn, but not by any of the great house's current occupants. With an eerie presentiment of evil tightening her heart, the second Mrs. de Winter walked in the shadow of her mysterious predecessor, determined to uncover the darkest secrets and shattering truths about Maxim's first wife - the late and hauntingly beautiful Rebecca.

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