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Sto caricando le informazioni... La prima moglie (1938)di Daphne du Maurier
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Un classico della letteratura moderna, una celebre trasposizione cinematografica, un romanzo che ha appassionato milioni e milioni di lettori grazie ad un intreccio sapiente, che dimostra la indiscutibile capacità narrativa della Du Maurier. L'ambientazione scelta, innanzitutto, non poteva essere più suggestiva: la vicenda, inizia a Montecarlo per poi svilupparsi interamente nel castello della Cornovaglia (regione così cara all'autrice, che vi dimorò a lungo). La maestosa magione, circondata da un verdissimo parco e confinante in parte con una baia selvaggia, è di proprietà di Maxim De Winter vedovo di Rebecca e sposo in seconde nozze della protagonista. Le atmosfere sono dense di mistero, le memorie della morta risultano incombenti in ogni stanza, in ogni angolo e vengono alimentate morbosamente. La Du Maurier conosce bene ogni recesso della mente umana, i meccanismi che generano angoscia, la pericolosità delle ossessioni. Troviamo la medesima attenzione per l'esplorazione della psiche anche in altri suoi lavori (ricordiamo "Gli Uccelli" o Mia cugina Rachele") ma è in "Rebecca" che il tema dell'io malato trionfa. Daphne Du Maurier ha ereditato la lezione delle sorelle Bronte, di Charlotte e della sua "Jane Eyre" soprattutto, questa e la scuola vittoriana in genere le hanno consentito di dare vita a figure dominate dalla follia silenziosa, di rappresentare una natura selvaggia, animata di vita propria. Rebecca è per me l'esempio lampante del fatto che, quando fruiamo un'opera d'arte, ci vediamo quello che ci portiamo dentro, prima ancora di quello che ci ha messo l'autore. Ho iniziato a leggere saltando l'introduzione, perché nei classici il 90% delle volte rivela il finale. All'inizio è andato tutto bene: riuscivo a rapportarmi benissimo alla Protagonista (la indicherò così, dal momento che non sapremo mai il suo nome), alla sua giovinezza e alle sue insicurezze. La trovavo realistica, mi ispirava simpatia. Ci vedevo una me stessa di anni fa, una ragazza estremamente timida che aveva problemi a rapportarsi col prossimo e che sognava di continuo a occhi aperti, romanzando qualsiasi situazione. Poi la Protagonista arriva a Manderley, e cominciano per me le note stonate. Perché dopo un comprensibile avvio in sordina, pieno di incertezza a causa di una situazione del tutto nuova, la sua insicurezza non passa, anzi peggiora, diventando insopportabile. Di nuovo c'era un po' di me stessa in quelle pagine, era come leggere un concentrato della mia mancanza di autostima. A questo punto, nel tentativo di sganciarmi da questa lettura troppo personale, ho letto l'introduzione di Sally Beauman, scoprendo che l'autrice aveva riversato nelle figure di Rebecca e della Protagonista il suo disagio esistenziale del periodo in cui aveva dato vita al romanzo, quando doveva affrontare un ruolo sociale molto attivo e impegnativo per il quale non si sentiva all'altezza. E ho scoperto anche che nella figura di Rebecca aveva infuso dei lati del proprio carattere di cui era fiera ma che al contempo soggiogava volontariamente agli schemi comportamentali comuni del tempo. Sono tornata alla lettura con maggior comprensione e pazienza, ma ho resistito poco. Circa a metà libro, non potendo prendere a schiaffi la Protagonista né lanciare per la stanza un volume della biblioteca, ho messo la modalità “avanti veloce” e l'ho finito così, e senza alcun rimorso. Avevo ormai disgusto di tutti i personaggi, della loro mancanza di carattere, della loro acquiescenza al perbenismo ipocrita, del loro egoismo (Maximilian de Winter vince il primo premio). Di nuovo quindi, tra me e il romanzo si pone il mio vissuto: pur conoscendo i dettami socio-culturali dell'epoca della storia, non tollero il modo in cui si manifestano nei personaggi. Limite da parte mia, certamente, perché avrei voluto scuotere la Protagonista e gridarle “Figlia mia, ma lo sai che vali anche senza un uomo che ti dia la sua approvazione?!?!”
"Rebecca is a lowbrow story with a middlebrow finish,” announced The Times Literary Supplement when Daphne du Maurier’s bestselling novel was first issued in 1938. Critic V.S. Pritchett was even more dismissive in his review, announcing that Rebecca "would be here today, gone tomorrow." The novel did generate positive coverage in Good Housekeeping and Ladies Home Journal, but that kind of praise did more harm than good in elite literary circles.... [the] novel has slowly climbed the path from lowbrow to highbrow in the eight decades since its initial publication, and is now more likely encountered on a college syllabus than at a supermarket checkout counter. You will now find Rebecca on the assigned reading lists of classes on gender politics, British fiction, Gothic style and other academic subjects.... Rebecca ranks among the most acute literary explorations of jealousy.... In truth, plot plays only a small part in the lasting success of this novel. The story itself is simple, and even the supposedly surprising twists are often telegraphed long in advance. What sets Rebecca apart from its peers is its author’s mastery of tone and mood, emotion and psychology. Appartiene alle Collane Editoriali — 6 altro È contenuto inA Treasury of Great Mysteries (Volumes 1 & 2) di Howard Haycraft (indirettamente) Modern Mystery and Adventure Novels: Portrait of Jennie; Jamaica Inn; The Thirty-Nine Steps; Dr. Jekyll and Mr. Hyde (Re di Robert Nathan È rinarrato inHa un sequel (non seriale)Ha l'adattamentoÈ riassunto inÈ ispirato aHa ispiratoHa come guida per lo studente
With these words, the reader is ushered into an isolated gray stone mansion on the windswept Cornish coast, as the second Mrs. Maxim de Winter recalls the chilling events that transpired as she began her new life as the young bride of a husband she barely knew. For in every corner of every room were phantoms of a time dead but not forgotten - a past devotedly preserved by the sinister housekeeper, Mrs. Danvers: a suite immaculate and untouched, clothing laid out and ready to be worn, but not by any of the great house's current occupants. With an eerie presentiment of evil tightening her heart, the second Mrs. de Winter walked in the shadow of her mysterious predecessor, determined to uncover the darkest secrets and shattering truths about Maxim's first wife - the late and hauntingly beautiful Rebecca. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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![]() GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)823.912Literature English & Old English literatures English fiction Modern Period 1901-1999 1901-1945Classificazione LCVotoMedia:![]()
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Nonostante tutto è comunque un buon libro, con una trama solida ed uno stile elaborato ma sempre in linea col tono dell'opera. (