Evelyn Waugh (1903–1966)

Tra il 1929 e il 1935 Waugh viaggiò moltissimo: dalle rive del Mediterraneo, all'Africa nera, dalla Guyana, in Brasile, all'Etiopia. Il viaggio per lo scrittore inglese può essere solo dimensione erratica e casuale.
Distante anni luce dalla concezione dei viaggi di massa, pianificati e prevedibili, egli si fa incantare dalle suggestioni ricavate da un giornale, o dal racconto di un amico, o ancora da un'ispirazione momentanea.
Non importa quale sia il mezzo (nave, treno, aereo) o l'albergo (infimo, lurido, lussuoso): il mondo è là davanti ai suoi occhi di viaggiatore e non di turista. Bellissimo libro, almeno per chi concepisce il “viaggio” come indimenticabile, fondamentale arricchimento dell’animo.… (altro)

Evelyn Arthur Waugh, forse da noi piu' conosciuto come autori di eleganti romanzi satirici, era tra le due guerre uno scrittore di viaggi tra i piu' acuti e seguiti dai lettori inglesi. Era infatti, nel suo distacco, nel suo umorismo, e anche nella sua curiosità e audacia di viaggiatore, uno scrittore di viaggi di gusto molto inglese. Di quelli che, per cosi dire, considerano "selvaggi" non soltanto i popoli remoti che si recano a visitare, ma anche e forse soprattutto i propri compagni di viaggio e se stessi: inscenando cosi lo stesso andare come una commedia, i viaggiatori come protagonisti, piu' che limitarsi a illustrare persone e luoghi esotici. Questo libro è considerato una commedia di una metamorfosi: il viaggiatore, il cercatore dello spaesamento dell'altrove da osservare senza coinvolgimenti, che si trasforma, soffiando intorno venti bellicosi in Abissinia e nel mondo, nel corrispondente di guerra.

INDICE
Capitolo primo: Guida alla questione etiopica ad uso della donna intelligente; Capitolo secondo: Addis Abeba negli ultimi giorni dell'ImperO Etiopico; Capitolo terzo: Harar e Giggiga; Capitolo quarto: In attesa della guerra; Capitolo quinto: Anticlimax; Capitolo sesto: Addis Abeba nei primi giorni dell'Impero Italiano; Capitolo settimo: La strada.… (altro)