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La mia ammirazione per Neil Gaiman non è un segreto per nessuno, così come il mio desiderio di leggere tutto quel che ha pubblicato. Il suo nome ormai è, per me, come una garanzia di qualità che mi convince a entrare in una storia, conscia che varrà la pena leggerla. In più, Nessun dove è uno dei suoi romanzo più noti e apprezzati, quindi partiva con un carico di aspettative non indifferente. Mi pare quasi inutile dire che la “garanzia Gaiman” ha fatto centro anche questa volta e che Nessun dove mi è piaciuto moltissimo. Nato come riscrittura di una serie TV realizzata dallo stesso Gaiman in collaborazione con la BBC, questo libro non sembra risentire del difetto che spesso accompagna progetti del genere – ovvero, una realizzazione più simile alla trascrizione di una sceneggiatura, più che a un romanzo che riesca a stare sulle sue gambe. Nessun dove è scritto in modo tale che molti potrebbero credere che sia il libro ad essere stato trasposto in sceneggiato, e non il contrario. Probabilmente questo risultato è frutto della conoscenza, di prima mano e approfondita, che Gaiman ha con i più diversi mezzi d’espressione: occupandosi di TV, radio, fumetti, illustrazioni e chi più ne ha, più ne metta, deve aver sviluppato un livello di comprensione dei media invidiabile. Comunque, la serie televisiva è molto carina, quindi se riuscite a procurarvela dateci un’occhiata; ma ora lasciamola da parte e torniamo a parlare del libro (che è più bello della sua controparte visiva, giusto per metterlo in chiaro). Ciò che più colpisce è, senza dubbio, l’ambientazione. Londra è, di per sé, una città dotata di grande fascino: Londra Sotto riesce a superare la sua controparte quotidiana e a farla sembrare noiosa. Il tempo e lo spazio sembrano dilatarsi, dando luogo a una realtà alternativa oscura e bizzarra, attraversata da un caleidoscopio di gruppi, clan e specie diverse che fanno riferimento a tradizioni che definire “strane” è dire poco. Nel corso del libro ne incontreremo molte, talvolta anche tutte insieme, come durante un certo mercato speciale che riempirà d’entusiasmo l’immaginazione di ogni lettore. Altro tocco caratteristico è il gioco toponomastico che Gaiman porta avanti nel corso di tutta la storia, prendendo i nomi di zone iconiche di Londra – prendiamo, per esempio, Earl’s Court – e interpretandoli alla lettera – per cui il sopracitato Earl’s Court diviene, effettivamente, la corte di un conte. Ho adorato questo escamotage e non potevo fare a meno di andare in sollucchero ad ogni nuovo nome che passava dall’indicare una tranquilla zona di Londra al rappresentare un misterioso luogo fantastico, pieno di creature che possono essere tue amiche oppure puntarti come pranzo. Il modo in cui Gaiman si diverte con la realtà a sua disposizione, plasmandola per renderla sempre più estranea, è senz’altro la punta di diamante del libro. Oltretutto, il collegamento sempre vivo e presente con la Londra di tutti i giorni dà al tutto un tocco di veridicità tale da farti considerare l’effettiva possibilità dell’esistenza di Londra Sotto, anche se solo per un momento. Anzi, in verità, si arriva a pensare a una considerazione del genere perché si vorrebbero raggiungere Richard, Porta e tutti gli altri nel loro mondo oscuro e meraviglioso. D’altronde un’ambientazione, per quanto così ben congegnata, non porterebbe a molto senza dei personaggi che la abitino: in questo caso non sono molti, ma sono tutti ben delineati e sono degli ottimi compagni di viaggio. Richard, il protagonista principale, è catapultato nella vita di Londra Sotto per un suo gesto semplice, eppure non scontato, soprattutto ai giorni nostri: si è fermato ad aiutare una ragazza ferita sul ciglio della strada. Seguire tutto dalla sua prospettiva ci permette di identificarci al massimo nelle sue avventure, perché anche Richard, come noi, non sa nulla della Londra alternativa. È un protagonista a cui è facile voler bene, perché pur mostrando guizzi di coraggio e di intraprendenza, è un essere umano come tutti noi, che ha paura, dubita, affronta prove più grandi di lui e cade. Non è esattamente un personaggio a tutto tondo, ma ha diversi strati che gli danno una profondità molto umana, per l’appunto. Provoca un’innata simpatia nel lettore e credo sia impossibile non tifare per lui e per la sua metamorfosi nel corso della lettura. Porta, la ragazza cui ho accennato sopra, è l’epitome di Londra Sotto. Intrigante, particolare, difficilmente definibile e pericolosa, più di quanto non lasci intendere. Gaiman riesce sempre a delineare personaggi femminili realistici, non forti a tutti i costi o svenevoli in maniera imbarazzante: Porta non fa eccezione e vederla perseguire i propri obiettivi con tanta determinazione è stato fantastico. Le interazioni tra lei e Richard, basate sulle evidenti differenze caratteriali e sulla diversa realtà di provenienza, sono sempre divertenti e offrono ottimi momenti di distensione tra una morte scampata e l’altra. In effetti, da come ne ho parlato finora, sembra che l’avventura di Richard a Londra Sotto si sia limitata a una bella passeggiata esplorativa; non è così, ovviamente. Gli antagonisti ci sono e sono terribili: Mr. Croup e Mr. Vandemar. questi i loro nomi, sono esseri umani solo per quanto riguarda l’aspetto esteriore. Per quanto mi riguarda, Gaiman dà il suo meglio nelle loro descrizioni e nel parlare delle loro azioni: la loro personalità non ha grandi ombreggiature, ma la loro sete di sangue e l’amore per la violenza, compiuta senza alcun rimorso, li rende degli antagonisti particolarmente efferati. Paradossalmente, sono anche due dei personaggi più divertenti del libro: l’eloquio pomposo di Mr. Croup, contrapposto alla laconica (e violenta) presenza di Mr. Vandemar, conferisce alle loro apparizioni un fantastico humour nero. C’è da dire, però, che loro non sono gli unici antagonisti. Ce ne sono altri, persino più cattivi… Ma non vi dirò altro! Un altro personaggio che merita un paragrafo tutto per sé è il marchese De Carabas, individuo dalle mire non sempre chiare, sempre armato di battute taglienti e artefatti di dubbia provenienza. Un aiutante magico sui generis che riserva una sorpresa diversa ogni volta che appare che rende la storia ancora più movimentata. La trama, infatti, scorre senza intoppi e inanella, uno dopo l’altro, avvenimenti sempre più strani e pericolosi. L’entrata di Richard nel Mondo Sotto non è una passeggiata di piacere, come vi ho già accennato più volte, e il nostro eroe sarà costretto ad affrontare diverse avventure per poter riconquistare la propria vita (e cerco di nuovo di tenermi volutamente sul vago, perché in questo caso scoprire cosa i nostri eroi cercano, e perché, è uno dei piaceri della lettura). I pericoli sono reali e non tutti potranno vedere la fine del viaggio. C’è spazio anche per un paio di colpi di scena: alcuni inaspettati, altri più ovvi, ma in ogni caso presentati attraverso una gestione dei tempi narrativi ottima. Nessun dove è un libro che consiglio a chi ama i libri fantasy, a chi ama i libri di avventura e a chi ama, in generale, una bella storia; e se non si prende il massimo delle stelline è solo perché Gaiman, con American Gods, mi ha abituata a un livello standard più alto del normale. Comunque, il suo stile è sempre ottimo e rimane molto riconoscibile, fatto cui bisognerebbe dare l’apprezzamento che merita. L’ultima cosa che vorrei aggiungere è che una parte di me, in fondo, spera che Gaiman prima o poi riprenda questo mondo fantastico e scriva un altro libro sulle avventure possibili nei suoi meandri, magari trasferendosi anche in un altro paese… chissà, forse anche lungo la metropolitana della mia città c’è un mondo magico che aspetta solo di essere raccontato.
Gaiman blends history and legend to fashion a traditional tale of good versus evil, replete with tarnished nobility, violence, wizardry, heroism, betrayal, monsters and even a fallen angel. The result is uneven. His conception of London Below is intriguing, but his characters are too obviously symbolic (Door, for example, possesses the ability to open anything). Also, the plot seems a patchwork quilt of stock fantasy images. Adapted from Gaiman's screenplay for a BBC series, this tale would work better with fewer words and more pictures. The novel is consistently witty, suspenseful, and hair-raisingly imaginative in its contemporary transpositions of familiar folk and mythic materials (one can read Neverwhere as a postmodernist punk Faerie Queene). Readers who've enjoyed the fantasy work of Tim Powers and William Browning Spencer won't want to miss this one. And, yes, Virginia, there really are alligators in those sewers--and Gaiman makes you believe it. The millions who know The Sandman, the spectacularly successful graphic novel series Gaiman writes, will have a jump start over other fantasy fans at conjuring the ambience of his London Below, but by no means should those others fail to make the setting's acquaintance. It is an Oz overrun by maniacs and monsters, and it becomes a Shangri-La for Richard. Excellent escapist fare. È contenuto inHa l'adattamentoÈ espanso inHa ispiratoHa come supplemento
Fantasy.
Fiction.
Literature.
HTML: National Bestseller Selected as one of NPR's Top 100 Science Fiction and Fantasy Books of All Time The #1 New York Times bestselling author's wildly successful first novel featuring his new Neverwhere tale, "How the Marquis Got His Coat Back." Richard Mayhew is a young man with a good heart and an ordinary life, which is changed forever when he stops to help a girl he finds bleeding on a London sidewalk. His small act of kindness propels him into a world he never dreamed existed. There are people who fall through the cracks, and Richard has become one of them. And he must learn to survive in this city of shadows and darkness, monsters and saints, murderers and angels, if he is ever to return to the London that he knew. "A fantastic story that is both the stuff of dreams and nightmares" (San Diego Union-Tribune), Neil Gaiman's first solo novel has become a touchstone of urban fantasy, and a perennial favorite of readers everywhere. "Delightful ... inventively horrific." ??USA Today Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Quello che amo della sua scrittura è che i mondi a cui da vita sono tutti originali e curati fin nei minimi dettagli, e questo romanzo non fa eccezione: Londra-Sotto è una creazione affascinante che si imprime nella mente e negli occhi del lettore. Anche i personaggi che la popolano sono memorabili (pensiamo al marchese de Carabas o a Mr. Croup e Mr. Vandermar), benché non tridimensionali; il più insulso è proprio il protagonista Richard, tipico esempio dell' "eroe per caso" già visto in mille film e romanzi. Questo paradosso rispecchia il più grande problema dell'opera: l'autore sembra aver dato fondo a tutta la sua fantasia per l'ambientazione, accontentandosi per la trama di una storia prevedibile e un po' ripetitiva. E' più elaborato il contorno della portata principale, per così dire.
Nonostante questo è un fantasy solido, che non sconvolge i canoni del genere ma di sicuro appassiona e si lascia dietro un buon ricordo. (