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Sto caricando le informazioni... Uomini e topi (1937)di John Steinbeck
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Uomini e topi è un piccolo intenso dramma che colloca l'amara vicenda dei suoi protagonisti su uno sfondo di denuncia sociale. Il romanzo affronta in chiave simbolica il problema dell'emigrazione contadina all'Ovest, terra di mancate promesse negli anni successivi alla Depressione: è la storia tragica e violenta di due braccianti che trovano lavoro in un grande ranch della California, il grande Lennie, gigante buono e irresponsabile e il saggio George, guida e sostegno dell'amico. Lo Steinbeck noto è quello di Furore, il capolavoro assoluto della letteratura statunitense del secolo scorso; uomini e topi è un’opera minore, un racconto ambientato nel tessuto della miseria americana in cui Steinbeck si muove da maestro. La storia di due uomini, George e Lennie, uniti da un vincolo di amicizia vera, che cercano nel lavoro quotidiano le premesse di un sogno da realizzare: un terreno dove allevare polli e conigli. In una piccola fattoria trovano il lavoro e con il lavoro una varia umanità; ma Lennie, Lennie il sognatore, incarnazione della fragilità dell’uomo, non sa gestire la propria forza. E così, per amore, uccide i cuccioli di cane che non riesce ad accarezzare; e uccide l’unica donna della fattoria. George in un ultimo, infinito atto d’amore sparerà a Lennie, raccontandogli della loro fattoria. “Spesso i progetti anche i più buoni/ che fanno i topi e che fanno gli uomini/ finiscono in niente e in luogo della gioia/ restano solo dolore e stenti”. Le splendide parole di Robert Burns che hanno dato lo spunto a Steinbeck per il titolo di questo capolavoro minore. Romanzo del 1937, narra la storia tragica e violenta di due braccianti che trovano lavoro in un grande ranch della California: Lennie, forte e gigantesco ma che ha l'intelligenza di un bambino e George, che gli fa da guida e sostegno. Il loro sogno è un lavoro sicuro, una terra da comprare, di che vivere senza più paura del futuro e senza schiavitù. Lennie si aggrappa a quel sogno colorandolo di fantasie infantili, immaginando una scena idilliaca, e George gli dipinge quel quadro volentieri, perché la speranza non costa nulla. Il destino, la malizia di una donna e la violenza degli uomini scatenano una tragedia. La fine straziante commuove e il ritratto di questa America stretta dalla Depressione è una delle pagine più belle del grande Steinbeck. A ragione, nel 1962 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "Per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l'umore sensibile e la percezione sociale acuta". “Uomini e Topi”, romanzo di formazione del 1937, è uno dei maggiori capolavori dello scrittore americano John Steimbeck. Nonostante non sia un romanzo nel vero senso della parola, ma piuttosto un racconto lungo, la storia narrata è densa, coinvolgente ed emozionante, e la traduzione, di Cesare Pavese, è assolutamente all’altezza dell’originale americano. Il titolo utilizzato proviene da una poesia scozzese del ’700 di Robert Burns in cui il lavoro di un topo viene mandato all’aria da un aratro umano ed il fatto si innalzava a tragedia mondiale, avendo i due esseri, tanto il topo quanto l’uomo, il medesimo destino mortale. Riconducibile agli anni successivi alla Grande Depressione americana del 1929, Steimbeck offre al lettore una storia che ben delinea la grande povertà ed il grande esodo dei braccianti agricoli, costretti a muoversi da una fattoria all’altra alla ricerca di lavoro. Siamo in un tipico ranch americano, in California, dove i lavoranti ricevono vitto, alloggio e pochi spiccioli in cambio di prestazioni a giornata. I due protagonisti, Lennie e George sono appena arrivati e fanno conoscenza con gli altri braccianti. Lennie è dotato di una forza fisica che non riesce facilmente a gestire, un gran lavoratore, ma disturbato mentalmente. George invece, esile personaggio, rappresenta per lui un punto di riferimento, un’ancora a cui aggrapparsi quando la sua forza e i suoi limiti lo mettono nei guai; occasione che non manca mai di presentarsi. Ama rassicurare l’amico raccontando un futuro in cui loro due saranno proprietari di un bel podere e di una accogliente casetta, circondati da animaletti da allevare in armonia e felicità domestica. Molto del racconto fa capo a questi sogni infantili, ma il finale risulterà assai amaro: Lennie spezza il collo alla moglie del padrone, colpevole di non volersi far toccare. In realtà l’intenzione non era cattiva, ma il gigante Lennie non riesce a gestire se stesso e i propri desideri. Per questo motivo, per salvarlo dalla ferocia degli altri braccianti, George dovrà ucciderlo. E con la morte di Lennie anche lui smetterà di credere a quel sogno tante volte raccontato. Il ritmo di Steimbeck è veloce, serrato, i dialoghi riempiono l’intero romanzo, quasi non si ha il tempo di capire a quale durissimo finale si va incontro. “Uomini e Topi” è un vero capolavoro della narrativa mondiale, scritto attraverso una narrazione oggettiva, che trasmette la grande amarezza di chi insegue il sogno senza mai riuscire ad afferrarlo, la malinconia di una vita passata lontano da casa, da una baracca all’altra, nella speranza di un sempre piccolissimo risparmio. Un racconto di intensa poetica che non lascerà mai il lettore insoddisfatto. Appartiene alle Collane EditorialiBlackbirds (1994.4) Gallimard, Folio (37) Keltainen kirjasto (51) — 13 altro È contenuto inÈ rinarrato inHa l'adattamentoHa uno studioHa come guida per lo studente
In depression-era California, two migrant workers dream of better days on a spread of their own until an act of unintentional violence leads to tragic consequences. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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![]() GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.52Literature English (North America) American fiction 20th Century 1900-1944Classificazione LCVotoMedia:![]()
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