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A enthralling story about the inequalities of the 19th-century English legal system Bleak House is one of Charles Dicken's most multifaceted novels. Bleak House deals with a multiplicity of characters, plots and subplots that all weave in and around the true story of the famous case of Jarndyce and Jarndyce, a case of litigation in England's Court of Chancery, which starts as a problem of legacy and wills, but soon raises the question of murder.
L'ho finito, in due mesi esatti l'ho finito. Difficile dire quanto ho colto e quanto ho perso per strada dell'ingarbugliatissima vicenda, quante volte sono tornato indietro di capitoli interi per cercare di recuperare un personaggio che mi riappariva a distanza di trecento pagine senza che ne avessi conservato il minimo ricordo. Dovessi dire di aver trovato, o solo intravisto il bandolo della matassa, mentirei. Ma di sicuro nemmeno una volta mi è venuta la tentazione di abbandonarlo, nonostante ci siano momenti nei quali il libro stesso sembra chiedertelo. Sono così contento di averlo finito che quasi quasi come Esther Summerson, talmente buona da portare il lettore sull'orlo della crisi iperglicemica, mi faccio un bel pianto. Quattro stelle, con l'avvertenza che probabilmente io non ne ho goduta più di una e mezza. Il resto è tutto per Dickens, con un sospetto che è quasi certezza che alla fine dei conti quello che voleva era prenderci tutti per i fondelli. Bravo, porca miseria, bravo. ( )
You have to embrace Bleak House for what it is – a rambling, confusing, verbose, over-populated, vastly improbable story which substitutes caricatures for people and is full of puns. In other words, an 800-page Dickens novel.
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Dedicated, as a remembrance of our friendly union, to my companions in the guild of literature and art
Dedication of the 1853 edition
Incipit
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London. Michaelmas term lately over, and the Lord Chancellor sitting in Lincoln's Inn Hall.
"I have never had so many readers," wrote Dickens, referring to the publication of Bleak House - the novel in which he assailed the abuses of the Court of Chancery. (Editor's Note)
A Chancery Judge once had the kindness to inform me, as one of a company of some hundred and fifty men and women not labouring under any suspicions of lunacy, that the Court of Chancery, though the shining subject of much popular prejudice (at which point I thought the Judge's eye had a cast in my direction), was almost immaculate. (Preface)
Citazioni
Fumo che scende dai comignoli come una soffice acquerugiola nera con fiocchi di fuliggine grandi come fiocchi di neve vestiti a lutto, si potrebbe immaginare, per la morte del sole.
… nelle sale sfavillanti durante la stagione dei ricevimenti e molto lugubri negli altri giorni – terra d'incanto per gli ospiti, ma un deserto per chi vi abita.
«… Una cara creatura come lei, che è una gioia per tutta l'umanità, non la chiameremo un'orfana. È figlia dell'universo».
… un cortile quadrangolare adornato con tondi alberi lisci e blocchi di pietra tondi e lisci, come se gli alberi stessero per giocare a bocce con le pietre …
… c'erano due classi di persone caritatevoli: chi faceva poco ma suscitava un grande scalpore e chi faceva molto ma non provocava nessuno scalpore.
… finché non è avvertito che è l'ora di ritornare dal chicchirichì di un vivace gallo nella cantina di una piccola latteria di Cursitor Street, la cui idea del giorno sarebbe curiosa da verificare, in quanto per sua osservazione personale non ne sa quasi nulla.
Bussa, non riceve risposta, apre e così facendo spegne per caso la candela. L'aria della camera è così cattiva che avrebbe da sola spento la candela se non l'avesse spenta lui.
… c'è un fascio di polizze di pegno, biglietti di pedaggio sulla strada della Povertà;
Mrs Piper ha molto da dire, specialmente tra parentesi e senza punteggiatura, ma non un granché da raccontare.
Poi c'è Lord Boodle, molto stimato nel suo partito … Lord Doodle pensa con stupore che, nel caso che il presente governo fosse rovesciato, la scelta della Corona per la formazione di un nuovo ministero sarebbe limitata fra Lord Boodle e Sir Thomas Doodle – data l'impossibilità per il duca di Foodle di accordarsi con Goodle, dopo la rottura per quella faccenda con Hoodle. Poi, dando il Ministero dell'Interno e la Presidenza della Camera dei Comuni a Joodle, lo Scacchiere a Koodle, le Colonie a Loodle e il Ministero degli Esteri a Moodle, che cosa si doveva fare con Noodle? Non gli si poteva offrire la Presidenza del Consiglio che era riservata a Poodle. Non gli si potevano dare i Boschi e le Foreste che appena bastavano a Qoodle. … D'altra parte l'onorevole deputato William Buffy sostiene … che la rovina del paese … si deve attribuire a Cuffy. Se si fosse fatto con Cuffy ciò che si sarebbe dovuto fare la prima volta che giunse al Parlamento, e gli fosse stato impedito di allearsi con Duffy, si sarebbe alleato con Fuffy, lo avreste avuto dalla vostra parte con la sua forza di eloquente oratore contro Guffy, avreste fatto pesare sulle elezioni la ricchezza di Huffy, avreste avuto in tre contee Juffy, Kuffy e Luffy, e avreste rafforzato l'amministrazione con l'abilità politica e la conoscenza degli affari di Muffy. Tutto questo, invece di dipendere, come ora, dal semplice capriccio di Puffy.
Erano, le sue, buone qualità, senza le quali non si può giungere con merito in nessuna alta posizione; erano come il fuoco e l'acqua, che sono eccellenti servi, ma pessimi padroni.
Anche il Temple, Chancery Lane, Serjeants' Inn e Lincoln's Inn fino ai Fields sono come porti con la bassa marea dove giacciono, alti e asciutti sulla melma delle vacanze estive, atti arenati, uffici all'ancora, scrivani oziosi sugli sgabelli inclinati che non ritorneranno perpendicolari finché non arriverà la corrente del nuovo anno giudiziario.
«… Ma confidavo che le cose dovessero andare a posto». La diffusa idea che le cose un giorno debbano andare a posto! Non che debbano essere cambiate o messe a posto, ma che debbano «andare» a posto. Come se un matto si mettesse in testa che il mondo debba diventare triangolare!
Un impiegato l'aveva mandata da un altro e l'altro l'aveva rimandata al primo, e così avanti e indietro, finché parvero che fossero stati assunti per l'abilità di evitare i propri doveri, invece di compierli.
Così la notte se ne va a passi lenti e il lampionaio, che fa il suo giro come il boia di un re dispotico, taglia le piccole teste di fuoco che hanno contribuito a dissipare le tenebre.
Dissi che non era abitudine in Inghilterra dare titoli agli uomini che si segnalavano in imprese di pace, per quanto buone e grandi, tranne qualche volta se si era accumulata una grande quantità di denaro.
L'Inghilterra si è trovata in uno stato terribile per alcune settimane. Lord Coodle voleva dimettersi, Sir Thomas Doodle non voleva accettare la carica, e non essendovi nessuno in Gran Bretagna (per così dire) tranne Coodle e Doodle, si è rimasti senza governo. … Finalmente Sir Thomas Doodle non soltanto ha accettato la carica, ma lo ha fatto con molta grazia portando con sé tutti i nipoti, i cugini e i cognati. Così c'è ancora speranza per la vecchia nave.
Come un nerastro passero londinese tra i passeri appollaiati tra quei bei luoghi dove le pecore sono trasformate in pergamene e le capre in parrucche, si dirige lento verso casa l'avvocato fuligginoso e stinto: abita fra l'umanità senza frequentarla, è vecchio ma privo di geniali esperienze giovanili, e si è abituato da così tanto tempo a fare il suo nido contorto negli angoli della natura umana, da averne dimenticato la bontà e la grandezza.
Singhiozzai ancora un po'; ma perché avevo pianto, non perché piangessi ancora.
Il mare si sollevava sotto una folta nebbia bianca e non c'era altro movimento che quello di pochi funai mattinieri che, con una matassa avvolta intorno al collo, sembravano stanchi della loro esistenza, filando se stessi e trasformandosi in corda.
Alcuni ripensano raramente al padre, ma pare che, nei libretti di risparmio della loro memoria, abbiano trasferito tutto il loro capitale di affetto filiale sul nome materno.
Nel corso di quelle ricerche inciampa su qualcosa e girando la lente da quella parte vede il cugino steso a terra come un albero abbattuto. … Lady Dedlock viene cercata ovunque, ma invano. … Viene scoperta sul tavolino la sua lettera a Sir Leicester – ma ancora c'è il dubbio che egli abbia ricevuto da un altro mondo un'altra lettera con l'obbligo di risposta personale; e che tutte le lingue vive e morte siano per lui la stessa cosa.
Così come tutte le separazioni preannunciano la grande separazione finale, le stanze vuote, private della presenza familiare, bisbigliano lugubri ciò che la vostra camera e la mia dovranno diventare un giorno.
Ultime parole
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"But I know that my dearest little pets are very pretty, and that my darling is very beautiful, and that my husband is very handsome, and that my guardian has the brightest and most benevolent face that ever was seen, and that they can very well do without much beauty in me--even supposing--."
A enthralling story about the inequalities of the 19th-century English legal system Bleak House is one of Charles Dicken's most multifaceted novels. Bleak House deals with a multiplicity of characters, plots and subplots that all weave in and around the true story of the famous case of Jarndyce and Jarndyce, a case of litigation in England's Court of Chancery, which starts as a problem of legacy and wills, but soon raises the question of murder.
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Descrizione del libro
Il romanzo è una satira della costosa e rovinosa procedura dell'antica corte della Cancelleria, illustrata dal caso di eredità Jarndyce & Jarndyce, che viene interamente assorbita dalle spese legali, provocando la rovina e la morte d'un giovanotto inconcludente, Richard Carstone che, con la cugina con cui si era segretamente sposato, mirava a mettere le mani su quella eredità. Il libro è pieno di scene truci come un romanzo nero, dove, tra i vicoli bui e maleodoranti, si muovono figure sospette e anche le cose assumono un'aria sinistra. Con un saggio di Vladimir Nabokov.
Dovessi dire di aver trovato, o solo intravisto il bandolo della matassa, mentirei. Ma di sicuro nemmeno una volta mi è venuta la tentazione di abbandonarlo, nonostante ci siano momenti nei quali il libro stesso sembra chiedertelo.
Sono così contento di averlo finito che quasi quasi come Esther Summerson, talmente buona da portare il lettore sull'orlo della crisi iperglicemica, mi faccio un bel pianto.
Quattro stelle, con l'avvertenza che probabilmente io non ne ho goduta più di una e mezza. Il resto è tutto per Dickens, con un sospetto che è quasi certezza che alla fine dei conti quello che voleva era prenderci tutti per i fondelli. Bravo, porca miseria, bravo. ( )