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Franco Lucentini (1920–2002)

Autore di La donna della domenica

51+ opere 1,639 membri 32 recensioni

Sull'Autore

Comprende anche: Carlo Fruttero (1)

Fonte dell'immagine: Cinemastore

Opere di Franco Lucentini

La donna della domenica (1972) 385 copie
La verità sul caso D (1989) 241 copie
L'amante senza fissa dimora (1986) 200 copie
A che punto è la notte (1979) 180 copie
Enigma in luogo di mare (1991) 159 copie
Il cretino in sintesi (1985) 32 copie
La prevalenza del cretino (1985) 20 copie
Il quarto libro della fantascienza (1991) — A cura di — 19 copie
I compagni sconosciuti (1951) 14 copie
Il colore del destino (1987) 13 copie
Notizie degli scavi (2001) 9 copie
L'idraulico non verrà (1993) 6 copie
Vangelo secondo Luca (1999) 4 copie
Stella a cinque mondi — A cura di — 4 copie
Cratere e caverna — A cura di — 3 copie
Un passo avanti e due indietro — A cura di — 3 copie
Fantastrenna — A cura di — 3 copie
I nottambuli (2002) 3 copie
Goth 3 copie
Questa notte attenti agli UFO — A cura di — 1 copia
C'è sempre una guerra — A cura di — 1 copia
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Il mago Wiz 1 copia

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Informazioni generali

Nome canonico
Lucentini, Franco
Data di nascita
1920-12-24
Data di morte
2002-08-05
Luogo di sepoltura
Cimitero monumentale, Torino, Italy
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
Rome, Italy
Luogo di morte
Turin, Italy
Premi e riconoscimenti
Campiello (Speciale della Giuria dei Letterati, 2000)

Utenti

Discussioni

Recensioni

E' un libro interessante sul palio di Siena dove il giallo, l'intrigo e la suspence sembrano fare solo di contorno al popolare evento. Il libro di prende e ti incolla alle vicende di questa coppia che per errore si ritrova in una villa dove il mistero serpeggia tra gli ospiti. Finale un po' deludente con toni esistenziali.
 
Segnalato
GabrieleSc | 1 altra recensione | May 21, 2022 |
Romanzo ben noto e apprezzato, capostipite del poliziesco all'italiana di cui è tuttora uno degli esempi più illustri.
Il segreto del suo successo sta nel fatto che è molto più di un giallo: è un romanzo di costume, una satira arguta e sottile sulla "Torino bene" dei primi anni '70, quando il provincialismo elitario della borghesia cominciava a fare i conti con la modernità.
Facciamo la conoscenza di un variegato sottobosco di personaggi, dalla moglie di industriale snob e annoiata all'impiegatuccio con vaghe aspirazioni culturali, passando per figli di papà, intellettuali frustrati e traffichini: tutti messi alla berlina ma mai con cattiveria, anzi con una sorta di ironia bonaria e comprensiva che da il tono a tutto il romanzo.
E' inevitabile che la trama gialla si perda fra un appuntamento dal parrucchiere e un giro fra le colline del Monferrato, ci sono momenti in cui viene da chiedersi se gli autori per caso non se ne siano dimenticati: per fortuna però alla fine tutti i nodi vengono al pettine e ci accorgiamo che dietro le chiacchiere oziose e le scenette pittoresche c'è un impianto narrativo solidissimo, che porta ad una soluzione inaspettata ma logicamente ineccepibile.
Libro brillante, forse un po' dispersivo all'inizio ma poi si riprende bene e si legge con grande piacevolezza.
… (altro)
½
 
Segnalato
Lilirose_ | 9 altre recensioni | Aug 20, 2021 |
Fruttero e Lucentini hanno tenuto per anni delle rubriche su “La stampa” irridendo con grazia e intelligenza i malcostumi dell’epoca; la lettura di questo libro pone un unico quesito: ma quanto si sarebbero divertiti con Di Maio, Salvini, Brunetta e la Boschi? Sarebbero morti dalle risate e avrebbero fatto ridere tanto anche noi; o forse, più probabile, il loro stile denso e corposo avrebbe annoiato il non lettore 4.0 troppo preso a discutere di scie chimiche e vaccini; l’attualità degli scritti di Fruttero e Lucentini è disarmante, l’ignoranza dilagante, il basso livello della politica, l’assenza di punti di riferimento culturali; eppure, come dire, in quegli anni, ci sono articoli degli anni 70, scrivevano la Fallaci, Pasolini, Calvino. Oggi Travaglio, Saviano e la Lucarelli. Eppure leggendo i racconti, spaccati italiani, si vedono i germi della deriva che poi avrebbe investito l’Italia e la sua, povera, cultura. La prevalenza del cretino era un libro di attualità, pubblicato sicuramente per la notorietà dei due autori al tempo; ma oggi diventa quasi un libro di storia, quelle piccole storie, fotografate con una polaroid di parole forti e potenti, si trasformano in figurine deliziose da sfogliare.… (altro)
 
Segnalato
grandeghi | May 26, 2018 |
“l’idraulico / non verrà. L’impercettibile / passo da scroscio a filo, / a scroscio eluderà / senza fine / la tua mano millimetrata.”

Donna che regola il televisore

Eppure l’ombra nobilmente
Panneggia la casacca
di acrilica fibra turchina
e il braccio nudo
sguaina il suo rosa
diagonale: né mancano
alla nuca spioventi
rifrazioni di neon.
Il labbro addentato raccoglie
Il latte dello schermo
E la mano è perfetta:
una conchiglia intorno
perché allora non lievita
Il gesto, perché
Non condensa antiche
Cornici questa serena
Elettronica? Perché
Vermeer con ali di nebbia
Non entra nel bar di corso Lodi?

Proseguendo alla scoperta della premiata ditta Fruttero & Lucentini mi sono imbattuto in questo micro volumetto che contiene poesie e poemi scritti da entrambi pubblicati per la prima volta nel 1971 e ripubblicati vent’anni dopo sfidando l’oblio che aveva avvolto quella prima stampa. Devo dire che ho letto molto di peggio, il premiato duo si lancia in spericolate acrobazie verbali, criptiche e surreali, senza preoccuparsi troppo del risultato, che comunque sembra apprezzabile, e della reputazione messa ormai al sicuro da una fulgida carriera alle spalle.
Due esempi della verve poetica degli autori, sopra di Carlo Fruttero, sotto di Franco Lucentini.

“Tempus per se non est,” bene intuisce Lucrezio
negando che senza le Cose, cioè prima, possa aver corso.
Ma il suo distinguo è teorico, che non ammette un inizio
Il suo modello impeccabile, greco, dell’universo.
Sembra lo stesso Lucrezio, piuttosto, chiedersi se
Davvero il Tempo (ab alio, almeno, se non per se)
Corra nel suo sistema. Lettore, apprezza il suo dubbio!
Che se da una parte non corre, come tu stesso mi insegni,
tempo tra i puri numeri, dall’altra non solo Pitagora,
ma ad ogni uomo di fede corpuscolare cinetica
s’addice il detto di Hirn: non è il mondo una matematica.
… (altro)
 
Segnalato
barocco | May 29, 2017 |

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