Flannery O'Connor (1925–1964)
Autore di Tutti i racconti
Sull'Autore
(eng) There are two different versions of the book Three (or 3). They both contain Wise Blood and The Violent Will Bear It Away, and some contain A Good Man Is Hard to Find while others contain Everything That Rises Must Converge. Please be conscious of this difference when adding or combining works. If you own an edition of Three, please make sure it is combined with the correct work, and please do not combine the two separate works entitled Three (or 3).
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Informazioni generali
- Nome canonico
- O'Connor, Flannery
- Nome legale
- O'Connor, Mary Flannery
- Data di nascita
- 1925-03-25
- Data di morte
- 1964-08-03
- Luogo di sepoltura
- Memory Hill Cemetery, Milledgeville, Georgia, USA
- Sesso
- female
- Nazionalità
- USA
- Luogo di nascita
- Savannah, Georgia, USA
- Luogo di morte
- Milledgeville, Georgia, USA
- Causa della morte
- complications of lupus
- Luogo di residenza
- Savannah, Georgia, USA
Milledgeville, Georgia, USA
Redding, Connecticut, USA
Iowa City, Iowa, USA - Istruzione
- University of Iowa (MFA|1947)
Georgia State College for Women (BA|1945)
Peabody Laboratory School - Attività lavorative
- novelist
essayist
reviewer - Relazioni
- Lytle, Andrew (teacher)
- Organizzazioni
- Yaddo
Iowa Writers' Workshop - Premi e riconoscimenti
- Georgia Women of Achievement (1992)
American Academy of Arts and Letters Academy Award (Literature ∙ 1957)
Georgia Writers Hall of Fame
National Book Award for Fiction (1972) - Nota di disambiguazione
- There are two different versions of the book Three (or 3). They both contain Wise Blood and The Violent Will Bear It Away, and some contain A Good Man Is Hard to Find while others contain Everything That Rises Must Converge. Please be conscious of this difference when adding or combining works. If you own an edition of Three, please make sure it is combined with the correct work, and please do not combine the two separate works entitled Three (or 3).
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- ISBN
- 301
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Flannery O’Connor ha avuto vita breve e sofferta e a trentanove anni, nel 1964, è morta della stessa terribile malattia che aveva già ucciso suo padre. A guardarla nelle foto, con il filo di perle, l’occhiale da brava ragazza studiosa, sembra impossibile che abbia potuto concepire queste short stories di angosciante tristezza, ambientate quasi tutte in quel Sud nel quale era nata e cresciuta. Sono storie di agricoltori e di gente di provincia, oppressa dalla cappa soffocante dell’ignoranza e della miseria e dall’ossessione per "i negri". Sono racconti durissimi, che non fanno nessuna concessione al romanticismo o alla voglia di lieto fine e nelle quali la storia della padrona di una fattoria maciullata da un toro inferocito prende quasi il ruolo di intermezzo rilassante fra quelle del nonno che spacca la testa alla nipotina, del figlio che uccide la madre per errore o del ragazzino che si impicca a una trave della soffitta. Questi momenti terribili sono raccontati con un tono mai compiaciuto del dettaglio orripilante: la voce della O’Connor sembra voler mantenere una sorta di distacco emotivo da ciò che racconta, su tutto calando piuttosto un velo di tristezza sconfinata.
Non sappiamo la fine della povera ragazza minorata abbandonata al bar di una stazione di servizio dal balordo che l’ha sposata solo per fregarle l’automobile. Forse la madre la ritroverà ma questo non ci consola. Il volume è uno di quei libri che si lasciano con un sottile, anche se inconfessato, senso di liberazione. Con tutto ciò Flannery O’Connor è una scrittrice da leggere: magari al momento giusto, quando i meccanismi di autodifesa sono al loro posto e prontamente reattivi.… (altro)