Emily St. John Mandel
Autore di Stazione undici
Sull'Autore
Emily St. John Mandel was born in British Columbia, Canada. She is a staff writer for The Millions. She has written several novels including Last Night in Montreal, The Singer's Gun, The Lola Quartet, and Station Eleven. Her work has appeared in numerous anthologies including The Best American mostra altro Mystery Stories 2013 and Venice Noir. In 2015, her novel, Station Eleven, was on the New York Times bestseller list and was nominated for the PEN/Faulkner Award for Fiction 2015. In the same year she won the 2015 Arthur C. Clarke Award for science-fiction writing for her novel Statio Eleven. (Bowker Author Biography) mostra meno
Fonte dell'immagine: Kevin Mandel
Opere di Emily St. John Mandel
Opere correlate
My Bookstore: Writers Celebrate Their Favorite Places to Browse, Read, and Shop (2012) — Postfazione — 569 copie, 15 recensioni
The Late American Novel: Writers on the Future of Books (2011) — Collaboratore — 65 copie, 2 recensioni
Etichette
Informazioni generali
- Data di nascita
- 1979
- Sesso
- female
- Nazionalità
- Canada (dual citizenship)
USA (dual citizenship) - Luogo di nascita
- British Columbia, Canada
- Luogo di residenza
- Brooklyn, New York, USA
- Istruzione
- School of Toronto Dance Theatre
- Attività lavorative
- author
- Agente
- Katherine Fausset (Curtis Brown) [books]
Britton Rizzio (Writ Large) [screewriting]
Noah Rosen (Writ Large) [screewriting] - Breve biografia
- Born on the coast of British Columbia, Canada in 1979. She studied dance at The School of Toronto Dance Theatre and lived briefly in Montreal before relocating to New York. She lives in Brooklyn.
Utenti
Discussioni
August 2023: Emily St. John Mandel in Monthly Author Reads (Agosto 2023)
Found: SciFi/Fan pandemic in Name that Book (Settembre 2021)
Canadian Author Challenge — May: Michel Tremblay & Emily St. John Mandel in 75 Books Challenge for 2016 (Giugno 2016)
Recensioni
Liste
Overdue Podcast (1)
Best Dystopias (1)
Indie Next Picks (4)
Unread books (1)
Obama Reads (1)
Magic Realism (1)
Female Author (1)
Netgalley Reads (1)
SFFCat 2015 (1)
io9 Book Club (1)
2021 (1)
Science Fiction (1)
Books to Read (1)
Reading 2022 (1)
Canada (1)
Favourite Books (1)
BbBooBooks (1)
Premi e riconoscimenti
Potrebbero anche piacerti
Autori correlati
Statistiche
- Opere
- 8
- Opere correlate
- 6
- Utenti
- 20,428
- Popolarità
- #1,060
- Voto
- 4.0
- Recensioni
- 1,304
- ISBN
- 208
- Lingue
- 15
- Preferito da
- 28
Cosa scrivere di Station Eleven? È uno strano libro: tra le sue pagine non ho trovato niente di nuovo, niente che non avesse già letto in altri romanzi. Compare un nuovo virus influenzale e la malattia che si diffonde rapidamente e altrettanto rapidamente uccide, senza dare tempo al personale sanitario o a chicchessia di prendere le giuste precauzioni o organizzare un lockdown. Insomma, SARS-CoV-2 e COVID-19 scansatevi. Finisce la civiltà per come la conosciamo e seguiamo un gruppo di persone in questa nuova realtà post-apocalittica.
Però.
Però questo romanzo mi è ronzato in testa per giorni e ci sono diversi passaggi nei quali ha toccato i miei punti deboli: è una storia sulle reazioni umane a un evento così catastrofico e poche cose mi commuovono come la messa a nudo della fragilità umana. St. John Mandel è stata molto abile nel mantenere l’equilibrio tra gli estremi che spesso caratterizzano questo tipo di storie, cioè non è mai troppo catastrofista e non è mai troppo ottimista: i suoi personaggi si muovono in un mondo abitato da persone traumatizzate e da giovani che non hanno mai conosciuto altro che quella civiltà disfatta.
Il prima diventa un ricordo, un rimpianto o un racconto meraviglioso. Un tempo c’era energia elettrica a illuminare le notti. Perché non ho imparato com’è fatto e come funzionava un computer per poterlo spiegare? Davvero si poteva volare con gli aerei? Il dopo, di conseguenza, viene plasmato dalla reazione al trauma, che varia da persona a persona, perché diverse sono le loro idee, le loro storie, i loro caratteri. Non è detto che sia una reazione positiva; a volte è solo la presa di coscienza di non poter vivere dopo il collasso della tua civiltà. Magari perché l’antidepressivo che prendevi non esiste più.
Penso che Station Eleven mi sia rimasto così tanto in testa semplicemente perché, senza sentimentalismi, racconta delle piccole grandi cose che rendono piacevole (e a volte possibile) la nostra esistenza. È vero che la nostra società ha dei problemi macroscopici – anzi, direi che alcuni sono proprio giganteschi – ma abbiamo anche inventato un sacco di cose belle. Dobbiamo “solo” diventare più bravз a difenderle e condividerle. “Solo”.… (altro)