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Tracy Chevalier

Autore di La ragazza con l'orecchino di perla

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Sull'Autore

Tracy Chevalier was born on October 19, 1962 in Washington, D.C. After receiving a B.A. in English from Oberlin College, she moved to England in 1984 where she worked several years as a reference book editor. Leaving her job in 1993, she began a year-long M.A in creative writing at the University mostra altro of East Anglia. She is the author of several novels including The Virgin Blue, Burning Bright, Remarkable Creatures, and The Last Runaway. Her novel Girl with a Pearl Earring was made into a film starring Colin Firth and Scarlett Johansson. (Bowker Author Biography) mostra meno
Fonte dell'immagine: Photo by Graham Barclay

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Informazioni generali

Nome canonico
Chevalier, Tracy
Nome legale
Chevalier, Tracy Rose
Data di nascita
1962-10-19
Sesso
female
Nazionalità
EUA
Luogo di nascita
Washington, D.C., EUA
Luogo di residenza
London, England, UK
Istruzione
Oberlin College (B.A. ∙ 1984)
University of East Anglia (M.A. ∙ 1994)
Bethesda-Chevy Chase High School
Attività lavorative
historical novelist
reference book editor
Premi e riconoscimenti
Fellow, Royal Society of Literature (2008)
Agente
Jonny Geller (Curtis Brown)
Breve biografia
Tracy Chevalier (born October 1962 in Washington, DC) is a bestselling historical novelist. She lives in London with her husband and son.

Chevalier was raised in Washington, D.C and graduated from Bethesda-Chevy Chase High School in Bethesda, Maryland. After receiving her B.A. in English from Oberlin College, she moved to England in 1984 where she worked several years as a reference book editor. Leaving her job in 1993, she began a year-long M.A in creative writing at the University of East Anglia.

Utenti

Recensioni

Recensione non mia, ma di cui condivido ogni parola:

"Ci ho provato e riprovato, gli ho dato fiducia fino alle ultime pagine, ma niente da fare. Questo libro non è proprio riuscito a farmi provare quelle emozioni attese di cui avevo letto in altre recensioni e che mi aspettavo da una trama a detta di tutti struggente e passionale.
No, non ho letto un romanzo d’amore platonico e no non ho avuto l’impressione che Griet fosse la musa di Vermeer ma soltanto che fosse sua serva e che lui se ne potesse servire come voleva.
La scena in cui lei, davanti a lui e in lacrime, con uno spillo si buca il lobo dell’orecchio mi ha messo i brividi. E’ una tortura vera e propria quella a cui Griet è stata sottoposta per il quadro: fisica e psicologica.
Dove si trova esattamente la relazione fatta di sospiri, sguardi, parole non dette, complicità e passione? Io non l’ho vista. Amore platonico? Ma no, lui è il suo padrone e lei solo una serva che posa per lui. Una serva che porta scompiglio ed è fonte di invidia e oggetto di dispetti per tutta la numerosissima famiglia.
Bellissima l’idea dell’autrice di creare un una storia partendo da un solo dipinto e ben fatta la caratterizzazione dei personaggi. Il libro riesce inoltre ad appassionare all’arte e alle tecniche di pittura ed è capace di evocare immagini e situazioni.
Ammetto di aver letto il libro con un sentimento di amarezza continuo: l’ immensa reverenza che Griet riserva a Vermeet da’ fastidio, è immotivata e solo la sua giovanissima età potrebbe esserne una spiegazione.
Nonostante ciò Griet suscita simpatia e si tifa per lei. Ci si rende conto fin da subito che lei è un’artista mancata: dispone gli ortaggi sul tagliere in ordine cromatico, stando attenta a non accostare colori che non stanno bene insieme perché non risaltano, fa le pulizie prendendo continuamente misura delle cose in modo da non spostare nulla, come un pittore che quando dipinge cerca le proporzioni e studia attentamente gli oggetti.
E’ bravissima a mescolare i colori, anche meglio del maestro e l’intuizione geniale dell’orecchino di perla che cattura la luce è sua (Vermeer ci arriverà solo giorni dopo).
Ecco quindi la riflessione più frustrante, per me il cuore del romanzo (altro che storia d’amore): chissà se Griet fosse stato un uomo che gran pittore sarebbe diventato! Ma è una donna e per lei non ci sono lezioni né aspettative. La sua aspirazione è solo un buon matrimonio che possa sistemare lei e la sua famiglia.
E’ un bel libro ma lascia l’amaro in bocca per quella che è stata la condizione femminile nell’ Olanda del 1600, che ci riporta in atmosfere ormai desuete ma che è importante conoscere. Importante per apprezzare meglio ciò che si ha oggi."
… (altro)
 
Segnalato
Clippi94 | 315 altre recensioni | Jul 23, 2022 |
Storia con vicende anticonvenzionali nell'Inghilterra del 1932. Violet è una zitella, una "donna in eccesso", di quella generazione di donne trovatesi in sovrannumero rispetto agli uomini, per la carneficina della Grande Guerra. Al fronte è morto il suo adorato fratello maggiore, portando con sé ogni residua emotività di sua madre, da allora chiusasi in un lutto e in un astio perenni; al fronte è morto il suo fidanzato, col quale ebbe un'unica irripetibile notte di amore, ma non lo può piangere perché l'unico dolore sovrano è quello della madre per l'innaturale perdita del primogenito.
Finché è stato in vita almeno il padre Violet è riuscita a tirare avanti, tra il lavoro in un ufficio, qualche amicizia e qualche effimera avventura di una sera, per mero sesso.
Ma non accetta che la sua vita di donna destinata comunque a rimanere sola, si consumi al servizio di una madre che fa di tutto per ferirla, umiliata e sminuirla. Chiede il trasferimento in un'altra sede della sua compagnia e ricomincia da capo in un'altra città. Non sarà facile, non sarà indolore ma difenderà con le unghie e coi denti la conquistata indipendenza e apertura mentale.

Buffo come di molti libri mi lamento per l'happy ending forzato, mentre in questo penso che la protagonista meritasse qualcosa in più...
… (altro)
 
Segnalato
ShanaPat | 65 altre recensioni | Jul 6, 2020 |
Non condividendo l'entusiasmo generale per "La ragazza con l'orecchino di perla", mi sono approcciata a questo romanzo con un po' di titubanza.
Invece si tratta di una storia semplice ma avvincente, che unisce una scrittura vivace ad una buona caratterizzazione dei personaggi; buona ma non ottima, perchè i protagonisti pensano ed agiscono in maniera troppo moderna, sembrano persone di oggi intrappolate nel medioevo; anche l'ambientazione lascia molto a desiderare, è asettica e priva di qualunque peculiarità storica o culturale. Entrambi questi difetti li avevo riscontrati anche ne "La ragazza con l'orecchino di perla", comincio a pensare che sia proprio una precisa (e discutibile) scelta stilistica della Chevalier.
Invece ho molto apprezzato i punti di vista multipli, espediente non certo originale ma in grado di spezzare la monotonia dando un ritmo più sostenuto alla narrazione; anche i toni sempre in bilico tra commedia e dramma hanno contribuito a tenere desto il mio interesse.
In conclusione pur con tutti i suoi difetti è un libro estremamente scorrevole, che non pretende di essere un capolavoro ma intrattiene piacevolmente.
… (altro)
 
Segnalato
Lilirose_ | 122 altre recensioni | May 4, 2020 |
È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista. Jean Le Viste l'ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna gli ha commissionato arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d'Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa.… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | 122 altre recensioni | Apr 25, 2020 |

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