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Flatland: A Romance of Many Dimensions…
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Flatland: A Romance of Many Dimensions (Dover Thrift Editions) (originale 1884; edizione 1992)

di Edwin A. Abbott

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9,752182783 (3.75)177
Flatlandia fu scritto nel 1888 da Edwin Abbott Abbott. Il racconto, fantastico, racconta la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che entra in contatto con l'abitante di un universo tridimensionale. È un racconto che affronta da un punto di vista della matematica e della geometria il tema della multidimensionalità dell'universo. Ad una prima parte, in cui si descrive un mondo dalle vedute limitate e allusivo all'epoca vittoriana, segue una seconda parte in cui la mente del protagonista viene aperta e illuminata da un intervento superiore. Così anche la mente del lettore si apre agli interrogativi sulla quarta, quinta, sesta dimensione, e oltre...… (altro)
Utente:CKHarrigan
Titolo:Flatland: A Romance of Many Dimensions (Dover Thrift Editions)
Autori:Edwin A. Abbott
Info:Dover Publications (1992), Edition: Unabridged, Paperback, 96 pages
Collezioni:La tua biblioteca, In lettura, Lista dei desideri, Da leggere, Letti ma non posseduti, Preferiti
Voto:
Etichette:to-read

Informazioni sull'opera

Flatlandia di Edwin A. Abbott (1884)

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Questo libro mi ha spiazzato. Non so neanch' io cosa mi aspettassi, ma di sicuro non qualcosa di così diverso da tutto quel che ho letto finora.
E' un gioco intellettuale più che un'opera letteraria, un divertissement che tocca vette di genialità e che è impossibile da definire.
In certi passaggi sembra una versione più sobria e meno graffiante della satira usata da Swift ne I viaggi di Gulliver, in altri può essere considerato un antesignano delle distopie del '900, senza dimenticare poi le parti più squisitamente matematiche e geometriche, che rivestono una parte importantissima nell'economia del testo.
Insomma è tutto e il contrario di tutto, un unicum nella storia della letteratura.
Anche lo stile riflette questa eccezionalità ed è multiforme e variegato, dal rigore scientifico si passa ad estasi profetiche di stampo biblico: l'effetto che ne viene fuori è straniante e quasi allucinatorio.
Per tutti questi motivi è un testo che chiunque dovrebbe leggere, ma allo stesso tempo è anche impossibile che possa davvero entrare nel cuore di qualcuno. E' un brillante esercizio mentale, da apprezzare con distacco come si apprezzerebbe un'opera di ingegneria ben fatta, ma lontano dalle emozioni che dovrebbe suscitare un'opera d'arte. ( )
  Lilirose_ | Feb 27, 2021 |
Molto bello. Fa pensare a quanto spesso limitiamo il nostro mondo e le nostre idee a ciò che vediamo, senza andare almeno un po' più in la, in avanti ( )
  jcumani | Aug 22, 2017 |
“Essere soddisfatti di sé significa essere vili e ignoranti, meglio aspirare a qualcosa che essere ciecamente, e impotentemente, felici.”

Molto conosciuto a dispetto della sua non facile lettura, questo testo del reverendo Abbot si inserisce a pieno merito nel filone della letteratura inglese dedita a rimarcare con sarcasmo e ironia i vari difetti degli uomini, sulla scia di altri capolavori del genere come “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, per fare un esempio noto.
Se da una parte si discute delle varie scienze matematiche, nonché geometriche, visive e prospettiche, per venire a capo delle verità dimensionali non accettate da altri mondi meno evoluti, in quanto difficile per loro credere a quello che non vedono, in questo scettici come gli uomini; dall’altra si parla e si descrivono i vari mondi con i loro abitanti, sotto forma di: punti, linee, segmenti e figure geometriche varie, con i loro modi di vivere, che prevedono, almeno nella Flatlandia, misure e pene severissime, fino all’eliminazione materiale, per chi non si attiene alle regole rispettando la rigida disciplina; leggi quindi, non molto diverse da quelle degli uomini, comprese le connotazioni negative.
È un racconto fantastico, nel senso del genere narrativo che, chi è appassionato di geometria e altre scienze matematiche, proverà piacere nel leggere, e chi non lo è potrà apprezzare la fervida fantasia dell’autore nell’immaginare questi mondi pieni di riferimenti reali e concreti al nostro mondo imperfetto.
Voglio sottolineare, a proposito degli sberleffi sarcastici, l’imbarazzante caratterizzazione delle donne di Flatlandia che subiscono un trattamento al limite del ridicolo con la grottesca trovata che, essendo pericolose per l’incolumità altrui sono costrette a muoversi segnalando sempre la loro presenza con un canto cosiddetto della pace o in alternativa muovendo continuamente il posteriore: destra, sinistra; sinistra, destra, in un movimento poco edificante, ma forse con un ben preciso riferimento.
Inutile dire che queste trovate costarono al reverendo più di un attacco per misoginia conclamata che lui però continuò sdegnosamente a respingere negando particolari avversioni verso il gentil sesso, ma con poco credito, aggiungo io… ( )
  barocco | May 31, 2017 |
Un po' didattico pedagogico, un po' satira della società vittoriana (ma a guardar bene attualissima), Flatlandia è un libro davvero delizioso. L'invito è quello a non dare per scontato che la nostra realtà sia tutto il mondo, l'invito è ad aprire gli occhi e tenerli aperti, ad uscire dal nostro piccolo regno fatto delle sicurezze che ci siamo costruiti per scoprire non solo cosa ci può essere al di sopra delle nostre teste, ma anche all'interno della nostra realtà. Infatti se la parte più godibile è quella in cui il quadrato protagonista viene portato nella spazio a tre dimensioni da una sfera evangelista, le parti che mi hanno colpito di più sono quelle, brevi brevi, in cui il quadrato scopre l'esistenza del regno a una dimensione, e la sfera della terza dimensione gli svela anche l'esistenza del mondo a dimensione zero, del punto che basta a sé stesso ed è tutto il mondo per sé stesso, e crede di godere della vera pienezza e felicità.
Mi è venuto subito in mente con forza This is Water di David Foster Wallace, chissà perché :) .... ( )
1 vota LdiBi | Oct 24, 2015 |

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Abbott, Edwin A.autore primariotutte le edizioniconfermato
Bradbury, RayIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Brandt, AdrielNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
D'Amico, MasolinoTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Dewdney, A. K.Introduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Edelmann, HeinzProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Hoffmann, BaneshIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Jann, RosemaryA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Kalka, JoachimTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Langton, JamesNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Lightman, Alan P.Introduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Manganelli, GiorgioPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Paulos, John AllenPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Smith, ValerieIntroduzioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
"O day and night, but this is wondrous strange"
"Fie, fie, how franticly I square my talk!"
Ahimè, ch'io squadro il mio parlare come un folle!
Dedica
Agli
Abitanti dello SPAZIO IN GENERALE
E a H. C. IN PARTICOLARE
È Dedicata Quest'Opera
Da un Umile Nativo della Flatlandia
Nella Speranza che,
Come egli fu Iniziato ai Misteri
Delle TRE Dimensioni
Avendone sino allora conosciute
SOLTANTO DUE
Così anche i Cittadini di quella Regione Celeste
Possano aspirare sempre più in alto
Ai Segreti delle QUATTRO CINQUE O ADDIRITTURA
SEI Dimensioni
In tal modo contribuendo
All'Arricchimento dell'IMMAGINAZIONE
E al possibile Sviluppo
Della MODESTIA, qualità rarissima ed eccellente
Fra le Razze Superiori
Dell'UMANITÀ SOLIDA
Incipit
Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per renderne più chiara la natura a voi, o Lettori beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
The Annotated Flatland has substantial commentary by Ian Stewart and so is a separate work.
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

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Flatlandia fu scritto nel 1888 da Edwin Abbott Abbott. Il racconto, fantastico, racconta la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che entra in contatto con l'abitante di un universo tridimensionale. È un racconto che affronta da un punto di vista della matematica e della geometria il tema della multidimensionalità dell'universo. Ad una prima parte, in cui si descrive un mondo dalle vedute limitate e allusivo all'epoca vittoriana, segue una seconda parte in cui la mente del protagonista viene aperta e illuminata da un intervento superiore. Così anche la mente del lettore si apre agli interrogativi sulla quarta, quinta, sesta dimensione, e oltre...

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Descrizione del libro
Il potenziale romanzesco della geometria, come di ogni altra disciplina rigorosa, è enorme. Il reverendo e pedagogo Edwin Abbott Abbott (1838-1926), che per molti tratti è avvicinabile al suo contemporaneo Lewis Carroll, ne ha dato una dimostrazione memorabile nel racconto che qui presentiamo. Mondo bidimensionale abitato da segmenti, triangoli, quadrati, poligoni vari e sublimi circoli, la Flatlandia (o Paese del Piano) ci viene descritta con perizia etnologica e candido humour da un suo abitante, un eccellente Quadrato. In quel mondo, le gerarchie sono immediatamente evidenti: si passa dai volgari e spigolosi Triangoli (gli operai), ai più rispettabili Quadrati e Pentagoni (i professionisti) e ai nobili Poligoni, che si approssimano indefinitamente ai Circoli (i sacerdoti), nei quali la bruta natura angolare è del tutto annullata. Le donne sono Segmenti, e implicita nella forma è la loro natura bassa e infida, ma supremamente potente e temibile, che viene illustrata in alcune pagine di esilarante misoginia. Siamo introdotti alla complessa legislazione e agli insoluti problemi della Flatlandia; veniamo a conoscere la storia spesso drammatica del paese. E infine assistiamo agli emozionanti incontri del Quadrato narratore con il mondo unidimensionale della Linelandia (o Paese della Linea) e con la sconvolgente realtà dello spazio tridimensionale, scoperta attraverso il dialogo con una Sfera.
Si rivela a questo punto la sottigliezza speculativa del libro. Il lettore tridimensionale è partito da una posizione di onnisciente superiorità: ciò che per gli abitanti della Flatlandia è oscuro e inestricabile, appare a lui con assoluta evidenza, così come il nostro mondo, oscuro e inestricabile, potrebbe apparire a una maligna divinità che lo avesse creato come un giocattolo imperfetto. Ma questo meccanismo di mondi concentrici, incompatibili e incomunicanti, in realtà mette in dubbio i nostri stessi punti di riferimento, e il libro si chiuderà con la inquietante ipotesi di una Quarta Dimensione. In un gioco di specchi, questa ultima supposizione ci fa intendere che il nostro mondo tridimensionale è probabilmente osservato da un mondo ulteriore con la stessa superiorità e indifferenza che noi mostriamo verso gli abitanti della Flatlandia, e la prospettiva si apre così su una molteplicità di mondi diversamente ciechi e ignari, incapsulati l’uno nell’altro.
Non è mancato chi ha voluto vedere nel racconto di Abbott una sorprendente anticipazione della teoria einsteiniana, e infatti il libro è diventato ghiotta lettura di matematici e scienziati. Ma Flatlandia è un universo fantastico, minuscolo e perfetto e, come tale, resta innanzitutto un esercizio inesauribile dell’immaginazione. Ce lo dimostra, con il calore e la penetrazione di chi scopre un’insperata consanguineità, il saggio di Giorgio Manganelli qui pubblicato in appendice.
Flatlandia è apparso per la prima volta nel 1882.
Riassunto haiku

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