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Sebastian Barry

Autore di Il Segreto

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Sull'Autore

Sebastian Barry is a playwright whose work has been produced in London, Dublin, Sydney, and New York. He lives in Wicklow, Ireland, with his wife and three children. Sebastian Barry is an Irish writer and playwright, born in 1955. He is the author of two novels, A Long Long Way and Days Without mostra altro End, which won the Costa Book Award for best novel. His other awards include the Kerry Group Irish Fiction Prize, the Irish Book Awards Novel of the Year, the Independent Booksellers Prize and the James Tait Black Memorial Prize. (Bowker Author Biography) mostra meno

Serie

Opere di Sebastian Barry

Il Segreto (2008) 2,861 copie
Giorni senza fine (2016) 1,294 copie
A Long, Long Way (2005) 1,240 copie
On Canaan's Side (2011) 727 copie
The Whereabouts of Eneas McNulty (0204) — Autore — 534 copie
Old God's Time (2023) 425 copie
Annie Dunne (2002) 380 copie
The Temporary Gentleman (2014) 308 copie
Mille lune (2020) 293 copie
De verre voortijd (2023) 21 copie
Our Lady of Sligo (1998) 18 copie
Andersen's English (2010) 13 copie

Opere correlate

In Parenthesis (1937) — Prefazione, alcune edizioni623 copie
The Penguin Book of Irish Fiction (1999) — Collaboratore — 151 copie
Midsummer Nights (1702) — Collaboratore — 74 copie
The Secret Scripture [2016 film] (2016) — Original book — 7 copie

Etichette

Informazioni generali

Nome legale
Barry, Sebastian
Data di nascita
1955-07-05
Sesso
male
Nazionalità
Ierland
Luogo di nascita
Dublin, Ireland
Luogo di residenza
Dublin, Ireland
County Wicklow, Ireland
Istruzione
Trinity College, Dublin
Attività lavorative
playwright
novelist
poet
Organizzazioni
Harry Ransom Center
University of Iowa
Villanova University
Premi e riconoscimenti
Lloyds Private Banking Playwright of the Year Award (1995)
Agente
Derek Johns (AP Watt)
Breve biografia
Sebastian Barry is an Irish novelist, playwright and poet. He was named Laureate for Irish Fiction, 2019–2021. He is noted for his dense literary writing style and is considered one of Ireland's finest writers.

Utenti

Discussioni

October 2022: Sebastian Barry in Monthly Author Reads (Ottobre 2022)
On Canaan's Side by Sebastian Barry in Booker Prize (Settembre 2011)

Recensioni

Pensando ora a questo libro, mi rendo conto che uno degli aspetti che più mi è rimasto impresso è la massiccia presenza della realtà storica dell’Irlanda. Pur essendo un romanzo decisamente incentrato sui personaggi e sulle loro vite, sui loro pensieri e sui sentimenti più nascosti, Sebastian Barry riesce a intrecciare al loro sviluppo anche la storia di uno Stato tormentato e quella più in generale, quando la lunga ombra della Seconda Guerra Mondiale arriva a toccare anche l’Irlanda. L’ambientazione diviene quasi un personaggio alla stregua degli altri, di cui ci viene narrata la psicologia, ovvero lo sviluppo storico-sociale, e l’apparenza, attraverso le belle descrizioni del suolo irlandese, del mare freddo e verdeacqua, delle cittadine piccole e circondate dalla natura color smeraldo tipico dell’isola. Il tutto, senza alcuna pretesa di insegnare, come succede in alcuni romanzi storici di dubbio valore e con la tendenza all’intento didascalico: l’Irlanda prende vita attraverso la penna di Barry e ci si mostra attraverso pennellate paesaggistiche e situazioni vissute dai protagonisti, risultando così continuamente presente, anche quando non se ne parla direttamente.
Avrei tanto voluto essere più informata sulla storia irlandese, mentre leggevo questo libro. Le note poste dal curatore sono utilissime e mai intrusive, ma permettono solo di scalfire la superficie di un argomento quanto mai vasto. Mi sono resa conto di sapere poco o nulla sulla guerra d’indipendenza irlandese e sul suo ruolo nella Seconda Guerra Mondiale; è mio desiderio rimediare al più presto, anche perché credo che riuscirei ad apprezzare ancora di più questa lettura.

Lasciamo da parte l’isola di smeraldo e torniamo a dare spazio al motore principale di questa storia, i personaggi. L’attenzione, come ho accennato più su, è soprattutto concentrata sui due protagonisti principali, Roseanne McNulty e il dottor Greene, che sono anche i due narratori. Roseanne ci fa sentire la sua voce attraverso un diario, nascosto sotto le tavole del pavimento della sua stanza; il dottor Greene, invece, condivide con noi i suoi appunti, che in realtà diventano subito riflessioni articolate e approfondite, anche loro diaristici.
Roseanne è, tra i due, la più approfondita: osservarla in due momenti della sua vita (quello presente, in cui è una centenaria chiusa in un istituto d’igiene mentale, e quello passato, di cui lei stessa ci parla nel diario) permette di avere una panoramica pressoché totale della sua esistenza, rendendola incredibilmente vera e presente. La sua voce narrante è forte e insieme dolente e proprio questo suo modo di raccontare racconta, perdonatemi il gioco di parole, qualcosa in più di lei. Questo è, credo, uno dei grandi pregi della scrittura di Sebastian Barry: cede la narrazione ai suoi personaggi, come se fossero loro a guidare la penna, e così lascia sgorgare la loro voce. Roseanne è un personaggio meraviglioso non solo per quello che ci racconta, ma anche per come ce lo racconta, per le immagini che usa per descrivere il suo mondo, per le ripetizioni di cui a volte si serve (e così tipiche, in effetti, di molte persone anziane), per i ricordi che condivide con chi legge le sue confessioni, per la sofferenza e i dubbi che condivide con il lettore (rivolgendoglisi spesso, attraverso delle vere e proprie allocuzioni).

Man mano che si legge si scopre che Roseanne non ha avuto una vita facile. Nel suo racconto procede, salvo qualche salto, in ordine cronologico; il rapporto di Roseanne coi suoi genitori è uno dei primi punti focali della storia e non può non lasciare il segno. In particolare, ho amato moltissimo l’affetto che la lega a suo padre, anche e soprattutto durante alcuni avvenimenti molto tragici.
Cercherò di mantenermi sul vago quando si tratta di raccontarvi quel che succede ai personaggi, perché parte di ciò che mi ha colpita profondamente è proprio la capacità di Barry di dosare la narrazione dei fatti, svelando verità e accadimenti goccia a goccia. Ci sono dei colpi di scena che mi hanno fatto soffrire molto, tanto mi sono affezionata a Roseanne; sono giunti inaspettati, come gli eventi della vita vera, e come nella vita vera colpiscono forte e fanno male. La sofferenza della protagonista diventa la propria.
Altri eventi inattesi sono magari meno forti come impatto emotivo, ma lasciano comunque a bocca aperta, soprattutto per come sono presentati: inseriti inaspettatamente nel discorso, in maniera davvero sagace, come se nulla fosse.

Grazie a questi escamotages comincia a farsi spazio, nel lettore, il presentimento che tutto ciò che viene narrato rischi, prima o poi, di subire un ribaltamento, un cambio di prospettiva con cui illuminare ulteriormente la vita sconosciuta di Roseanne. Questa sensazione è resa ancora più forte dalla presenza dei due punti di vista, che rendono ogni episodio ogni volta diverso: si capisce, così, quando la narrazione di Roseanne è soggetta all’inevitabile offuscamento dei ricordi e quando sono gli altri (gli esponenti della società di Sligo, spesso bigotti, chiusi nella loro morale cattolica) a non aver capito, fino al momento in cui la loro cecità li porterà al fraintendimento finale, quello che porterà Roseanne al manicomio.
Oltretutto, questo scambio di prospettive permette all’autore di mantenere costante un dubbio fondamentale: Roseanne è davvero pazza, o sono gli altri a crederlo?
Il momento in cui si scopre qual è il motivo per cui è rinchiusa è uno dei momenti più tesi e patetici, nel senso etimologico del termine, di tutto il libro. Io, personalmente, ho sentito dei brividi leggendolo. E tutta questa forza, tutta questa emozione, è racchiusa in una frase di tre parole. Ditemi voi se non è maestria questa!

Non mi dilungo oltre su Roseanne, immagino che si sia capito quanto ho amato e amo questo personaggio. Permettetemi dunque di spendere due parole anche sul dottor Greene, controparte magari meno emozionante, ma altrettanto valida a livello letterario. All’inizio trovavo le sue parti non all’altezza di quelle della cara centenaria; tuttavia, col passare delle pagine, ho cominciato ad apprezzare sempre di più l’alternarsi dei due narratori. Mi è piaciuto che il dottore non fosse solo un contraltare “clinico” alla visione di Roseanne, come ho scritto più su, ma un vero e proprio personaggio a tutto tondo: scopriamo molto della sua vita, delle sue sofferenze personali, lo seguiamo mentre cerca di fare a patti con il suo passato e, nel farlo, riflette su concetti più ampi e generali. Inoltre, anche questo personaggio ha alcuni segreti che vengono svelati nel corso della storia, rendendolo piuttosto interessante.

Ci sono molti altri comprimari, oltre a Roseanne e al dottor Greene; non solo i genitori di lei, cui ho accennato prima, ma anche gli altri abitanti di Sligo (la cittadina di Roseanne) e le persone che lavorano nel manicomio. Vorrei parlarvene, vorrei potervi dire cosa mi hanno suscitata, ma facendolo svelerei punti della narrazione che preferire lasciare sconosciuti ai futuri lettori, cosicché possano apprezzarli quanto me. Mi limito a dire che anche loro si fanno amare e odiare, disprezzare e compatire.

Mi rendo conto che questa recensione sta diventando piuttosto lunga, ma che ci posso fare: questo romanzo mi ha stregata. Permettetemi quindi qualche ultima parola dedicata a lui, Sebastian Barry, l’artefice di tutto questo.
Ho già accennato ad alcuni dei pregi che ritengo questo scrittore abbia, quindi non mi dilungherò su quelli. Vorrei sottolineare, come nota conclusiva, la bellezza dello stile di questo autore. Ho trovato, nelle sue parole, una forza descrittiva rara: le sue metafore, ad esempio, mostrano sempre immagini non banali e regalano agli occhi del lettore dei dettagli inaspettati. Inoltre, riesce nell’arduo compito di darei ai sentimenti lo spazio che meritano e le parole che gli competono, senza svilirli né svenderli, nella loro essenza – e forse è proprio per questo che i suoi personaggi mi sono sembrati così reali e a tutto tondo.

Mi fermo, altrimenti rischio davvero di annoiarvi. Leggerò sicuramente altro di Barry e spero di avervi incuriosito, almeno un poco, quel che basta per spingervi a leggerne le prime pagine; al resto ci penserà il libro stesso.
… (altro)
 
Segnalato
Dasly | 152 altre recensioni | Feb 18, 2014 |

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