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Kader Abdolah

Autore di La casa della moschea

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Sull'Autore

Fonte dell'immagine: Kader Abdolah - Photo: Klaas Koppe

Opere di Kader Abdolah

La casa della moschea (2005) 1,302 copie
De kraai (2011) 392 copie
Il re (2011) 212 copie
Il messaggero (2008) 108 copie
The Qur'an: A Journey (2008) 86 copie
Calila e Dimna (2002) 55 copie
Salam Europa! (2016) 51 copie
De adelaars (1993) 51 copie
De koffer (2001) 22 copie
Hekajat (2010) 21 copie
Het gordijn (2017) 21 copie
Mirza (1998) 19 copie
Rode wijn (1993) 16 copie
Farao van de Vliet (2019) 13 copie
Dawoed (2014) 10 copie
Alle verhalen (2002) 8 copie
Ongebonden (2006) 7 copie
Karavaan (2003) 6 copie
Op zoek naar Ramona (2021) 4 copie
Il faraone d'Olanda (2022) 4 copie
Voordat het laat wordt (2023) 3 copie
Le mille e una notte (2023) 3 copie
Raak ! literair geweld (2000) — Collaboratore — 3 copie
Voetstappen (2007) 3 copie
De Man 2 copie
Sokolovi 1 copia
Ver weg van daar (1999) 1 copia
Tajni rat 1 copia
Short Shorties (1998) 1 copia

Opere correlate

Etichette

Informazioni generali

Nome legale
Farahani, Hossein Sadjadi Ghaemmaghami
Altri nomi
Mirza
قادر عبدالله
Data di nascita
1954-12-12
Sesso
male
Nazionalità
Iran
Nederland
Nazione (per mappa)
Nederland
Luogo di nascita
Arak, Markazi, Iran
Luogo di residenza
Arak, Markazi, Iran
Zwolle, Overijssel, Nederland
Delft, Zuid-Holland, Nederland
Istruzione
Universiteit van Teheran (Natuurkunde)
Attività lavorative
Schrijver
Natuurkundige
Relazioni
Ferahni, Qhaem Megham (betovergrootvader)
Organizzazioni
De Volkskrant | Columnist (1996-2011)
Universiteit Leiden | Gastschrijver (2006)
Premi e riconoscimenti
Mundial Award (1998) | Voor zijn landelijke verdiensten op het gebied van internationale samenwerking, vrede en veiligheid
Ridder in de Orde van de Nederlandse Leeuw (2000) | Voor zijn inzet op het gebied van literatuur, internationale samenwerking en vrede
Eredoctoraat Rijksuniversiteit Groningen (2009)
Breve biografia
Kader Abdolah groeide op in een streek waar de islam streng werd nagevolgd. Omdat hij hoopte ooit zijn betovergrootvader Qhaem Megham Ferahni na te volgen en schrijver te worden, ging hij zich vanaf zijn twaalfde jaar verdiepen in de westerse literatuur. Daardoor raakte zijn interesse in de westerse samenleving gewekt. Die interesse werd nog verder gevoed tijdens het heimelijk luisteren naar westerse radiostations en naar verzetszenders.
Aan de universiteit van Teheran studeerde hij natuurkunde. In die periode sloot hij zich aan bij een linkse partij die zich verzette tegen het bewind van de sjah en later tegen dat van de ayatollahs. Hij schreef voor een illegaal blad en publiceerde twee clandestiene verhalenbundels onder de naam Kader Abdolah. Deze naam nam hij aan als eerbetoon aan twee studiegenoten en door de overheid geëxecuteerde partijleden: Kader en Abdolah.
Na zijn opleiding werkte hij als directeur van een emballagefabriek, en zette hij zijn politieke activiteiten voort. Deze activiteiten resulteerden er in dat hij in 1985 uit Iran moest vluchten. Op uitnodiging van de Verenigde Naties kwam hij als politiek vluchteling naar Nederland. Hij belandde in 1988 in een asielzoekerscentrum in Apeldoorn en kreeg vervolgens een huis in Zwolle toegewezen. Daar ging Abdolah werken in een natuurhistorisch museum en in een conservenfabriek. In 2003 verhuisde hij naar Delft.
In 2006 werd Abdolah gastschrijver aan de universiteit Leiden. In het kader van die functie geeft hij werkcolleges en lezingen.
Kader Abdolah maakte zich de Nederlandse taal eigen met behulp van onder meer de kinderboeken van Annie M.G. Schmidt en van Nederlandstalige poëzie. Worstelend met de taal begon hij zijn verhalen in het Nederlands te schrijven. In 1993 debuteerde hij met de verhalenbundel De adelaars, die meteen bekroond werd met de belangrijke debutantenprijs Het Gouden Ezelsoor.
Kader Abdolah schrijft wekelijks een column in de Volkskrant onder het pseudoniem Mirza. Mirza is in het Perzisch 'kroniekschrijver' én het is de naam van zijn overleden vader. Zijn werken gaan over het leven in en tussen twee culturen en over het leven in de diaspora.

Utenti

Recensioni

È Aga Jan il personaggio centrale, ricco mercante e capo del bazar di Senjan, nel cuore della Persia, patriarca della casa della moschea, dimora secolare dove regna l'armonia delle antiche tradizioni e, all'ombra dei minareti, si annodano amori, matrimoni, sogni, tresche e preghiere come i fili dei tappeti. Finché il vento della Storia irrompe nella casa e trascina con sé i figli della moschea, rendendoli protagonisti degli eventi più drammatici. Se il nipote Ghalghal diventerà addirittura braccio destro di Khomeini, nessuno si sottrae alle responsabilità del momento: chi lotterà contro l'oppressione, chi ne sarà strumento, chi farà esplodere i cinema e chi con la sua videocamera registrerà i fatti che faranno il giro del mondo. Solo il saggio e paziente Aga Jan rimane nell'occhio del ciclone, testimone del presente e custode del passato, fedele alle sue radici e a una religiosità che offre un'immagine dell'Islam ben diversa da quella trasmessa dai media occidentali, una fede profondamente umana.… (altro)
 
Segnalato
alessvi | 54 altre recensioni | Jul 9, 2022 |
Il nuovo romanzo del grande narratore iraniano Kader Abdolah ispirato al viaggio dello scià Nadir attraverso l’Europa del XIX secolo. Un racconto senza tempo sulla curiosità dell’essere umano e sul suo interesse verso l’altro.

Orientalista all’Università di Amsterdam, Seyed Jamal ritrova il diario di viaggio di uno scià che a fine ’800 lascia la Persia e con un infinito stuolo di principi, funzionari e mogli dell’harem intraprende il suo Grand Tour alla scoperta dell’Europa. Armato di curiosità e ironia, Seyed si unisce alla carovana del re e come una moderna Sherazade, fondendo realtà storica e fiaba orientale, narra le mille e un’avventura di questo viaggiatore d’eccezione, despota crudele e ingenuo, colto e infantile, facile preda del Grande Gioco europeo per il controllo del Medioriente, sovrano di un regno millenario e retrogrado a confronto con il progresso vorticoso che cambierà il mondo e plasmerà il nostro presente. Accolto come un vecchio amico dagli zar e dalla regina Vittoria, con cui condivide la via del tramonto in un decadente rituale di corte, lo scià attraversa la Germania di Bismarck e la Francia repubblicana, incontra Tolstoj, il padre di Stalin, Debussy e Monet, testa l’aspirina della Bayer e sperimenta le scoperte di Siemens e di Pasteur, capisce la portata rivoluzionaria della catena di montaggio e delle industrie inglesi, e assiste impotente alla ribellione di Banu, sua moglie prediletta, che ha letto, pensato e sognato troppo per non cercare in questo viaggio una fuga verso la libertà. Ma lo smarrimento dello scià di fronte al formarsi dell’Europa moderna si riflette in quello di Seyed per la crisi dell’Europa attuale, dove la Storia, con la stessa inesorabilità, lungo lo stesso tragitto seguito dal re persiano, conduce ondate di profughi intrecciando sempre più i destini di Oriente e Occidente, e dove uno scrittore rifugiato come Kader Abdolah, che con la «magia dell’immigrazione» si è ricostruito un’identità, cerca nella letteratura nuovi territori di incontro.… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | 3 altre recensioni | Feb 29, 2020 |
E' il primo libro che leggo dell'autore, ma sicuramente non sarà l'ultimo.
Un viaggio nella storia dell’ Iran narrato partendo dalle piccole e grandi cose che ruotano intorno ad una moschea importante, ma di provincia, osservante ma non fondamentalista. Sia la vita religiosa che quella dei protagonisti viene travolta dalla caduta dello scià, dalla guerra Iran-Iraq ed infine dalla sfida di Khomeini agli USA, ai mujhaiddin ed ai comunisti e dalla caduta di Khomeini stesso.
Lo scrittore è un esule iraniano che vive in Olanda da molto tempo, tanto da avere adottato l’ olandese come lingua di scrittura, ed e’ stato molto toccato dai tragici avvenimenti che narra (lui esule, un fratello giustiziato), ma e’ riuscito a descrivere storie e personaggi senza mai condannare ne assolvere nessuno, lasciando al lettore il giudizio.
E' un libro molto dolce raccontato quasi sottovoce, che rivela l'amore profondo dello scrittore per un mondo, in parte perso ed in parte “nascosto” . Da leggere
… (altro)
 
Segnalato
mara4m | 54 altre recensioni | Oct 25, 2011 |
Una storia dai toni epici, dagli echi leggendari. Alla voce del narratore si alterna quella di Ismail, il protagonista esule in Olanda, fuggito dal regime iraniano. Ismail riceve degli appunti misteriosi scritti dal padre, tessitore di tappeti, in lingua cuneiforme. Come il padre, anch'egli in un certo modo si trova a riannodare i fili con la sua terra, con la sua lingua e comprende che in tal modo può superare il senso di sdradicamento e la perdita delle proprie memorie.
 
Segnalato
cometahalley | 23 altre recensioni | Mar 28, 2011 |

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