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È Aga Jan il personaggio centrale, ricco mercante e capo del bazar di Senjan, nel cuore della Persia, patriarca della casa della moschea, dimora secolare dove regna l'armonia delle antiche tradizioni e, all'ombra dei minareti, si annodano amori, matrimoni, sogni, tresche e preghiere come i fili dei tappeti. Finché il vento della Storia irrompe nella casa e trascina con sé i figli della moschea, rendendoli protagonisti degli eventi più drammatici. Se il nipote Ghalghal diventerà addirittura braccio destro di Khomeini, nessuno si sottrae alle responsabilità del momento: chi lotterà contro l'oppressione, chi ne sarà strumento, chi farà esplodere i cinema e chi con la sua videocamera registrerà i fatti che faranno il giro del mondo. Solo il saggio e paziente Aga Jan rimane nell'occhio del ciclone, testimone del presente e custode del passato, fedele alle sue radici e a una religiosità che offre un'immagine dell'Islam ben diversa da quella trasmessa dai media occidentali, una fede profondamente umana.
 
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alessvi | 54 altre recensioni | Jul 9, 2022 |
Il nuovo romanzo del grande narratore iraniano Kader Abdolah ispirato al viaggio dello scià Nadir attraverso l’Europa del XIX secolo. Un racconto senza tempo sulla curiosità dell’essere umano e sul suo interesse verso l’altro.

Orientalista all’Università di Amsterdam, Seyed Jamal ritrova il diario di viaggio di uno scià che a fine ’800 lascia la Persia e con un infinito stuolo di principi, funzionari e mogli dell’harem intraprende il suo Grand Tour alla scoperta dell’Europa. Armato di curiosità e ironia, Seyed si unisce alla carovana del re e come una moderna Sherazade, fondendo realtà storica e fiaba orientale, narra le mille e un’avventura di questo viaggiatore d’eccezione, despota crudele e ingenuo, colto e infantile, facile preda del Grande Gioco europeo per il controllo del Medioriente, sovrano di un regno millenario e retrogrado a confronto con il progresso vorticoso che cambierà il mondo e plasmerà il nostro presente. Accolto come un vecchio amico dagli zar e dalla regina Vittoria, con cui condivide la via del tramonto in un decadente rituale di corte, lo scià attraversa la Germania di Bismarck e la Francia repubblicana, incontra Tolstoj, il padre di Stalin, Debussy e Monet, testa l’aspirina della Bayer e sperimenta le scoperte di Siemens e di Pasteur, capisce la portata rivoluzionaria della catena di montaggio e delle industrie inglesi, e assiste impotente alla ribellione di Banu, sua moglie prediletta, che ha letto, pensato e sognato troppo per non cercare in questo viaggio una fuga verso la libertà. Ma lo smarrimento dello scià di fronte al formarsi dell’Europa moderna si riflette in quello di Seyed per la crisi dell’Europa attuale, dove la Storia, con la stessa inesorabilità, lungo lo stesso tragitto seguito dal re persiano, conduce ondate di profughi intrecciando sempre più i destini di Oriente e Occidente, e dove uno scrittore rifugiato come Kader Abdolah, che con la «magia dell’immigrazione» si è ricostruito un’identità, cerca nella letteratura nuovi territori di incontro.
 
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kikka62 | 3 altre recensioni | Feb 29, 2020 |
E' il primo libro che leggo dell'autore, ma sicuramente non sarà l'ultimo.
Un viaggio nella storia dell’ Iran narrato partendo dalle piccole e grandi cose che ruotano intorno ad una moschea importante, ma di provincia, osservante ma non fondamentalista. Sia la vita religiosa che quella dei protagonisti viene travolta dalla caduta dello scià, dalla guerra Iran-Iraq ed infine dalla sfida di Khomeini agli USA, ai mujhaiddin ed ai comunisti e dalla caduta di Khomeini stesso.
Lo scrittore è un esule iraniano che vive in Olanda da molto tempo, tanto da avere adottato l’ olandese come lingua di scrittura, ed e’ stato molto toccato dai tragici avvenimenti che narra (lui esule, un fratello giustiziato), ma e’ riuscito a descrivere storie e personaggi senza mai condannare ne assolvere nessuno, lasciando al lettore il giudizio.
E' un libro molto dolce raccontato quasi sottovoce, che rivela l'amore profondo dello scrittore per un mondo, in parte perso ed in parte “nascosto” . Da leggere
 
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mara4m | 54 altre recensioni | Oct 25, 2011 |
Una storia dai toni epici, dagli echi leggendari. Alla voce del narratore si alterna quella di Ismail, il protagonista esule in Olanda, fuggito dal regime iraniano. Ismail riceve degli appunti misteriosi scritti dal padre, tessitore di tappeti, in lingua cuneiforme. Come il padre, anch'egli in un certo modo si trova a riannodare i fili con la sua terra, con la sua lingua e comprende che in tal modo può superare il senso di sdradicamento e la perdita delle proprie memorie.
 
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cometahalley | 23 altre recensioni | Mar 28, 2011 |
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