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Sto caricando le informazioni... Le dîner (originale 2009; edizione 2011)di Herman Koch (Autore)
Informazioni sull'operaLa cena di Herman Koch (2009)
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If you want to enjoy Herman Koch’s new novel, don’t read a single thing about it. To do so seriously reduces its power. Don’t read the blurbs on its dust jacket — an impressive list of authors that includes Gillian Flynn and S.J. Watson — nor the synopsis on the inside flap. Don’t even read this review. Actually, forget that — come back! It’s spoiler-free, I promise. . . . The Dinner is the kind of book I wish could be translated into English more often. The Dinner, a suspense novel by Herman Koch, has sold over a million copies since it was published in Europe in 2009, and it's not difficult to understand the appeal. It's fast-paced and riveting. Written in cool, detached prose (deftly translated from the Dutch by Sam Garrett), The Dinner is as theatrical and dramatic as a well-crafted play. It's also nasty. It starts off as social satire but shifts gears, and you find yourself in the middle of a horror story. . . . Mr. Koch delivers his revelations cleverly, by the spoonful. Issues of morality, responsibility and punishment are raised along the way, and a Pinteresque menace lurks under the surface. When savagery takes over, the reader is shocked. But some of Mr. Koch's conclusions are a bit too pat. In the end, the book sits on the digestion less like an over-indulgent "fine dining" experience than Chinese food, which, as we all know, leaves you feeling hungry a couple of hours later. “The Dinner,” Herman Koch’s internationally popular novel, is an extended stunt. Mr. Koch confines his story to one fraught restaurant meal, where malice, cruelty, craziness and a deeply European malaise are very much on the menu. "The Dinner” has been wishfully compared to Gillian Flynn’s “Gone Girl” (and enthusiastically endorsed by Ms. Flynn) for its blackhearted deviltry. But her book, with its dueling narrators, had two vicious but sympathetic voices. Her sneaky spouses were delectable in their evil genius. The Lohmans are indigestible. “The Dinner,” Herman Koch’s internationally popular novel, is an extended stunt. Mr. Koch confines his story to one fraught restaurant meal, where malice, cruelty, craziness and a deeply European malaise are very much on the menu. The four diners can leave the table occasionally, headed to the restrooms or the garden or the handy room of flashback memories. But mostly they sit and seethe at one another as a miserable night unfolds. This book has been widely described as both thriller and chiller, but it really is neither. But it’s the morality of the story that’s really sickening. Welsh is intrigued by a novel reminiscent of The Slap and Carnage Appartiene alle Collane EditorialiDwarsliggers (55) Premi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Two couples meet for dinner at a fashionable restaurant in Amsterdam. Behind their polite conversation, terrible things need to be said, and with every forced smile and every new course, the knives are being sharpened. Each couple has a fifteen-year-old son. The two boys are united by their accountability for a single horrific act; an act that has triggered a police investigation and shattered the comfortable, insulated worlds of their families. As the dinner reaches its culinary climax, the conversation finally touches on their children. As civility and friendship disintegrate, each couple show just how far they are prepared to go to protect those they love. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)839.31Literature German and related languages Other Germanic literatures Netherlandish literatures DutchClassificazione LCVotoMedia:
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Parte piano, inizialmente sembra il solito romanzo di costume dove un narratore brillante e un po' cinico ci guida nella sua vita fatta di piccole ipocrisie e fastidi quotidiani; mentre la cena del titolo prosegue, questa normalità di facciata si sgretola e tramite flashback sempre più disturbanti scopriamo una realtà fatta di decadimento morale e di violenza mai completamente sopita. Arrivati al dessert i nodi verrano al pettine ed assisteremo ad un ribaltamento di ruoli, come se le vere personalità degli altri personaggi finalmente emergessero dalla nebbia creata dalle percezioni distorte del protagonista: gli antagonisti saranno in realtà gli unici a farsi degli scrupoli di coscienza, i presunti "buoni" si spingeranno oltre ogni limite di decenza e umanità pur di mantenere lo status quo. Il finale poi è agghiacciante: chi si aspettava (come me) di vedere almeno un po' di giustiza rimarrà amaramente deluso.
D'altronde il libro non vuole avere un intento consolatorio, l'obiettivo è metterci di fronte a interrogativi scomodi: è l'occasione a trasformarci in mostri, oppure alcuni di noi hanno già un mostro dentro che aspetta solo di venire fuori? Fin dove ci spingeremmo per non perdere le nostre certezze?
Peccato solo per la scelta di affibbiare al protagonista e al figlio una non precisata malattia genetica che li rende inclini alla violenza: in questo modo si deresponsabilizza il loro comportamento andando a vanificare il senso dell'opera. Tralasciando questo passo falso lo trovo un romanzo originalissimo sia come contenuti che come stile; infatti grazie all'uso del narratore inaffidabile e dei salti temporali la scrittura è sempre dinamica, senza punti morti.
Amarissimo, fin troppo per i miei gusti, ma di sicuro non lascia indifferenti. ( )