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Sto caricando le informazioni... Le ore (1998)di Michael Cunningham
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![]() Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. In un gioco di specchi riflessi, appare e scompare ubiqua la figura femminile di Clarissa Dalloway, catturata dal romanzo di Virginia Wolf, e l’autore stesso si sostituisce abilmente alla penna della scrittrice, diventa egli stesso Virginia Wolf. Ma la vera protagonista, in un universo di figure femminili contrastate e vitali, è Laura Brow, straziata dalla banalità di un matrimonio ordinario. La normalità claustrofobia della sua vita ha però un’improvvisa sincope, un tempo discordante. L’angustia che la pervade, alla vista della glassatura mal riuscita sulla torta preparata “amorevolmente” per il compleanno del marito, la induce, per ben due ore, ad infrangere gli schemi, provando un’evasione di cui nessuno dovrà sapere nulla. Troverà rifugio all’Hotel Normandy, non per tradire, ma semplicemente per inabissarsi momentaneamente e sottrarsi alla sua vuota quotidianità. Emerge amaramente l’impalpabilità, l’inconsistenza dei fili, delle relazioni che tessono la vita metropolitana. La scrittura è scabra e di un grande nitore.
Cunningham gives you every chance to hear his echoes of Woolf's style: the whimsical similes, the rueful parentheses, the luminous circumstantial detail. And the narrative method is a homage to Woolf's novel. Each section imitates Mrs Dalloway by being restricted to the events of a single day, and follows the stream of one consciousness, only to leave it, for a sentence or a paragraph, for another....Imitation is fitting because Woolf's original novel was trying to do justice to the sharpness of new experience, even as it detonates old memories, and this endeavour is always worth trying afresh. We don't have to read ''Mrs. Dalloway'' before we can read ''The Hours,'' and no amount of pedantic comparison-hunting will help us understand it if we don't understand it already. But the connections between the two books, after the initial, perhaps overelaborate laying out of repetitions and divergences, are so rich and subtle and offbeat that not to read ''Mrs. Dalloway'' after we've read ''The Hours'' seems like a horrible denial of a readily available pleasure -- as if we were to leave a concert just when the variations were getting interesting. Appartiene alle Collane EditorialiHa l'adattamentoÈ ispirato aHa come guida per lo studente
Solo la letteratura può restituire un senso alle nostre vite confuse e sghembe. Anzi, la letteratura è il solo specchio dentro cui la vita, riflettendosi, giunge per un momento a dire se stessa. È l'idea centrale di questo romanzo. Tre donne lo abitano. La prima è una donna famosa, una scrittrice famosa: Virginia Woolf, ritratta a un passo dal suicidio, nel 1941, e poi, a ritroso nel tempo, mentre gioca col dèmone della sua scrittura. Le altre due sono donne che abitano luoghi e tempi diversi. Clarissa Vaughan, un editor newyorkese di oggi e Laura Brown, una casalinga californiana dell'immediato dopoguerra. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Copertine popolari
![]() GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.54Literature English (North America) American fiction 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:![]()
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Ma andiamo per gradi: l'idea è indubbiamente suggestiva, un romanzo scritto dal triplice punto di vista di una scrittrice, della sua protagonista e di una sua lettrice; ognuna di loro ha una personalità ben distinta ed è immersa in una diversa epoca storica, ma i problemi che affrontano sono universali e convergono tutti sull'accettazione di sé e la ricerca della realizzazione personale.
Interessanti anche i vari rimandi e collegamenti, che contribuiscono a farci percepire il legame spirituale fra queste tre figure apparentemente così diverse.
Tutto perfetto quindi? Sì ma fin troppo, perchè quel che ci ritroviamo tra le mani è un esercizio intellettuale e non un romanzo vero e proprio. Ogni particolare è studiato a tavolino, ogni parola è calibrata per creare una certa impressione: insomma un'opera tutta cerebrale a cui mancano il pathos e la spontaneità. Perfino lo stile è privo di identità, affascinante ma a ben guardare non è altro che la prosa della Woolf riveduta e corretta.
In conclusione un libro con tante qualità ma freddo, che non è riuscito ad entrarmi nel cuore. (