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Sto caricando le informazioni... Gente di Dublino (1914)di James Joyce
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823.912 JOY 823.912 JOY La Dublino di Joyce è una città priva di ogni attrattiva. Il colore dominante è il marrone, le faccate delle case sono seriosamente rispettabili, il verde sbiadito o marcescente, un fiume mediocre e grigiastro, i pub fumosi punti d’incontro per forti bevitori, solo di tanto in tanto il sole ha un guizzo di vitalità arrossando il tramonto. Malgrado l’aspetto cupo e provinciale che spingerebbe a fuggire a gambe levate, essa esercita un fascino quasi paralizzante sui cittadini che la abitano: schiacciati da una religiosità opprimente e dediti alle convenzioni sociali al solo scopo di apparire rispettabili, sono spiritualmente deboli (o moribondi) e finiscono per girare in tondo come il cavallo citato ne ‘I morti’. Nei quindici racconti - o, sarebbe meglio dire, quattordici più un romanzo breve, ‘I morti’ per l’appunto - i simboli si sprecano, a partire dalla paralisi fisica di Padre Flynn che, sin dall’iniziale ‘Due sorelle’, rappresenta quella morale di tutti i dublinesi: per cogliere tutte le sfaccettature, le storie andrebbero perciò rilette più volte, ma si può goderne anche senza perdersi nelle note grazie alla scrittura prosciugata ma affascinante e alle figure che si delineano col passare delle pagine e finiscono per rimanere nella memoria. Come, ad esempio, il giovane protagonista disilluso di ‘Arabia’, la giovane Eveline del racconto omonimo che rinuncia all’amore per paura della novità, i cinici sfruttatori de ‘I due galanti’ e le speculari cacciatrici di marito in ‘Pensione di famiglia’, il piccolo Chandler e il suo bambino urlante in ‘Una picola nube’, il deprecabile Farrington che scarica sul figlio innocente le frustrazioni della sua vita nel breve noir intitolato ‘Rivalsa’, la concezione della vita di Duffy così rigida da costare la vita alla signora Sinico (‘Un caso pietoso’), la triste vita della brutta lavandaia Maria: Joyce ordina i racconti raggruppandoli per età dei protagonisti - prima l’infanzia, poi la giovinezza, infine l’età matura – indicando che la paralisi resta uguale indipendentemente dall’età dei personaggi. Ci sono poi i tre racconti dedicati alla vita pubblica, con i politici de ‘Il giorno dell’edera’ che si perdono in chiacchiere, la signora Kearney de ‘Una madre’ che sacrifica la propria figlia alla propria ambizione e il disturbante ‘La grazia’ in cui la religione è una patina che serve a coprire i vizi e può giustificare ogni cosa, inclusa l’avidità lodata dal prete simoniaco nella predica finale. Già questo racconto riprende un po’ tutti i temi precedenti e infatti concludeva la raccolta originaria: ora è invece solo una sorta di preparazione a ‘I morti’ che, occupando oltre un quarto del volume, svetta brillante sulle comunque validissime pagine che lo hanno preceduto. Il rito borghese della cena attuale allestita dalle sorelle Morkan è vivace solo in superficie mentre in realtà è solo lo stanco ripetersi di una rappresentazione sociale: altrettanto falsa si rivela la vitalità che pervade il loro nipote Gabriel che, nel momento culminante in cui resta infine solo con la moglie, scopre di essere assai più vicino alla morte (spirituale) e ai morti di quanto potesse pensare. L’immagine spietata del suo vero io che lo specchio gli restituisce cancellando ogni vanitosa fantasia chiude pagine davvero magistrali in un crescendo di emozione che la lingua misurata non riesce a trattenere. Adoro Joyce , adoro il modo di disegnare gli ambienti con la penna, di introdurre il lettore nella vita del personaggio, di farlo immedesimare , imbrigliarlo in mille ambienti , mille personaggi. Eppure devo ancora leggere l'Ulisse. Appartiene alle Collane EditorialiBiblioteca Folha (22) Bibliothek Suhrkamp (418) The Canons (19) — 44 altro Keltainen kirjasto (64) Lanterne (L 208) Modern Library (124) Neue Folge (Bd. 434) Gli Oscar [Mondadori] (325) Penguin Audiobooks (PEN 25) Penguin English Library, 2012 series (2012-07) Penguin Modern Classics (1144) Volk und Welt Spektrum (103) È contenuto inDubliners, A portrait Of The Young Artist, Ulysses (Three Acclaimed Classics In One Volume) di James Joyce ContieneHa l'adattamentoÈ riassunto inHa ispiratoHa come guida di riferimento/manualeHa uno studioHa come commento al testoHa come guida per lo studenteHa come guida per l'insegnante
Questa famosa raccolta di racconti vuole offrire uno spaccato dell'esperienza dublinese di Joyce. I quindici racconti restano sospesi nella nebbia della città, cogliendo delle istantanee nella vita dei suoi personaggi, offerte così, senza un inizio o una fine nel senso stretto della parola. Dal racconto più lungo, I morti, è stato tratto un film. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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![]() GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)823.912 — Literature English {except North American} English fiction Modern Period 1901-1999 1901-1945Classificazione LCVotoMedia:![]()
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