Immagine dell'autore.
2,454+ opere 118,054 membri 1,642 recensioni 200 preferito

Recensioni

Inglese (1,467)  Spagnolo (46)  Francese (25)  Italiano (22)  Tedesco (21)  Danese (11)  Catalano (10)  Svedese (7)  Olandese (5)  Portoghese (Brasile) (4)  Portoghese (Portogallo) (3)  Portoghese (2)  Ungherese (1)  Tutte le lingue (1,624)
Mostra 22 di 22
 
Segnalato
OresteKesselPace | Apr 24, 2022 |
Il romanzo d'avventura per eccellenza, che ha appassionato generazioni di ragazzi ed ha contribuito a diffondere il mito dei pirati. Ormai è entrato talmente a fondo nell'immaginario collettivo che conosciamo trama e personaggi a menadito: ma spogliato dell'alone nostalgico-romantico cosa resta di questo libro?
Una storia solida, ben scritta e sotto certi aspetti anche moderna, pur con tutte le ingenuità del caso. Non solo non ci sono moralismi, ma il personaggio a cui vanno le simpatie del lettore (e in fondo anche dell'autore) è Long John Silver, l' astutissimo pirata ormai iconico; sulla carta sarebbe l' antagonista, ma sfido chiunque a non rimanere affascinato dai modi suadenti e dalla prontezza di ingegno che dimostra in ogni occasione. Crudele per necessità, bugiardo per vocazione, gioviale per indole: è una figura contraddittoria e sfuggente, che si colloca nell'olimpo delle creazioni letterarie.
Con un personaggio di questo calibro, un'ambientazione esotica ed una vicenda incentrata su temibili pirati e tesori nascosti, non soprende il successo di quest'opera; non sarà alta letteratura e sicuramente ad un lettore smaliziato apparirà un po' troppo semplicistica, ma è innegabile che Stevenson abbia gettato le basi per il moderno romanzo d'avventura.
Personalmente non sono mai stata un'amante del genere, quindi ho un rapporto piuttosto freddo con questo romanzo, ma i suoi meriti oggettivi sono incontrovertibili.
 
Segnalato
Lilirose_ | 437 altre recensioni | Mar 6, 2021 |
Arbitro metafisico tra la virtù e la colpa», dice Emilio Cecchi (nel saggio che in appendice ripubblichiamo) del principe Florizel di Boemia, protagonista di questo racconto di Stevenson: ed effettivamente il personaggio si può considerare come il capostipite di quel tipo di investigatore che sarà poi il padre Brown di Chesterton e che avrà una numerosa e non sempre rispettabile discendenza nel genere poliziesco: l'investigatore che è portatore di quella che in teologia si chiama la grazia illuminante. Ma la storia del Diamante del Rajà è soprattutto un bellissimo, fantasioso, movimentato racconto: un piccolo classico nella nitida, «classica» traduzione di Carlo Linati.
 
Segnalato
kikka62 | 1 altra recensione | Feb 4, 2020 |
Un avvocato londinese, Gabriel John Utterson, investiga i singolari episodi tra il suo vecchio amico, il dottor Jekyll, e il malvagio Mister Hyde. L'impatto della storia è stato universale, facendo entrare la definizione Jekyll e Hyde nel linguaggio comune a significare una persona con due distinte personalità, una buona e l'altra malvagia; o la natura normalmente buona ma talvolta totalmente imprevedibile di un individuo; in senso psicologico, è diventata la metafora dell'ambivalenza del comportamento umano, e anche del dilemma di una mente scissa tra l'Io e le sue pulsioni irrazionali.
 
Segnalato
kikka62 | 316 altre recensioni | Feb 4, 2020 |
Stevenson, Robert Louis (1883). Treasure Island. Project Gutenberg: Free eBooks. 2006. 0,00€
[L’isola del tesoro. Trad. it. R. Ambrosini. Milano: Garzanti. 1996. ISBN: 9788811367352. Pagine 260. 8,00€]

Rilettura, o meglio prima lettura nell’originale inglese, avendolo letto da ragazzo in una traduzione forse non integrale e poi con i miei figli in italiano. Letto o riletto, la molla immediata è stata l’intenzione di leggere La vera storia del pirata Long John Silver di Björn Larsson, di cui vi parlerò in un altro post.

Se non avete letto L’isola del tesoro, a qualunque età, fatelo di corsa, e non ve ne pentirete. Se avete già incontrato Jim e Long John Silver, allora non avete bisogno di consigli e sapete da soli che stiamo parlando di una delle storie più belle mai raccontate, la fonte primaria dell’immaginario collettivo sui pirati, il padre nobile di Giovanna la nonna del Corsaro Nero (che i miei coetanei ricorderanno di sicuro).

Per la verità, non ho letto l’edizione Gutenberg che vi segnalo all’inizio e che vi consiglio perché ben curata, gratuita e disponibile in molti formati. Pur perfettamente a conoscenza che l’opera di Stevenson è ormai di pubblico dominio, per pigrizia e attratto dal prezzo molto basso (99 centesimi di euro) ho comprato su Amazon The Complete Works Of Robert Louis Stevenson. Non cadete nel mio errore. Non sono le opere complete: sono anzi molto incomplete (soltanto Jeckill e Kidnapped, oltre a Treasure Island). Per di più sono curate male (ad esempio, tutti i capi-lettera sono caduti). L’algoritmo di Amazon non mi ha lasciato scrivere che è una truffa. Certo è che il prodotto non corrisponde alla descrizione.

Una piccola curiosità: nel romanzo si cita il parmigiano-reggiano, in modo giustamente lusinghiero. Il Dottor Livesey ne porta un po’ con sé, nascosto in una tabacchiera:

You’ve seen my snuff-box, haven’t you? And you never saw me take snuff, the reason being that in my snuff-box I carry a piece of Parmesan cheese—a cheese made in Italy, very nutritious. [Robert Louis Stevenson. The Complete Works Of Robert Louis Stevenson. Red Wood Classics. Edizione del Kindle. pos. 1869]
 
Segnalato
Boris.Limpopo | 437 altre recensioni | Aug 14, 2019 |
Un libro penetrato talmente a fondo nell'immaginario popolare che ormai tutti (me compresa) pensano di saperne già abbastanza in proposito e che quindi non ci sia bisogno di leggerlo davvero: grave errore, qualche giorno fa ho deciso di colmare questa lacuna e mi sono ritrovata di fronte a qualcosa di molto diverso da ciò che mi aspettavo.
I vari adattamenti mettono l'accento sui lati più spettacolari della vicenda, rendendo Hyde un mostro nel vero senso della parola ed aggiungendo personaggi e linee narrative che snaturano l'opera ed in qualche modo la banalizzano. Il racconto di Stevenson è invece molto più scarno, con una trama ridotta all'osso in modo da puntare l'attenzione sulle atmosfere; infatti si respira fin da subito una sottile inquietudine, che non ci abbandonerà mai fino all'ultima pagina: è una tensione tutta interiore, che fa leva sulle pulsioni più nascoste dell'animo umano. Lo stesso rapporto tra Jekyll è Hyde è molto più complesso ed ambiguo di quello a cui siamo abituati a pensare. Il "buon dottore" non è caduto preda di un esperimento fuori controllo, sapeva bene a cosa andava incontro ed ha scelto consapevolmente di avviarsi sulla strada del male. Niente vittima o carnefice quindi, semplicemente un uomo represso che sceglie una forma estrema di libertà, senza condizionamenti morali e sociali.
Un racconto breve, ma che lascia il segno: mi sento come se avessi finalmente scoperto il valore di una storia che davo da troppo tempo per scontata.
 
Segnalato
Lilirose_ | 316 altre recensioni | Apr 14, 2019 |
Un breve scritto che contesta quell’idea di vita secondo cui ci si dovrebbe dedicare in modo intenso ed esclusivo ad attività produttive e lucrose, e abbandonarsi a qualcosa di diverso sarebbe solo pigrizia e indolenza, spreco e vuoto inutile. Stevenson qui sostiene l’opinione opposta, critica la frenesia del lavoro e del guadagno, la competizione sfrenata, e l’istruzione accademica che secondo lui irrigidisce e inaridisce, e in generale invita a rilassarsi e a non prendere la vita troppo sul serio. Lo fa con uno stile sostenuto e studiato, ricco di termini ricercati e riferimenti letterari, e si può anche condividere ciò che dice, ma mi pare che alla fin fine in ciò che dice non ci sia nulla di originale o profondo.
 
Segnalato
Oct326 | 1 altra recensione | Jul 15, 2017 |
“Questa è l’ora della mia vera morte. Ciò che verrà poi riguarda un altro…”

Il vero problema dell’umanità non è, come dice Amleto, l’essere o non essere, ma, secondo me, va ricercato da un’altra parte e cioè nell’eterna lotta tra il bene e il male. Non quella roba che trovi per strada a volte anche un po’ ingenuotta e caciarona, ma quella più perfida e sottile che alberga in pianta stabile dentro di noi e che tutti i giorni ci fa sudare per tenere a bada la nostra metà dedita alle scorrettezze più oscene. E tenendo presente anche che la metà buona, nel conflitto, si interesserà sempre di cosa fa quella cattiva, cosa che viceversa non accadrà, il male tende sempre a egemonizzare, fregandosene altamente di quello che fanno gli altri.
Ed è appunto quello che succederà al povero dottore, che trasformandosi crede di poter controllare la sua metà inquieta, per non dire cattiva, che invece prevarrà decretando la fine dell’ambiguo dottor Jekyll, rimasto soffocato nei meandri della sua stessa doppia personalità. Anche se qualcuno dice che in fondo era quello che lui voleva veramente, riconoscendo quella parte meno nobile come la più vera e anticonformista di se stesso. Come al solito questione di interpretazioni e non è detto quale sia la migliore o quella giusta.

Fu comunque una bella sfida per uno scrittore come Stevenson, che in realtà predilesse sempre la letteratura d’avventura, vedi “Isola del tesoro”, cimentarsi in quello che allora si supponeva solamente esistere e cioè la presenza inconscia di altre personalità che se opportunamente stimolate potevano addirittura prevaricare le altre; una straordinaria anticipazione di quello che saranno poi i tormentoni freudiani su questi temi e che induce ancora oggi a una severa riflessione su quanti uomini finiscono vittime di cose che credono di controllare e da cui invece sono sopraffatti…
 
Segnalato
barocco | 316 altre recensioni | Jun 3, 2017 |
“Questa è l’ora della mia vera morte. Ciò che verrà poi riguarda un altro…”

Il vero problema dell’umanità non è, come dice Amleto, l’essere o non essere, ma, secondo me, va ricercato da un’altra parte e cioè nell’eterna lotta tra il bene e il male. Non quella roba che trovi per strada a volte anche un po’ ingenuotta e caciarona, ma quella più perfida e sottile che alberga in pianta stabile dentro di noi e che tutti i giorni ci fa sudare per tenere a bada la nostra metà dedita alle scorrettezze più oscene. E tenendo presente anche che la metà buona, nel conflitto, si interesserà sempre di cosa fa quella cattiva, cosa che viceversa non accadrà, il male tende sempre a egemonizzare, fregandosene altamente di quello che fanno gli altri.
Ed è appunto quello che succederà al povero dottore, che trasformandosi crede di poter controllare la sua metà inquieta, per non dire cattiva, che invece prevarrà decretando la fine dell’ambiguo dottor Jekyll, rimasto soffocato nei meandri della sua stessa doppia personalità. Anche se qualcuno dice che in fondo era quello che lui voleva veramente, riconoscendo quella parte meno nobile come la più vera e anticonformista di se stesso. Come al solito questione di interpretazioni e non è detto quale sia la migliore o quella giusta.

Fu comunque una bella sfida per uno scrittore come Stevenson, che in realtà predilesse sempre la letteratura d’avventura, vedi “Isola del tesoro”, cimentarsi in quello che allora si supponeva solamente esistere e cioè la presenza inconscia di altre personalità che se opportunamente stimolate potevano addirittura prevaricare le altre; una straordinaria anticipazione di quello che saranno poi i tormentoni freudiani su questi temi e che induce ancora oggi a una severa riflessione su quanti uomini finiscono vittime di cose che credono di controllare e da cui invece sono sopraffatti…
 
Segnalato
barocco | 316 altre recensioni | Jun 3, 2017 |
“Questa è l’ora della mia vera morte. Ciò che verrà poi riguarda un altro…”

Il vero problema dell’umanità non è, come dice Amleto, l’essere o non essere, ma, secondo me, va ricercato da un’altra parte e cioè nell’eterna lotta tra il bene e il male. Non quella roba che trovi per strada a volte anche un po’ ingenuotta e caciarona, ma quella più perfida e sottile che alberga in pianta stabile dentro di noi e che tutti i giorni ci fa sudare per tenere a bada la nostra metà dedita alle scorrettezze più oscene. E tenendo presente anche che la metà buona, nel conflitto, si interesserà sempre di cosa fa quella cattiva, cosa che viceversa non accadrà, il male tende sempre a egemonizzare, fregandosene altamente di quello che fanno gli altri.
Ed è appunto quello che succederà al povero dottore, che trasformandosi crede di poter controllare la sua metà inquieta, per non dire cattiva, che invece prevarrà decretando la fine dell’ambiguo dottor Jekyll, rimasto soffocato nei meandri della sua stessa doppia personalità. Anche se qualcuno dice che in fondo era quello che lui voleva veramente, riconoscendo quella parte meno nobile come la più vera e anticonformista di se stesso. Come al solito questione di interpretazioni e non è detto quale sia la migliore o quella giusta.

Fu comunque una bella sfida per uno scrittore come Stevenson, che in realtà predilesse sempre la letteratura d’avventura, vedi “Isola del tesoro”, cimentarsi in quello che allora si supponeva solamente esistere e cioè la presenza inconscia di altre personalità che se opportunamente stimolate potevano addirittura prevaricare le altre; una straordinaria anticipazione di quello che saranno poi i tormentoni freudiani su questi temi e che induce ancora oggi a una severa riflessione su quanti uomini finiscono vittime di cose che credono di controllare e da cui invece sono sopraffatti…
 
Segnalato
barocco | 316 altre recensioni | May 30, 2017 |
Non è sempre detto che la fretta sia una cattiva consigliera. Come per Dostojevski, i debiti e ‘Il giocatore’, anche in questo caso il pressing dell’editore porta Stevenson a scrivere un capolavoro. Un paio di salti logici sono pure scappati ma non si avvertono, e questo romanzo breve è passato giustamente alla storia della letteratura. Tutto giocato sul contrasto tra la passione temperata del protagonista Utterson e quella liberata e vincente, tanto da personificarsi, di Jekyll, il libro è molto diverso da ciò che lasciano immaginare le numerose riduzioni per piccolo e grande schermo. Il dottore non è vittima della scienza ma della sua passione – più o meno degradante - alla quale cede sempre più fino a non potersi controllare, anche quando comprende che potrebbe essergli fatale: alla fine, malgrado le sofferenze e i rimorsi, è come se una vocina ripetesse ‘però per qualche anno mi sono divertito’. In parte, forse, un inconscio bisogno di liberazione dalle rigidità vittoriane – anche se rappresentate da ottime persone come Utterson – in parte monito a scavare sotto le apparenze, il racconto resta però sempre validissimo anche in sé e trascina il lettore lungo le sue non molte pagine (e pensate chi ha avuto la fortuna di leggerlo senza sapere come va a finire). Letto nella bella traduzione di Fruttero e Lucentini, con interessanti note esplicative
 
Segnalato
catcarlo | 316 altre recensioni | Oct 6, 2016 |
http://www.lettureedintorni.blogspot.it/2015/10/lo-strano-caso-del-dottor-jekyll...

Penso che questo libro sia più popolare per tutto ciò che si è detto e si dice intorno ad esso che per se stesso. L'espressione "dottor Jekyll e mister Hyde" per indicare un apersona dalla doppia personalità, o comunque con comportamenti ambivalenti, è di uso comune e sicuramente molte delle persone che la usano non hanno mai letto il romanzo.
Altrettanto sicuramente se il libro è entrato a tal punto nella cultura popolare la causa va ricercata nel testo stesso.
Ho scoperto che l'opera ebbe una fortuna eccezionale. Pubblicato nel gennaio del 1886, il romanzo ebbe subito un successo straordinario, con quarantamila copie vendute in sei mesi. L'eco sulla stampa fu consistente e seguirono a breve le prime riduzioni teatrali. La popolarità fu tale che iniziarono a circolare anche numerose edizioni pirata. L'autore si vide recapitare valanghe di lettere di semplici lettori, di critici e di suoi colleghi scrittori.
Il fascino dell'opera sta nel suo tema, un tema che mi azzarderei a definire universale: la lotta del bene contro il male e l'intrecciarsi dei due opposti principi nell'animo umano.
Si parla solitamente di "doppio", ma a ben vedere Hyde non è il doppio di Jekyll perché mentre Hyde è presentato come il male assoluto, Jekyll non è tutto bene, in lui convivono istiniti buoni e istinti malvagi. Jekyll è umano, Hyde no.
E, pensandoci bene, Hyde è davvero tutto male? Perché allora torna sempre a ritrasformarsi nel retto Jekyll? Questo non vuol dire che in lui rimane comunque una qualche scintilla che lo riporta al bene? Anche la fine (che non svelo perché la suspence è parte importante del romanzo) mi lascia qualche dubbio in proposito.
Il romanzo è molto ben scritto e si legge piacevolmente - ma certo Stevenson non stava aspettando me per ricevere i complimenti! - ed è interessante, e anche un po' spaventoso, notare come il male continui ad esercitare il suo fascino.
In una storia come questa sarebbe stato facile scivolare nel morboso e la bravura di Stevenson è stata, secondo me, anche quella di tenersi lontano da questo rischio.
 
Segnalato
librivendola | 316 altre recensioni | Oct 29, 2015 |
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" è un classico della letteratura mondiale, il suo tema, cioè quello della trasformazione e dello sdoppiamento della personalità è piuttosto conosciuto e ha dato vita a molti adattamenti cinematografici, musical, videogiochi e cartoni animati. Il dottor Jekyll è una persona tranquilla, a modo e benvoluta da tutti, finché un giorno crea una miscela chimica che lo trasforma nel signor Hyde, il suo alter-ego malvagio e brutale: il dottor Jekyll in questo modo può sfogarsi e dare piena libertà alla sua parte più crudele senza però mettere a rischio la sua reputazione e il suo buon nome. Il libro è una specie di fascicolo d'indagine svolto da Utterson aiutato da Poole, domestico del dottor Jekyll. L'atmosfera del libro è cupa e misteriosa, il ritmo è ben scandito tra momenti più lenti e momenti più veloci. La trama non è subito chiarissima e una sua piena e totale comprensione è possibile solo leggendo l'ultima parte del libro costituita da una lettera del dottor Jekyll che spiega il suo cambio di personalità: questa è la mia parte preferita del libro, soprattutto per la profonda riflessione sul male che personalmente ritengo perfetta e scritta ottimamente. Questo libro ci insegna che tutti abbiamo un lato oscuro, un segreto, qualcosa che mai con altri potremmo ammettere che ci piace, questa parte nascosta di noi spesso è anche quella che vorremmo seguire o assecondare di più, ma la celiamo a tutti per gli stessi motivi del dottor Jekyll che vedeva una via per la libertà nel signor Hyde che egli apertamente disprezzava per il male compiuto, ma che gli era profondamente necessaria per sentirsi svincolato dalla paura e dalle regole imposte dalla società, alla fine prenderà le distanze dal suo alter-ego negando se stesso e vedendo nella negazione di sé l'unica via per la redenzione, ciò potrebbe sembrare strano, ma è quello che tutti noi facciamo per essere accettati...
 
Segnalato
Aimapotis | 316 altre recensioni | Jun 27, 2014 |
Uno dei più bei racconti di Stevenson, ambientato in un'isola della Scozia occidentale.
Dalle scogliere terribili di Aros su cui si infrangono terribili marosi, il vecchio folle Gordon scruta l'orizzonte e attende che qualche nave faccia naufragio. Quando un'imbarcazione viene ghermita dal mare, le onde tumultuose, con il loro ribollire di schiuma, "gli allegri compari" vengono chiamate dalla gente del posto, portano il suo carico.
L'avidità morbosa di Gordon, predatore di relitti, è guardata con sospetto e timore dal giovane nipote.
Atmosfera gotica e amore per il mare, due elementi che assicurano alla prosa di Stevenson fascino ineguagliabile.
 
Segnalato
cometahalley | 2 altre recensioni | Jan 14, 2014 |
La società scozzese, i suoi valori, la transizione da un mondo di certezze a una situazione ricca di dilemmi e contraddizioni, il tema della memoria come rivisitazione delle proprie radici socio-culturali nell'ultimo, incompiuto romanzo di Stevenson
Nel suo ultimo romanzo, rimasto incompiuto, Stevenson affronta il tema della memoria intesa sia come rivisitazione nostalgica delle proprie radici storico-culturali, sia come poderosa sintesi delle molte voci - storiche e leggendarie - che costituivano il cuore e l'essenza della Scozia. Un aspetto saliente di Weir di Hermiston riguarda la valenza conflittuale che lo caratterizza, facendo dei vari livelli narrativi il luogo di una tensione che mai si risolve: il figlio contro il padre, il presente contro il passato, la lingua inglese contro il dialetto scozzese, Edimbugo contro Hermiston, la legge contro l'anarchia, la memoria contro l'oblio. Nella scelta tematica della figura del giudice, implacabile anche nei confronti del proprio figlio, Stevenson delinea la crisi dei valori fondanti della società scozzese e la drammatica transizione da un mondo di certezze e verità incrollabili a una società percorsa da dilemmi e contraddizioni.
 
Segnalato
Cerberoz | 4 altre recensioni | Mar 8, 2012 |
"Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" segna il culmine dell'indagine stevensoniana sulla scissione della personalità. Hyde è la corporeità, il desiderio, la trasgressione che Jekyll occulta e proietta in un altro da sé per istituirsi come pura ragione e incontaminata virtù. Ma l'illusione di Jekyll di poter provocare a suo piacimento la dissolvenza del suo doppio si scontra con la volontà di Hyde di affermare il proprio diritto all'esistenza, in una lotta fra due componenti della stessa persona che avrà esiti tragici.
 
Segnalato
Cerberoz | 316 altre recensioni | Feb 28, 2012 |
i racconti di un maestro della narrativa ottocentesca. Un'occasione per conoscere lo scrittore dell'Isola del tesoro e di Dr Jekyll e Mr Hyde, che proprio nella forma racconto ha saputo essere un maestro.½
 
Segnalato
sandro_verzilli | 9 altre recensioni | Jan 8, 2012 |
Un altro bel classico riassunto male... ma proprio non lo capivano a scuola che ci facevano leggere cose oscene?½
 
Segnalato
tegmiles | Jan 7, 2009 |
Un dei libri da portare dovendo andare su un'isola deserta. Stevenson e' assolutamente uno scrittore da non relegare alla letteratura per ragazzi
 
Segnalato
jack.hill | Dec 30, 2008 |
“Non conosciamo la prima stesura del Dr. Jekyll”, come ci racconta Marco Trevi nella prefazione di questa edizione, ma sappiamo che l’autore bruciò il manoscritto perché la moglie non lo aveva apprezzato pienamente. In tre giorni scrisse la seconda versione, quella che ci è giunta. Solitamente è un libro che pochi leggono perché troppo inflazionato dai numerosi film che ne sono stati tratti nel corso degli anni, tutti che non rendono la reale dimensione del testo. Trevi nella sua prefazione dice della “lunga storia di doppi” di cui è fatta la letteratura e la differenzia in tre grandi filoni, il doppio inteso come “sosia”, come “ombra” o come “specchio”. Ebbene la storia di Stevenson riassume tutte e tre queste caratteristiche, ma ne crea una nuova, il doppio del sé che diviene altro. L’ultimo capitolo “La confessione di Henry Jekyll” è sublime. Riassume la vicenda interiore personale dell’autore, un nodo autobiografico quasi. Sappiamo anche che Freud, medico di Stevenson, gli prescriveva cocaina per curare la tubercolosi, ed è proprio in questa dimensione reale, di doppia identità, che Stevenson scrive il manoscritto, sotto gli effetti della droga che lo distrugge. “Ladroga non aveva poteri discriminatori: non era né diabolica né divina: si limitava a scuotere le porte della prigione in cui era rinchiusa la mia natura … e dalla prigione usciì desiderò … Ciò che ne emerse fu Edward Hyde”.
 
Segnalato
derobbio | 316 altre recensioni | Oct 19, 2008 |
Mostra 22 di 22