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Elogio dell'ozio (2010)

di Robert Louis Stevenson

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An irresistible invitation to reject the work ethic and enjoy life's simple pleasures (such as laughing, drinking and lying in the open air), Robert Louis Stevenson's witty and seminal essay on the joys of idleness is accompanied here by his writings on, among other things, growing old, visiting unpleasant places and the overwhelming experience of falling in love. Throughout history, some books have changed the world. They have transformed the way we see ourselves - and each other. They have inspired debate, dissent, war and revolution. They have enlightened, outraged, provoked and comforted. They have enriched lives - and destroyed them. Now Penguin brings you the works of the great thinkers, pioneers, radicals and visionaries whose ideas shook civilization and helped make us who we are… (altro)
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Un breve scritto che contesta quell’idea di vita secondo cui ci si dovrebbe dedicare in modo intenso ed esclusivo ad attività produttive e lucrose, e abbandonarsi a qualcosa di diverso sarebbe solo pigrizia e indolenza, spreco e vuoto inutile. Stevenson qui sostiene l’opinione opposta, critica la frenesia del lavoro e del guadagno, la competizione sfrenata, e l’istruzione accademica che secondo lui irrigidisce e inaridisce, e in generale invita a rilassarsi e a non prendere la vita troppo sul serio. Lo fa con uno stile sostenuto e studiato, ricco di termini ricercati e riferimenti letterari, e si può anche condividere ciò che dice, ma mi pare che alla fin fine in ciò che dice non ci sia nulla di originale o profondo. ( )
  Oct326 | Jul 15, 2017 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Robert Louis Stevensonautore primariotutte le edizionicalcolato
Ferretti, AngelaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Venturi, FrancoA cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato

Appartiene alle Collane Editoriali

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Titolo canonico
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Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
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Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
BOSWELL: «La pigrizia ci provoca noia».
JOHNSON: «Ciò accade, signore, perché essendo gli altri indaffarati vogliamo compagnia; ma se fossimo tutti pigri non ci si annoierebbe; dovremmo intrattenerci l’un con l’altro».
Citazioni
Il perenne attaccamento a ciò che un uomo chiama i suoi affari può essere sorretto solo dal perenne oblio di molte altre cose. E non è affatto sicuro che il lavoro sia la cosa più importante per un uomo.
Non vi è dovere che sottostimiamo maggiormente che quello di essere felici. Quando siamo felici disseminiamo il mondo di anonimi doni che rimangono sconosciuti anche a noi stessi o, quando vengono rivelati, sorprendono il benefattore più di chiunque altro.
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
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Risorse esterne che parlano di questo libro

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An irresistible invitation to reject the work ethic and enjoy life's simple pleasures (such as laughing, drinking and lying in the open air), Robert Louis Stevenson's witty and seminal essay on the joys of idleness is accompanied here by his writings on, among other things, growing old, visiting unpleasant places and the overwhelming experience of falling in love. Throughout history, some books have changed the world. They have transformed the way we see ourselves - and each other. They have inspired debate, dissent, war and revolution. They have enlightened, outraged, provoked and comforted. They have enriched lives - and destroyed them. Now Penguin brings you the works of the great thinkers, pioneers, radicals and visionaries whose ideas shook civilization and helped make us who we are

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