Byung-Chul Han
Autore di La società della stanchezza
Sull'Autore
Byung-Chul Han is a Korean-born Professor of Philosophy and Cultural Studies who teaches at the University of the Arts (UdK) in Berlin.
Serie
Opere di Byung-Chul Han
Palyatif Toplum - Günümüzde Aci 2 copie
Hacia una Ética de Jardin 1 copia
Çakma: Çince Yapıbozum 1 copia
Philosophie des Zen-Buddhismus 1 copia
Gjuha e tjetrit 1 copia
Opere correlate
Etichette
Informazioni generali
- Nome canonico
- Byung-Chul Han
- Nome legale
- 병철한
- Altri nomi
- Pyŏng-ch'ŏl Han
韓炳哲 - Data di nascita
- 1959
- Sesso
- male
- Nazionalità
- South Korea
Germany - Nazione (per mappa)
- South Korea
- Luogo di nascita
- Seoul, South Korea
- Luogo di residenza
- Berlin, Germany
- Istruzione
- Korea University
University of Freiburg
University of Basel - Attività lavorative
- Professor of philosophy and cultural studies, Universitat der Kunste Berlin
philosopher
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- Voto
- 3.7
- Recensioni
- 50
- ISBN
- 307
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"Le narrazioni" si riferiscono alla pratica di raccontare storie o narrazioni che possono dare senso all'esistenza collettiva e connettere le comunità. Tuttavia, nel contesto della società contemporanea, queste narrazioni sono diventate effimere ed inefficaci, trasformandosi in storytelling commerciale e pubblicitario. Questo ha portato alla perdita di significato e alla mancanza di punti di riferimento nella vita quotidiana delle persone. La narrazione collettiva condivisa è essenziale per creare una sensazione di pienezza e dare senso alla vita umana. La distinzione tra narrare storie significative e consumare semplicemente informazioni è cruciale per preservare la felicità e la connessione umana.
Negli ultimi tempi si è assistito a un diffuso utilizzo del concetto di narrazione in svariati contesti, tuttavia paradossalmente tale diffusione potrebbe essere interpretata come un segnale di crisi dell'esperienza narrativa. Il cuore di questo storytelling rumoroso sembra celare un vuoto narrativo caratterizzato da una mancanza di senso e da una perdita dell'orientamento. Né lo storytelling, né la svolta narrativa sembrano essere in grado di innescare un autentico ritorno del racconto. Al contrario, sembra che l'insistente richiamo alle narrazioni alluda proprio a una loro disfunzionalità.
Fino a quando i racconti hanno costituito il nostro punto di ancoraggio all'essere, essi ci hanno fornito un luogo e hanno reso il nostro essere-nel-mondo un'esperienza di essere-a-casa. I racconti hanno conferito un senso, un sostegno e un orientamento alla vita, tanto che il vivere stesso era un atto di narrare, senza bisogno di ricorrere a concetti come storytelling o narrazioni.
L'uso inflazionato di tali concetti sembra coincidere con la perdita della forza originaria, gravitazionale, del segreto e della magia delle narrazioni. Il momento in cui le narrazioni vengono percepite come costruzioni regolamentate, sembra coincidere con la perdita del loro momento di verità interno. Le narrazioni vengono così percepite come contingenti, sostituibili a piacimento e modificabili, e non più in grado di fornire un ancoraggio all'essere. Nonostante l'attuale enfasi sui modelli narrativi, sembra che stiamo vivendo in un'epoca post-narrativa.
La religione rappresenta un esempio paradigmatico di narrazione con un momento di verità interno, in grado di spazzare via la contingenza. La religione cristiana, ad esempio, costituisce una metanarrazione che fornisce un ancoraggio all'essere, conferendo aspetti narrativi al tempo stesso. Tuttavia, in un'epoca post-narrativa, il calendario religioso sembra essere privato della sua dimensione narrativa, trasformandosi in una mera agenda priva di significato. Le festività religiose, che una volta rappresentavano momenti culminanti all'interno di un racconto, sembrano essere svuotate del loro significato in assenza di una narrazione.
In un'epoca post-narrativa, le festività sembrano essere trasformate in merci, assumendo la forma di eventi e spettacoli. Anche i rituali, che costituiscono pratiche narrative intrinseche, sembrano perdere la loro dimensione narrativa. In questo contesto, l'essere-nel-mondo sembra trasformarsi in un mero essere-a-casa.
È evidente che una narrazione in grado di trasformare e aprire un mondo non può sorgere dalla volontà arbitraria di un singolo individuo, ma piuttosto emerge da un complesso processo che coinvolge diverse forze e attori. Essa rappresenta in definitiva un'espressione della tonalità emotiva del tempo.… (altro)