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Sto caricando le informazioni... Dr. Zhivago (originale 1957; edizione 1968)di Boris Leonidovich Pasternak
Informazioni sull'operaIl dottor Zivago di Boris Pasternak (1957)
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Se penso a questo libro la prima parola che mi viene in mente è "denso": denso di avvenimenti, di personaggi, di riflessioni e anche di passioni. Come quasi tutta la letteratura russa non è di facile lettura, infatti è lungo, impegnativo e pieno di digressioni, però lo sforzo viene ampiamente ripagato dalla qualità dell'opera; dopo averlo letto difficilmente dimenticherò le foreste fredde della russia, o tantomeno la profonda umanità di Zivago o l'eroismo tragico di Antipov. Ovviamente ogni medaglia ha il suo rovescio, quindi la quantità di tematiche affrontate e i protagonisti numerosissimi (ognuno con le proprie riflessioni e la propria storia personale), se da un lato donano spessore al romanzo dall'altra lo appesantiscono e si fa fatica a restare concentrati. Al di là di questi difetti (intrinsechi alla natura dell'opera), è un classico irrinunciabile e consigliato a tutti gli amanti della buona letteratura.
A la découverte de la littérature russe Publié en 1958, ce roman n'est autorisé à paraître en URSS qu'en 1985. Cette autorisation est un signe de l'ouverture souhaitée par Mikhaïl Gorbatchev. Le Docteur Jivago dépeint le passage de l'Empire russe à l'URSS, qui s'est traduit par une horrible guerre civile marquant les esprits de toute la population. Un chef-d’œuvre pour découvrir une Sibérie attachante et accueillante. At the beginning of his novel Pasternak deliberately deprives the Zhivago family of its wealth, as a kind of symbolic prelude to the revolution that is to come. Like so much else in the novel it happens as arbitrarily as if in a fairy tale: the rich king suddenly becomes a poor beggar. “There was a Zhivago factory, a Zhivago bank, Zhivago buildings, a Zhivago necktie pin,…and at one time if you said ‘Zhivago’ to your sleigh driver in Moscow, it was as if you had said: ‘Take me to Timbuctoo!’ and he carried you off to a fairy tale kingdom.” This wealth of gold both symbolizes and contrasts with the wealth of life which will be the precious gift and possession of the son, the hero of the novel... Tossed about like corks in the tumult, people are thrown up against one another in all sorts of unexpected ways and places. The ruthless partisan commander turns out to be the same young officer we used to know, rumored to have been killed in an attack on the Austrian entrenchments in 1916. The old Swiss lady walking past the trolley in which Zhivago has his fatal heart attack was the former governess of a noble Russian whom he had known briefly when they both worked at a hospital during the war. And this final coming together is in any case unknown to both parties, without apparent significance. And yet everything in life has significance, just because it is life, the thing itself, and not the abstract vision of how it ought to be for which the tyrants of ideology drench the world in blood. As Zhivago observes, you must live, you cannot always be making preparations for living—a sharp comment on the Communist promise that everything is going to be wonderful, some day in the future. Those who expect some kind of counter-revolutionary or anti-Soviet journalism from Dr Zhivago will be disappointed. It is not, in that sense, a political novel at all, although it is entirely about the effects of the revolution of 1905, the First World War, the 1917 revolution and the last war, upon a group of families of the upper-class intelligentsia and others. Pasternak is apolitical. His temper is Christian; Marxism is dismissed scornfully as half-baked folly and pomposity... There is no cliche of invention in Pasternak; there is no eccentricity either. He has the eye of nature. Another refreshing quality is the freedom from the Anglo-American obsession with sex. In love, he is concerned with the heart. It is hard to imagine an English, French or American novel on Pasternak’s subject that would not be an orgy of rape or creeping sexuality. Dr Zhivago is a great mound of minutely observed particulars and this particularity is, of course, expressive of his central attitude - his stand for private life and integrity. Doctor Zhivago has no doubt been much read—like other books that promise to throw some light on the lives of our opposite numbers in the Soviet Union—out of simple curiosity. But it is not really a book about Russia in the sense that the newspaper accounts of it might lead the reader to expect; it is a book about human life, and its main theme is death and resurrection... Doctor Zhivago will, I believe, come to stand as one of the great events in man’s literary and moral history. Nobody could have written it in a totalitarian state and turned it loose on the world who did not have the courage of genius. May his guardian angel be with him! His book is a great act of faith in art and in the human spirit. Appartiene alle Collane EditorialiDelfinserien (228) Fischer Bücherei (587) Fontana (485) — 19 altro Fontana Modern Novels (2198) Gallimard, Folio (79) Grote Beren (1) Harvill (2) Keltainen kirjasto (20) Lanterne (L 5) Nobelpreisträger Coron-Verlag (weiß) (1958 (Russland)) È contenuto inContieneHa l'adattamentoHa ispiratoHa come guida per lo studentePremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Jurij Andr©·evic ¿ưiv© go ©· un medico con la passione della scrittura. Allo scoppio della prima guerra mondiale, viene chiamato a prestare servizio in un'unit© medica inviata al fronte. Quando per©ø il divampare della rivoluzione provoca il dissolvimento dell'esercito russo, rientra a Mosca. Gli basta poco per rendersi conto delle difficili condizioni di vita venutesi a creare in citt© ; decide quindi di rifugiarsi, con la moglie Tonia, il figlio Sasha e il suocero, a Varykino, un paesino sperduto sui Monti Urali. Qui rincontra Lara, una crocerossina che aveva lavorato nel suo reparto al fronte: tra i due nasce un amore... Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)891.7342Literature Literature of other languages Literature of east Indo-European and Celtic languages Russian and East Slavic languages Russian fiction USSR 1917–1991 Early 20th century 1917–1945Classificazione LCVotoMedia:
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La prova della rilettura a grande distanza di tempo ha in pieno riconfermato l’antica impressione, nonostante la mia resistenza di lettore si sia negli anni fisiologicamente indebolita. La prima raccomandazione che farei se dovessi consigliarlo è: dimenticare l’altro Zivago, l’azzimato Omar Sharif del leccatissimo polpettone hollywoodiano di David Lean, e la sua melensa storiella sentimentale nella quale la moglie mora (Geraldine Chaplin, Tonja) rivaleggia con l’amante bionda (Julie Christie, Lara), al suono di mille balalaike in uno stucchevole paesaggio di neve e girasoli, che sta alla Russia dipinta da Pasternak come la Venezia ricostruita a Las Vegas sta a quella vera.
Il racconto di Pasternak fluisce maestoso come il Don e con lui si dipanano le vicende dei suoi personaggi, prima nella Russia degli zar e poi nel cataclisma della guerra mondiale e della rivoluzione. Mentre lo leggevo mi veniva da pensare a Suite Francese di Irene Némirovski, perché anche lì le storie di una folla di personaggi si inquadrano in una squassante tragedia collettiva, quella dell’invasione tedesca di Parigi. C’è però una differenza di fondo: se la Némirovski mostra come sono le “piccole” vicende dei singoli che scorrono più o meno parallele una all’altra a comporre il gigantesco mosaico della Storia che solo apparentemente è senza volti, Pasternak recupera la tradizione del grande romanzo e intreccia le traversie dei propri personaggi maggiori e minori in un viluppo che va al di là di ogni razionale plausibilità. Travolti dalla guerra, dalla rivoluzione, da arresti e deportazioni, dal crollo totale della struttura sociale e dispersi nello sterminato territorio della Russia, i personaggi sembrano pedine di un destino che gioca con loro a separarli e a ricongiungerli, ma ciò che si è appena ricomposto si scompone di nuovo e chi si è ritrovato torna a perdersi, nella magmatica folla di straccioni che popola le strade di Mosca oppure nella steppa siberiana immersa nella neve.
E’ nota la storia del romanzo, della sua censura da parte del governo di Mosca e della sua pubblicazione in Italia per i tipi di Feltrinelli nel 1957, in aperto contrasto con il PCI. Pasternak fu espulso dal sindacato degli scrittori, costretto a rifiutare il premio Nobel e a vivere gli ultimi anni in miseria. D’altra parte la sua descrizione amara e assolutamente antimitologica della rivoluzione e dei suoi “eroi” era in completo contrasto con la retorica di regime. Pasternak non prova nessuna nostalgia per la Russia zarista ma non riesce a non vedere il massacro fra bianchi e rossi prima di tutto come un massacro, non riesce a giustificare il disfacimento della struttura sociale e culturale della “sua” Russia, non riesce a cantare di eroi là dove vede debolezze, miserie e crudeltà.
Dimentichiamo quindi Julie Christie e “il tema di Lara” con le sue balalaike, dimentichiamo il ciuffo pettinatissimo di Omar Sharif e la sua camicia da Popoff: Il dottor Zivago è molto altro e molto di più. E’ anche, temo, un libro da tener lì un altro po’ di anni e poi da rileggere di nuovo. ( )