Hergé (1907–1983)

Tintin fa parte, a pieno titolo, della storia del fumetto mondiale, Hergè non a caso è considerato uno dei maestri della scuola belga. Tintin è un ragazzo che affronta il mondo e la vita con la maturità di un adulto, un topolino in formato europeo, non a caso sempre accompagnato dal suo cagnolino Milù e il capitano Haddock, un adulto che affronta il mondo con l’approccio di un bambino. E un po’ come nel mondo della Disney, a fianco ad un mondo fantastico, fatto di avventura e mistero, Hergè non nasconde un intento didattico nelle sue storie. In questo albo tre storie straordinarie: la prima, divisa in due lunghissimi episodi, “Obiettivo Luna”e “Uomini sulla luna”, racconta, con dovizia di particolari anche scientifici, dei preparativi e della spedizione sulla luna dei nostri eroi, diretti dal professor Trifone, in questo episodio vero e proprio mentore del lettore. Nel secondo episodio, “Tintin in Tibet” il nostro eroe va in Tibet per salvare Tchang, un amico della vita reale di Hergè. Il terzo episodio “i gioielli della Castafiore” è un classico del fumetto poliziesco. Comunque, Tintin merita il posto che ha nel mondo del fumetto.

Recensione del 18 dicembre 2008
Siamo in pieno fumetto belga. E dopo i maestri dell’orzo, un capolavoro assoluto, l’attesa, la mia attesa, era elevatissima. Ma, succede ultimamente, attesa tradita da un fumetto gradevole, ma decisamente non esaltante. Troppa retorica, un po' topolino, supereroe simpatico sì, ma troppo saccente. Ottime, invece, le spalle; il capitano ed il cagnolino. Molto buone anche le sceneggiature e la carica inventiva. Viaggio sulla luna ed avventura in Tibet. Cosa si vuole di più. Ma l’eccessiva presenza di testo rende la lettura spesso pesante; e spesso è per dare a Tin Tin l’opportunità di fare bella mostra di saccenza. Insomma. Lontano anni luce dalla linearità dei maestri dell’orzo, pur in presenza di un fumetto più che accettabile.… (altro)