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Jean-Yves Ferri

Autore di Asterix e i Pitti

27 opere 3,102 membri 67 recensioni

Sull'Autore

Comprende i nomi: Jean-Yves Ferri, Jean-Ives Ferri

Fonte dell'immagine: Jean-Yves Ferri at Lucca Comics & Games 2015 By Niccolò Caranti - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=44770864

Serie

Opere di Jean-Yves Ferri

Asterix e i Pitti (2013) — Autore — 707 copie
Asterix e il papiro di Cesare (2015) — Autore — 598 copie
Asterix and the Chariot Race (2017) — Autore — 449 copie
Asterix and the Chieftain's Daughter (2019) — Autore — 388 copie
Asterix and the Griffin (2021) 303 copie
De Gaulle à la plage (1991) 27 copie
Larcenet le Sens de la Vis (2007) — Autore — 5 copie

Etichette

Informazioni generali

Data di nascita
1959-04-20
Sesso
male
Nazionalità
France
Luogo di nascita
Mostaganem, Algeria

Utenti

Recensioni

Dopo il mezzo capitombolo di ‘Asterix e la Corsa d’Italia’, la coppia Ferri/Conrad rimbalza verso un livello più che dignitoso che è simile a quello del debutto ‘Asterix e i Pitti’.
In questa avventura i nostri se ne rimangono nel loro villaggio in Armorica dove arriva la figlia del titolo: cresciuta per essere il simbolo della riscossa, la ragazzina è una ribelle che sogna per se stessa ben altro destino trovando la complicità dei rampolli di Ordinalfabetix e Automatix. La trama è forse tenue e un poco scontata, ma è ravvivata con bella mano coinvolgendo i pirati mai così in forma – e con un bell’omaggio ad Aznavour – mentre i romani se ne stanno un po’ defilati ma con notevoli spunti di divertimento regalati dal romanesco della truppa (la traduzione è di Vania Vitali e Andrea Toscani).
Non è la prima volta che Asterix ha a che fare con gli adolescenti, ma qui gli rubano la scena con una menzione speciale per Ludwikamadeus, goto figlio adottivo di un generale romano e batterista ‘motorik’ ante-litteram.
Per il resto non mancano i tormentoni di Obelix (il far finta di niente, l’immancabile pozione), un po’ di sberloni ma assai meno del solito, i nomi indovinati (Sushix e Sashimix sono i figli del pescivendolo Ordinalfabetix) e una narrazione corale sempre sorridente e senza cadute di tono.
… (altro)
½
 
Segnalato
catcarlo | 10 altre recensioni | Feb 29, 2020 |
In questo volume, Ferri e Conrad sembrano essere stati colpiti dalla versione cartacea del problema del ‘difficile terzo disco’. I due lavori precedenti avevano mostrato una tendenza in crescendo che aveva consentito ad ‘Asterix e il papiro di Cesare’ di raggiungere una qualità davvero rimarchevole, così la delusione per questa loffia avventura è, se possibile, ancora maggiore. L’avvio è indovinato, con il potente burocrate che spende in orge i soldi della manutenzione stradale e organizza la scintillante competizione del titolo per nascondere le magagne facendo sì che Cesare, ovviamente, ordini di vincerla a ogni costo. L’entrata in scena dei Galli allenta la tensione perché troppo pretestuosa è la loro partecipazione a una gara che viene raccontata in modo confuso e senza un definito filo narrativo: troppi personaggi (perché sono rappresentati tutti i popoli d’Europa) si alternano mentre a intermittenza ci si occupa dell’inganno per far trionfare l’auriga romano. Sono simpatiche le principesse africane che ricordano un po’ le sorelle Williams, ma quelli realmente indovinati sono i due ‘russi’ con il loro frasario vetero-comunista. Su di un livello inferiore si pongono i pigri lusitani oppure il paio di sprazzi che regalano i britanni (‘Liquame di toro!’): il resto fa tappezzeria per colpa di una scarsa efficacia che vale anche per le popolazioni italiche, vivacizzate un po’ dagli accenti dialettali (che, si suppone, ci sono solo nella nostra lingua). Il tutto porta a una notevole carenza di spunti comici a cui non si sottrae una rappresentazione dell’Italia ritratta per figurine: non disturba certo l’anacronismo veneziano – le zanzare della laguna sono una trovata carina – ma, ignorando per carità di patria l’incomprensibile passaggio fiorentino, perché una corsa che parte a Monza e finisce chissà perché a Napoli non passa per Modena invece che per Parma? Per la battuta su prosciutto e formaggio? In fondo, Pavarotti era modenese… Se il testo non brilla, i disegni mettono in mostra altrettanti difetti: alcune tavole, specie quelle grandi, si fanno ammirare con piacere, ma mancano o non funzionano le strizzate d’occhio visive dell’episodio precedente, accentuando la sensazione che l’insieme risulti infantilizzato senza scampo. La trentasettesima avventura di Asterix si dimostra così un passo falso evidente – non si ride praticamente mai – che speriamo venga recuperato al prossimo giro.… (altro)
 
Segnalato
catcarlo | 8 altre recensioni | Feb 9, 2018 |
Se Asterix è nato anche dai ricordi (incubi?) liceali di Goscinny e Uderzo legati alle versioni tratte dai commentarii cesariani, era inevitabile che qualcuno cercasse di chiudere il cerchio: a farlo è la nuova coppia di autori delle avventure del piccolo Gallo e relativa compagnia di giro in questo secondo volume che, dopo il più che discreto esordio di ‘Asterix e i Pitti’, raggiunge un livello qualitativo davvero notevole. Lo spunto è il libro del ‘De bello gallico’ riguardante i problemi con il ben noto villaggio scritto da Cesare per completezza storica, ma espunto per questioni di marketing: in seguito a una fuga di notizie, il testo carambola fino in Armorica, inseguito dall’editor del condottiero e dagli immancabili legionari più o meno imbranati. Visto che la tradizione gallica è orale, un druido si incarica di memorizzarlo e, di bocca in orecchio, esso giunge nella Parigi degli anni Cinquanta… Quello della trasmissione non scritta, con inevitabili corruzioni, è solo uno dei tanti tormentoni riusciti che percorrono la vicenda e che si integrano ai passaggi più prettamente comici per mantenere alto il tasso di divertimento in un serrato episodio che non presenta momenti di stanca. Alla prima categoria si possono ascrivere ancora la messaggistica affidata ai piccioni viaggiatori con relative interferenze piratesche, i Galli condizionati dagli oroscopi con conseguenze spiacevoli sia per la dieta di Obelix sia per il menage familiare di Abraracourcix e Matusalemix, le peripezie del giornalista d’assalto Vispolemix ispirato vagamente ad Assange, i militi che cercano di mimetizzarsi tubando; della seconda vanno almeno ricordati la figura dell’arcidruido Archeopterix (con qualche reminiscenza de ‘Asterix e il duello dei capi’) e della Foresta dei Carnuti tutta, i ghostwriter nella Roma classica, l’immaginosa raccolta di strumenti di Assurancetourix nonché molti dei nomi, con una certa preferenza per quelli dei Numidi. Come già nella puntata precedente, il disegno di Didier si mantiene, e non poteva essere altrimenti, legato al segno originale ma risulta comunque vivace e dinamico grazie ad alcune belle trovate oltre che alle personalizzazioni da ricercare soprattutto nei piccoli particolari che, perciò, è bene osservare con attenzione.… (altro)
 
Segnalato
catcarlo | 11 altre recensioni | Feb 3, 2016 |
Con questo trentacinquesimo volume della serie, Asterix cambia di mano e viene voglia di dire che era ora: gli ultimi volumi firmati dal solo Uderzo erano obbiettivamente debolini dal punto di vista della scrittura, come quei musicisti una volta importanti che si ostinano a sfornare dischi che sono solo una pallida copia della passata grandezza quando invece sarebbe meglio scrivere la parola fine. I due nuovi autori, entrambi già passata la cinquantina, affrontano la materia con un approccio che più classico non si può, ma la presenza di un vero sceneggiatore dà vita a una vicenda maggiormente strutturata su cui il disegnatore segue le tracce dell’originale sia nel tratto pulito, sia nel gusto di alcuni particolari: del resto, Uderzo ha supervisionato il progetto, disegnando anche l’Obelix di copertina. Quando i nostri eroi riescono a far parlare un guerriero ibernato finito sulle coste dell’Armorica, i due Galli decidono di accompagnarlo nella natia Scozia a prendersi una rivincita contro il capo del clan rivale: quest’ultimo si è alleato con i romani e così ci scappa pure la consueta dose di sganassoni. Ferri inserisce parecchi spunti nella narrazione, con il risultato che qualcuno si perde per strada (il cattivo è poco sfruttato, gli effetti del whisky non mantengono le promesse): niente di troppo grave, però, perché le altre trovate funzionano, come Mac Karon che, ritrovando la voce, invece di parlare canta (del resto, per uno che abita sul Loch Andloll…),lo sdilinquirsi delle donne del villaggio per il nuovo arrivato, l’intermezzo comico dell’agente del censimento oppure il simpatico Afnor, progenitore giocherellone del mostro di Loch Ness. Come già accennato, Didier non si discosta dal percorso tracciato da Uderzo, così che per un lettore non maniacale potrebbe essere difficile distinguere questo volume da quelli della serie principale: un mimetismo forse inevitabile in questa prima esperienza, anche se la speranza è che la nuova coppia, se continuerà a lavorare alla serie, sappia apportare qualche elemento di novità che riesca a caratterizzare il ‘loro’ Asterix - e se i puristi si lamenteranno, pazienza, avere un altro ‘Asterix e Cleopatra’ (qui peraltro omaggiato nel ‘nevone’ iniziale) non è possibile. Ciò non toglie che la lettura di questo volume sia assai piacevole e pure moderatamente appassionante: fa sempre piacere ritrovare dei vecchi amici, specie se paiono sulla via per ritrovare la forma migliore.… (altro)
 
Segnalato
catcarlo | 11 altre recensioni | Oct 8, 2014 |

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Voto
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