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Joseph ConradRecensioni

Autore di Cuore di tenebra

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Recensioni

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Ma è vero che gli esseri umani hanno un "cuore di tenebra"? No, può essere vero che tutti gli esseri umani abbiano un "cuore di tenebra". Questa è un'interpretazione piuttosto pessimistica e riduttiva della natura umana presentata nel romanzo di Joseph Conrad. Mentre "Cuore di tenebra" esplora temi come l'oscurità dell'animo umano, il colonialismo e la corruzione morale, non generalizza questi aspetti a tutta l'umanità. Il romanzo si concentra soprattutto sulla discesa di Kurtz nelle tenebre interiori, esacerbata dal contesto coloniale, ma non implica che questo sia inevitabile per tutti gli esseri umani.

Infatti, Conrad stesso ha dichiarato che il suo intento non era quello di fare una denuncia moralistica, ma piuttosto di esplorare la complessità della condizione umana, con le sue luci e ombre. La figura di Marlow, pur essendo turbato dalla scoperta del lato oscuro di Kurtz, non perde la sua umanità e il suo senso etico.

Quindi, mentre "Cuore di tenebra" mette in guardia contro i pericoli della corruzione morale e della brutalità, non dipinge un quadro completamente nero dell'umanità. La natura umana è complessa e varia, con il potenziale sia per il bene che per il male. Il romanzo invita a una riflessione profonda, senza cadere in facili generalizzazioni.

Il "cuore di tenebra" nel romanzo di Joseph Conrad ha un significato simbolico profondo e complesso, rappresentando diverse dimensioni della condizione umana e della società.
Simbolismo del "cuore di tenebra".

Il Male e la Corruzione: Il "cuore di tenebra" è spesso interpretato come una metafora del Male intrinseco nell'animo umano. La figura di Kurtz, che rappresenta l'apice della corruzione morale e dell'avidità, incarna questa oscurità. Marlow, il protagonista, si confronta con l'orrore e la brutalità del colonialismo, scoprendo che la vera oscurità non risiede solo nell'Africa, ma anche nel cuore degli uomini che la colonizzano.

Colonialismo e Sfruttamento: Il romanzo è una severa denuncia degli orrori del colonialismo europeo. Il "cuore di tenebra" rappresenta non solo la giungla africana, ma anche il sistema di sfruttamento e oppressione che sostiene il benessere della "società civilizzata". Kurtz, con le sue pratiche brutali, simboleggia la logica perversa del dominio coloniale, dove l'umanità viene sacrificata per il profitto.

Ambiguità Morale: La narrazione di Marlow esplora l'ambiguità tra bene e male. Man mano che si avvicina al "cuore di tenebra", i confini tra queste categorie iniziano a sfumare. Marlow è attratto e repulso da Kurtz, evidenziando come la ricerca del potere e la follia possano affascinare e distruggere. Questo dualismo riflette la complessità della natura umana, dove il Male può manifestarsi anche in contesti che sembrano civilizzati.

Riflessione sull'Identità Culturale: Il "cuore di tenebra" serve anche come riflessione sulla cultura occidentale e sulla sua interazione con l'Altro. La discesa di Marlow nel cuore dell'Africa diventa un viaggio di introspezione, rivelando le fragilità e le contraddizioni della civiltà europea. La giungla, inizialmente vista come un luogo di barbarie, si trasforma in uno specchio delle tenebre presenti nella cultura occidentale stessa.

Il "cuore di tenebra" è un simbolo multifaceted che rappresenta il Male, la corruzione, l'ambiguità morale e la complessità della cultura umana. La sua esplorazione nel romanzo invita i lettori a riflettere sulle proprie tenebre interiori e sulle dinamiche del potere e della moralità nella società.

"Cuore di tenebra" di Joseph Conrad è un romanzo breve pubblicato nel 1902, che esplora temi complessi come il colonialismo, la moralità e la natura umana attraverso la narrazione di un viaggio nell'Africa centrale.

Il protagonista, Marlow, intraprende un viaggio lungo il fiume Congo per trovare Kurtz, un agente dei mercanti d'avorio che ha acquisito una sorta di culto tra gli indigeni. La narrazione si sviluppa in un contesto di crescente oscurità, simboleggiando non solo il viaggio fisico ma anche una discesa nei meandri più profondi dell'animo umano. La figura di Kurtz rappresenta un ideale distorto di civiltà e potere, mostrando come il colonialismo possa corrompere e degradare sia gli oppressori che gli oppressi.

Conrad utilizza uno stile evocativo e denso, capace di trasmettere l'orrore e la confusione del colonialismo. La prosa è ricca di simbolismi e riflessioni filosofiche, rendendo il romanzo non solo un racconto di avventura, ma anche una critica feroce alla brutalità del colonialismo e alla crisi della moralità occidentale. La frase celebre "Il cuore di tenebra" si riferisce non solo alla regione geografica, ma anche alla corruzione morale che essa rappresenta.

"Cuore di tenebra" è considerato uno dei capolavori della letteratura moderna e ha ispirato numerose opere, tra cui il film "Apocalypse Now". La sua rilevanza continua a essere attuale, poiché affronta questioni universali riguardanti il potere, l'alienazione e l'identità culturale. Un'opera fondamentale che invita i lettori a riflettere sulle conseguenze del colonialismo e sulla natura complessa dell'umanità, rendendolo un libro imperdibile da leggere almeno una volta nella vita.

Joseph Conrad ha tratto ispirazione da diverse influenze letterarie e culturali per scrivere "Cuore di tenebra". Influenze principali:

Biografia e mito di Rimbaud: Conrad scrisse "Cuore di tenebra" nel 1898, sotto l'influsso della vita e dell'opera di Arthur Rimbaud, il poeta simbolista francese. Rimbaud rappresenta un ideale di viaggio e scoperta, che si riflette nel tema del viaggio di Marlow nell'Africa centrale.

Dostoevskij: La morale di Conrad è vista come una risposta polemica alle opere di Dostoevskij. Conrad affronta il tema della mancanza di Dio e della conseguente necessità di difendersi dalla propria natura, un concetto che si ricollega alle tensioni morali e filosofiche presenti nei romanzi di Dostoevskij.

Flaubert e Henry James: Conrad è stato influenzato anche da Flaubert e Henry James, autori che hanno contribuito a formare il suo stile narrativo. La loro attenzione per la psicologia dei personaggi e la complessità delle situazioni umane si riflettono nel modo in cui Conrad sviluppa i suoi temi e i suoi personaggi.

Esperienze personali: La propria esperienza di vita di Conrad, cresciuto in Polonia e successivamente emigrato in Inghilterra, ha influenzato la sua visione del colonialismo e della cultura occidentale. La sua carriera nella marina mercantile gli ha fornito una conoscenza diretta delle realtà coloniali, che ha poi trasposto nei suoi scritti.

Il romanzo affronta temi come il colonialismo, la moralità e l'oscurità intrinseca nell'animo umano. La narrazione di Marlow, che esplora il "cuore di tenebra" dell'Africa, diventa una metafora per l'esplorazione delle tenebre interiori dell'umanità. L'uso di simbolismi e una prosa densa e evocativa sono caratteristiche distintive del suo stile, influenzato da queste correnti letterarie e dalle sue esperienze personali. "Cuore di tenebra" è un'opera profondamente influenzata da una varietà di fonti letterarie e dalle esperienze di vita di Conrad, che insieme creano un racconto complesso e provocatorio sulla condizione umana.
 
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AntonioGallo | 412 altre recensioni | Aug 3, 2024 |
Cosa può dire Cuore di tenebra a unǝ lettorǝ oggi? Cosa può dirci di significativo un romanzo scritto da un uomo che sosteneva il colonialismo in quanto portatore di civiltà (sic) a popolazioni che a suo dire non lo erano? Ha ancora qualcosa da dirci il punto di vista razzista e sessista di Conrad quando sappiamo benissimo che la sua benevolenza è solo la facciata più presentabile di quell’orrore che lo sconvolse così tanto del Congo sotto l’oppressione di Leopoldo II del Belgio?

Ecco, secondo me sì, anche se non riesco a biasimare chi lo bolla come feccia razzista, perché il punto di vista di Conrad, veicolato attraverso il racconto di Marlow, oggi è inaccettabile e il fastidio che provoca può facilmente annegare quello che Cuore di tenebra è ancora capace di dirci, cioè che la nostra civiltà è ben lungi dall’essere conquistata per sempre.

Per quanto, infatti, ci raccontiamo di aver superato la nostra disumanità e averla cancellata a colpi di progresso, basta un nonnulla per far cadere la nostra facciata di popoli civili e ripiombare nell’oscurità della ferocia. Conrad racconta molto bene la perdita di ogni freno inibitorio dettata dall’avidità di materie prime, dal razzismo e dalla lontananza fisica da ogni giudizio morale vincolante, che rende inutile anche il mantenimento di una parvenza di civiltà.

Cuore di tenebra è ancora rilevante per il modo in cui espone quell’orrore che sta dentro di noi, appena sotto la superficie dei nostri principi cosiddetti inviolabili, che non sono riusciti affatto a tenerlo a bada; un orrore che riaffiora ancora e ancora, stupendoci ogni volta, nonostante le annose denunce delle persone razzializzate.

Eh già. Noi oggi, in più di Conrad, abbiamo le testimonianze e le denunce delle vittime di quell’orrore: iniziare a prenderle sul serio e ad ascoltarle, invece di liquidarle come esagerazioni, potrebbe essere un buon modo per non cadere dal pero davanti a certi soprusi.
 
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lasiepedimore | 412 altre recensioni | Jan 17, 2024 |
Tifone è considerato uno dei maggiori capolavori di Conrad; il racconto della tempesta in pieno oceano in cui è incappato il piroscafo battente bandiera siamese, il Nan Shan, guidato dal capitano MacWhirr. Un classico libro di avventure che ha un significato, il valore degli uomini che va oltre le apparenze: il capitano all’inizio del racconto sembra un uomo semplice, meschino, insicuro, perdente. Ma è proprio nella tempesta che escono fuori le indubbie qualità dell’uomo; infatti il capitano riesce con coraggio, intelligenza e prontezza a mettere in salvo la nave e il carico di vite rappresentato dai passeggeri cinesi a bordo. Un libro breve e leggero; gradevole, ma onestamente lontano da un capolavoro.
 
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grandeghi | 25 altre recensioni | Mar 31, 2020 |
Tifone è una classica storia di mare, basata probabilmente sulla reale esperienza di Conrad come marinaio e, probabilmente, anche su una vera e propria disavventura vissuta a bordo del vero piroscafo John P. Best. Il lungo racconto descrive le gesta del capitano Tom MacWhirr nell'affrontare un tifone tropicale al comando del piroscafo battente bandiera siamese Nan-Shan, col suo carico umano di coolies cinesi diretti verso la terra natìa. Sono presenti altri gustosi personaggi di contorno come il primo ufficiale Jukes e Solomon, il motorista capo. Il romanzo è ambientato in nave fra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo. MacWhirr, uomo stolido, timido e semplice, ignorato dalla sua famiglia, sfruttato dalla moglie e deriso dal suo equipaggio, rifiuta testardamente di cambiare rotta per evitare il sopraggiungere di un tifone.

Lo scatenarsi della violentissima tempesta sembra aver ragione della nave e dell’equipaggio, che si sente perduto e impotente di fronte alla furia degli elementi, tuttavia la ferrea determinazione e calma del capitano nell'affrontare gli eventi e la sua intelligente e umana gestione del problema rappresentato dai coolies stipati nella stiva, riescono a salvare la nave e l’equipaggio dal caos e dalla morte.

Alla fine della vicenda, il Capitano MacWhirr non appare comunque come un vero eroe ma nemmeno la ridicola macchietta quando salì a bordo la prima volta, insignificante e timido con bombetta e ombrello, ovvero l’antitesi del vero marinaio, anche se tuttavia alla fine del racconto resta solo e incompreso da tutti.
 
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kikka62 | 25 altre recensioni | Feb 21, 2020 |
La «linea d’ombra» conradiana non è solo quella che si deve oltrepassare per lasciarsi alle spalle le illusioni della giovinezza e addentrarsi nella maturità con la dolorosa coscienza di sé e delle proprie responsabilità. Essa affonda nell’inconoscibile, nel «perturbante»: è una sottile linea di demarcazione, sempre presente, mai visibile. Il giovane capitano di mare protagonista di questo lungo racconto, considerato tra le migliori prove narrative di Conrad, la oltrepassa per un istante quando, sedendosi nella cabina di comando, vede in un lampo la lunga sequela dei volti di coloro che l’hanno preceduto. Di colpo egli coglie la propria immagine nello specchio del regresso infinito, un volto che dal passato s’inabissa nel futuro e lo induce a intraprendere un viaggio al cuore dell’esperienza della vita.
 
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kikka62 | 25 altre recensioni | Feb 21, 2020 |
GLI ADELPHI 479
 
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Vincenzop. | 10 altre recensioni | Feb 19, 2018 |
“L’orrore! L’orrore”

La chiave di lettura di questo romanzo, cardine della produzione di Joseph Conrad, è appunto nelle due parole sopraccitate, ultima esclamazione prima di morire del misterioso, nonché enigmatico, signor Kurtz, principale artefice dello sfruttamento delle risorse locali ed estrema emanazione delle società europee ad esso collegate. Tutto il romanzo è un’immensa metafora-paradosso degli enormi guasti creati già nell’ottocento, dalla cosiddetta società civile occidentale, nei riguardi dei popoli “non civilizzati”, in questo caso riferito all’Africa e al pesante sfruttamento di cui furono oggetto le sue materie prime da parte delle nazioni europee che l’avevano colonizzata. Guasti che peseranno moltissimo quando poi il continente africano proverà a muoversi con delle proprie autonomie. La scrittura di Conrad è molto evocativa creando con rara arte luoghi ed atmosfere al limite della tangibilità, anche con l’efficace descrizione di veri e propri gironi infernali, dove agiscono poi gli allucinati personaggi, protagonisti del sistematico saccheggio in atto tra i recessi dei fiumi africani. Suggestivo il momento culminante del romanzo, a cui si è ispirato anche Francis Ford Coppola con il suo “Apocalypse now”, in cui, in un’atmosfera sospesa, vagamente metafisica, avviene l’incontro tra l’emissario della società e il carismatico Signor Kurtz: attraverso i dialoghi criptici tra i due verrà dispiegato tutto l’orrore che sta producendo la devastazione in atto, sia sugli uomini che sulle cose. Un esplicito atto d’accusa verso una socièta occidentale preoccupata già all’epoca soltanto di sopravvivere a se stessa; un drammatico richiamo alle responsabilità dei tanti “cuori di tenebra” che misero in atto quello scempio…

https://www.youtube.com/watch?v=SGyBvvbC_Mg

“Un corso d’acqua deserto, un grande silenzio e una foresta impenetrabile. L’aria era calda, densa, opprimente, stagnante. Non c’era gioia nello splendore del sole. I lunghi tratti di quel corso d’acqua procedevano deserti, nel buio di ombreggiate lontananze.”

“Nessuno sfoggio di eloquenza avrebbe potuto distruggere la fede di un uomo nell’umanità, più di quella sua ultima esplosione di sincerità. Lottava anche con se stesso. Lo vidi, lo udii. Vidi il mistero inconcepibile di un’anima che non conosceva né freno, né fede, né paura, e che pure lottava alla cieca con se stessa.”

“Aveva ricapitolato – aveva giudicato: “l’orrore!” Era un uomo notevole. Dopo tutto, aveva espresso una sorta di fede; con schiettezza, con convinzione; c’era nel suo sussurro una nota vibrante di rivolta, il volto terrificante della verità intravvista.”
 
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barocco | 412 altre recensioni | Sep 26, 2017 |
“Qualunque stato mentale, anche la pazzia, ha il suo equilibrio fondato sulla stima di noi stessi”

Anche Joseph Conrad come altri autori, tipo Herman Melville, ebbe il mare dentro l’anima, e forse anche nelle vene, arrivando a scrivere, nella sua produzione letteraria, se non quasi esclusivamente romanzi e racconti con il mare come protagonista, altre storie che, anche se ambientate sulla terra, dal mare traevano spunto e sostanza.
È il caso di questi due racconti “Domani” e “Amy Foster” dove con situazioni che si presentano all’apparenza diverse Conrad evidenzia come la natura umana reagisca sempre con le stesse difese fatte di: isolamento, sospetto, rifiuto.
Che detto così sembra di stare a parlare dei sentimenti che genera la moderna emigrazione, ma ho divagato; tornando ai due racconti: in “Domani” un vecchio padre, ormai completamente isolato e schernito dalla comunità, vive in uno stato mentale, quello della citazione del titolo, di continua attesa di un figlio, imbarcato anni prima, che fatalmente tornerà sempre “domani” al punto che quando il figlio tornerà davvero la realtà sarà molto dura da accettare per il vecchio che arriverà persino a rifiutarla…
Nel secondo racconto, “Amy Foster” è appunto la ragazza che si prende a cuore la sorte di uno sconosciuto naufrago che il mare ha gettato sulla spiaggia fino a sposarselo e farci un figlio, ma questo non basterà, alla lunga, a colmare sospetti e paure che inevitabilmente affioreranno verso uno straniero di incerta provenienza e mai completamente accettato dalla comunità, la cui unica colpa sarà quella di non essere riuscito a integrarsi completamente…
Molto bravo Conrad, in questi racconti, a scandagliare l’animo umano traendone fuori paure e fobie che purtroppo albergano fisse negli uomini, in apparenza sopite, ma in verità sempre allerta e pronte a manifestarsi…
 
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barocco | Jun 2, 2017 |
Il fascino dei racconti di mare è sempre irresistibile. Non importa che l’azione avanzi anche solo per variazioni impercettibili o i termini tecnici della navigazione a vela si susseguano oscuri, la sensazione del mare aperto attraverso la penna di uno scrittore che conosca e ami la vita marinaresca tende ad ammaliare in ogni caso. Se a questo si aggiunge la descrizione di quel delicatissimo momento che segna il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, ecco spiegata la capacità che ha questo romanzo di conquistare il cuore incurante del passare del tempo. In piena Grande Guerra – con la generazione del figlio al fronte a passare nel sangue la propria linea d’ombra – Conrad decide di romanzare il suo primo, sfortunato comando, vera e propria cesura della sua esistenza. Attraverso una scrittura attenta e ricercata – l’autore, polacco di nascita, scrive in inglese come se la lingua imparata potesse sfuggire al suo controllo – ecco allora narrato come un giovanotto di belle speranze e notevole presunzione si veda costretto a fare i conti con la realtà e con l’umanità che lo circonda, fino a iniziare una nuova fase, più consapevole, della propria esistenza. Una mefitica Bangkok e una bonaccia in apparenza interminabile lungo la rotta per Singapore mettono il protagonista di fronte alle proprie responsabilità, rese ancor più ardue da un’epidemia che si diffonde a bordo: lontana da qualsiasi terra, la nave sembra quasi sottostare a un maleficio in un’immobilità che rende vani gli sforzi dell’equipaggio, le cui movenze sembrano quasi al rallentatore, impaniate in una ragnatela invisibile. E’ nella narrazione di questi momenti – sembra di sentire il cigolio dei legni e vedere la piatta distesa del mare – che si esplica appieno il fascino a cui accennavo all’inizio: anche a libro chiuso, il lettore fa fatica a lasciare la sensazione di attesa per la brezza che non vuol rinforzare trasformandosi in vento nelle vele.
 
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catcarlo | 25 altre recensioni | Oct 20, 2016 |
Contro il colonialismo. Ma anche un bel libro d'avventura.
 
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kristianopedia | 412 altre recensioni | Mar 15, 2014 |
(Come inizia:) " Solo i giovani hanno di questi momenti. Non intendo dire i giovanissimi. No. I giovanissimi, per essere esatti, non hanno momenti. E' privilegio della prima gioventù vivere in anticipo sui propri giorni, nella bella continuità di speranze che non conosce pause né introspezione. Uno chiude dietro di sé il cancelletto della fanciullezza - ed entra in un giardino incantato. Là persino le ombre rilucono di promesse. Ogni svolta del sentiero ha un suo fascino..."
 
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circa2000 | 25 altre recensioni | Dec 6, 2013 |
Tifone è un piccolo capolavoro che riassume un tema caro a Conrad: l'eroismo o la viltà nell'attimo decisivo. Mac Whirr è un eroe "al contrario" così come Jukes, l'ufficiale in seconda. Il primo è uno "sciocco" secondo il secondo ufficiale, un piccolo uomo stolido, silenzioso, quasi autistico - incapace com'è di andare al di là del significato letterale delle parole - che decide di affrontare, per la prima volta nella sua vita, una tempesta tropicale, pur di non arrivare in ritardo. Nonostante tutto, riesce a portare la nave in porto e, soprattutto, a calmare una colossale rissa tra i 200 coolies imbarcati ed a ridistribuire equamente tra loro il denaro che la tempesta aveva sparpagliato in giro.
Jukes, invece, è il fratello di Lord Jim, apparentemente integro e patriottico - si lamenta del capitano che ritiene una bandiera uguale all'altra - è in realtà, un codardo (è soggiogato dalla tempesta) ed uno "sciocco" perché non comprende né l'importanza del compito di calmare i coolies, né la necessità di distribuire equamente il denaro (propone addirittura di lanciarlo tra i cinesi).
Le recensioni sembrano concentrarsi sulla tempesta che Conrad però considerava un semplice spunto narrativo, il mezzo per far emergere la reale natura dei personaggi.
 
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Luisali | 25 altre recensioni | Jul 4, 2013 |
È bellissimo. Come per tutte le letture giovanili, si poteva temere una delusione alla rilettura. Curiosamente, mi è piaciuto molto di più adesso. Come per tutte le narrazioni sulle quali tanta importante narrazione successiva ha steso strati e strati d’altro, si poteva temere d’esserne sopraffatti. Non succede: leggerlo e basta.
Con la stessa fiduciosa attenzione con cui si leggeva da bambini. Con gli stessi dubbi d’un momento (che accadrà mai se non si manovrano gli strozzatoi?) ma l’intuizione ti governa e ti manda avanti, per amore della storia, dei personaggi, per sapere come va a finire: che sia una storia appassionante, non mi ricordo se ce lo avevano detto i suoi saggi interpreti. Ma è anche questo.
E nello stesso tempo che ti appassioni, quanto di universale c’è in questo breve romanzo viene fuori da solo, semplicemente. Proprio per te.
Non importa se la tua personale linea d’ombra l’hai passata e da tanto, se nemmeno l’intravedi all’orizzonte, se credi che, ormai, non la passerai più. Cos’è lo sai, adesso, e lo sai per tutti e per sempre. È questo il dono che fa la narrazione quando è letteratura. Provare per credere.
 
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patri50 | 25 altre recensioni | Aug 1, 2012 |
Il romanzo si apre con il viaggio del giovane ufficiale in seconda Jim su un vascello, il Patna. Lo scontro con un relitto fa credere che la nave sia in procinto di affondare e Jim la abbandona con sopra i passeggeri. Jim, che nel fondo è un idealista, si pente subito del gesto vile, frutto di un atto impulsivo dettato dall'orrore del momento, ma anche un'inchiesta sancirà la sua colpa. Nel tentativo di rifarsi una vita, va in giro per il mondo, sfuggendo a se stesso, cercando l'anonimato. Raggiunge infine l'isola di Patusan, nell'arcipelago malese, dove con la forza del suo carattere e le sue qualità carismatiche riesce a stabilire l'ordine e a passare per un semidio.
Jim è forse il personaggio più popolare di Conrad; la sua figura, segnata dal mistero, tormentata dal rimorso di un'azione indegna e ansiosa di riscatto, è prossima al nostro sentire di moderni per l'umana debolezza che dimostra nel momento della verità. L'idealismo romantico, i sogni impossibili e il rovello per l'onore perduto di Lord Jim sono il frutto, naturale e insieme paradossale, dell'Inghilterra vittoriana, e approdano a un antieroismo tanto singolare in una temperie di imperialistica esaltazione, quanto anticonvenzionale nel solco di una letteratura esotica e avventurosa che ha i suoi maestri in Stevenson e Kipling.
 
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Cerberoz | 115 altre recensioni | Mar 15, 2012 |
Una raccolta di divagazioni a metà tra il saggio, il racconto e il diario che rivelano la sostanziale identità tra vita marinara e scrittura che caratterizza l'opera di Conrad.
In queste pagine ripercorriamo l'apprendistato di uomo di mare dello scrittore, l'esperienza a bordo, le tecniche di navigazione, la passione profonda per la vela. In uno scritto a prefazione di una delle edizioni di questa opera egli affermava che "Lo specchio del mare" era il miglior tributo che la sua devozione poteva offrire a ciò che aveva formato il suo destino : "il mare imperituro".
 
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cometahalley | 3 altre recensioni | May 1, 2011 |
Tifone è un romanzo dello scrittore Joseph Conrad, la cui stesura iniziò nel 1899 e che venne pubblicato a puntate sul Pall Mall Magazine tra il gennaio ed il marzo del 1902; venne stampato per la prima volta sotto forma di volume completo a New York dalla casa editrice Putnam nello stesso anno e fu pubblicato in Gran Bretagna sotto il titolo Tifone ed altre storie (Typhoon and Other Stories) dalla Heinemann nel 1903.

Scritto nei toni della commedia, il romanzo è considerato uno dei capolavori di Conrad: fu, infatti, l'opera che, nel 1959, segnò l'inizio della carriera di traduttore di testi conradiani di Ugo Mursia; anche il critico letterario Frank Raymond Leavis la considera "uno dei capolavori di Conrad". Il lungo racconto si sofferma sulle gesta del Capitano MacWhirr nell'affrontare un tifone tropicale al comando della nave a vapore battente bandiera siamese Nan-Shan, col suo carico umano di coolies cinesi diretti verso la terra natìa. Sono presenti altri gustosi personaggi di contorno come il primo ufficiale Jukes e Solomon, il motorista capo. Il romanzo è ambientato a cavallo fra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo. Mac Whirr, uomo stolido, timido e semplice, ignorato dalla sua famiglia, sfruttato dalla moglie e deriso dal suo equipaggio, rifiuta di cambiare rotta per evitare il tifone: tuttavia, la sua ferrea determinazione nell'affrontarlo e, soprattutto, la sua intelligente e umana gestione del problema rappresentato dai coolies stipati nella stiva, lo riscattano agli occhi dei suoi sottoposti.
(fonte: wikipedia.org)

Tifone è il romanzo del mare con le sue terribili collere, che si avventano implacabili contro le fragili navi e che lasciano tuttavia un'inguaribile nostalgia in chi visse sul mare le più belle ore della propria vita. La impareggiabile figura del capitano Mac Whirr, modellata magistralmente dalla inarrivabile penna di questo grande Autore, rimarrà a lungo impressa nella mente del lettore, anche quello più distratto. Le ore di tregenda sopportate dalla nave e dal suo equipaggio durante la spaventosa burrasca, vengono vissute anche dal lettore, come se anche lui fosse a bordo, nella furia dell'uragano.
È un tema epico, caro a Conrad: la lotta degli elementi che accompagna quella degli uomini.
 
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edascenzi | 25 altre recensioni | Apr 20, 2010 |
Il meraviglioso racconto della irriducibile speranza nel domani di un giovane navigatore: sempre pronto a non vedere la miserevole realtà dell'oggi, per confidare ogni giorno di più in un migliore domani, e insaziabilmente animato dal desiderio di vedere nuovi continenti e nuove genti.
In Gioventù compare Marlow, un personaggio che l'autore fa intervenire in altre storie, ora come narrante, ora come testimone. In un certo senso un personaggio chiave, che permette di aprire la comunicazione tra i primi racconti marinari e quelli di più complessa psicologia. C'è, in proposito, una testimonianza di Virginia Woolf: «In Conrad vivono due persone che non hanno assolutamente niente in comune. Una è quel suo capitano di mare, semplice, fedele, oscuro; l'altra è Marlow, acuto, psicologo, attento, loquace. Nei primi libri il Capitano prevale; in quelli successivi è Marlow che si incarica di portare avanti la narrazione. L'unione di questi due uomini, così diversi, produce gli effetti più incredibili».
 
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edascenzi | 5 altre recensioni | Apr 20, 2010 |
Jozef Teodor Konrad Korzeniowsky, noto in seguito con lo pseudonimo in veste inglese di Joseph Conrad, nacque il 3 dicembre 1857 a Bendicev, in Ucraina. Dall’età di diciassette anni e fino al 1894, data del suo ultimo incarico, Conrad trascorse un ventennio viaggiando nelle più lontane parti del mondo al servizio della marina mercantile, prima francese, poi britannica. Per un periodo molto più lungo. Da semplice marinaio a capitano, aveva accumulato un incredibile bagaglio di esperienze. Esperienze di paesi, di uomini, di cose che gli servirono nella seconda parte della sua vita consacrata all’attività di scrittore. Il racconto “Un colpo di fortuna” è ampiamente autobiografico: narra della visita compiuta da Conrad all’isola Maurizio col suo primo comando, il brigantino “Otago”, nonché dell’avventura sentimentale capitatagli in quell’occasione. L’incontro con la misteriosa fanciulla nel lussureggiante giardino tropicale è di un fascino sottile e rappresenta un punto assai significativo all’interno della narrativa conradiana.
 
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edascenzi | 1 altra recensione | Apr 20, 2010 |
E' la storia di un duello infinito che diventò una leggenda nell'armata di Napoleone. Fra la sorpresa e l'ammirazione dei loro commilitoni, due ufficiali, continuarono per anni a battersi in duello. Un duello iniziato per un'assurda questione d'onore. Uno dei due ufficiali, Feraud, aveva trovato in questo duello la ragione della sua vita e testardamente perseguitò il suo avversario per anni e anni inseguendolo in tutta Europa.

Un romanzo breve ma avvincente, I duellanti, epopea dei singoli e di un’epoca; una storia d’amore, infine, e di come esso possa riscattare e asservire alle sue leggi un onore perseguito oltre ogni ragione fino alla follia.

Dal libro, nel 1977, Ridley Scott ha tratto il film The Duellists. Interpreti: Keith Carradine; Harvey Keitel; Edward Fox; Cristina Raines.

Titolo originale: The Duel
 
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edascenzi | 7 altre recensioni | Apr 19, 2010 |
Un giovane capitano, al suo primo comando su una nave, dà un ordine stravagante, manda a dormire i marinai e decide di rimanere solo sul ponte a guardia della nave. Proprio quella notte il capitano avvista e raccoglie un naufrago destinato a sconvolgere la sua vita. Il rapporto fra i due è, fin dall'inizio, misterioso e segreto: esistono, fra il capitano e il naufrago, una somiglianza inquietante e una inspiegabile affinità. Il rapporto continua anche quando il capitano scopre che l'uomo è un assassino in fuga. Ma i sospetti dell'equipaggio costringono a una separazione forzata, il naufrago verrà abbandonato e il capitano riprenderà saldamente il comando della nave.
(fonte: unilibro.it)
 
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edascenzi | 100 altre recensioni | Apr 19, 2010 |
Narra di esperienze nautiche come metafora del difficile percorso della vita. Bella denuncia dell'avidità degli occidentali verso i territori da colonizzare. Per essere dei primi del secolo scorso è molto attuale.
 
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permario | 412 altre recensioni | Nov 11, 2009 |
Bel libro introspettivo sul passaggio critico alla maturità dell'uomo. Di facile lettura e di forte presa interiore soprattutto se letto in età adolescenziale.
 
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permario | 25 altre recensioni | Nov 8, 2009 |
E' la storia dell'ottuso ("stupid", "court") capitano Mac Whirr e della sua nave, il Nan-Shan, raccontata dal primo ufficiale Jukes. Non semplice storia di mare, ma racconto di caratteri e sfide impossibili, che rappresenta drammaticamente il contrasto fra il placido razionale realismo di Mac Wirr e la follia imprevedibile della tempesta. La rigida (ottusa) razionalità dell'uomo ha la meglio sull'irrazionale insito nella natura.
 
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gianoulinetti | 25 altre recensioni | Nov 26, 2008 |
Fra i più significativi racconti di formazione della letteraura universale. Il passaggio della linea d'ombra del giovane protagonista senza nome si compie in una nave, durante un viaggio tormentato e denso di metafore della vita. Splendido!
 
Segnalato
gianoulinetti | 25 altre recensioni | Nov 5, 2008 |