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André Aciman

Autore di Chiamami col tuo nome

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Sull'Autore

A regular contributor to the New Yorker, The New York Review of Books and The New Republic, Andre Aciman was born in Alexandria: raised in Egypt, Italy, and France; and educated at Harvard. He teaches literature at Bard College and lives in Manhattan. (Bowker Author Biography)

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Opere di André Aciman

Opere correlate

Journey into the Past (1929) — Introduzione, alcune edizioni490 copie
The Passenger (1939) — Prefazione, alcune edizioni478 copie
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The Best American Travel Writing 2002 (2002) — Collaboratore — 190 copie
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L'ultima estate in città, romanzo (1973) — Prefazione, alcune edizioni157 copie
The Best American Travel Writing 2011 (2010) — Collaboratore — 155 copie
The Best American Travel Writing 2009 (2009) — Collaboratore — 124 copie
Granta 145: Ghosts (2018) — Collaboratore — 49 copie
The Light of New York (2007) 28 copie
The Schocken Book of Modern Sephardic Literature (2005) — Collaboratore — 25 copie
Alien Nation: 36 True Tales of Immigration (2021) — Collaboratore — 9 copie

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Recensioni

Moderatamente deludente. Va dato atto ad Aciman di aver cercato di costruire un'opera a suo modo autonoma e non un banale e commerciale proseguimento di un romanzo di successo, operazione che si risolve solitamente in una tazza di brodo allungato. Il risultato è però discontinuo e insoddisfacente.
Il romanzo è diviso in quattro capitoli di diversa lunghezza. Ciascuno dei primi tre ha un diverso narratore: Samuel, Elio e Oliver e narra vicende che si svolgono a partire da una decina d'anni abbondante dopo "Chiamami col tuo nome" e poi a qualche anno di distanza una dall'altra. L'ultimo capitolo, brevissimo, mette il cappello finale (speriamo) alla storia.
Il primo capitolo richiede di superare il disorientamento del lettore, che sicuramente immagina di sentirsi raccontare dei protagonisti del primo romanzo e si trova invece in una storia tutta nuova che ruota attorno al padre di Elio. Ma fin qui niente di male. Col secondo capitolo, il più lungo, si va altrove, a seguire Elio diventato pianista a Parigi, dove ha una storia con un signore ben più vecchio di lui. Qui il racconto si annoda su se stesso e si complica con l'introduzione di un sottoracconto su uno spartito musicale, un compositore ebreo, campi di concentramento e quant'altro che non si risolve in nulla, non ha scioglimento e non si capisce cosa c'entri col resto. Nel terzo capitolo apprendiamo che Oliver non ha mai dimenticato Elio e nel quarto in tre pagine viene messa una parola fine.
Chiudo con una nota sulla cronologia degli avvenimenti, che mi sembra assai confusa. "Chiamami col tuo nome" dovrebbe svolgersi nel 1983, con Elio diciassettenne. Qui, nel capitolo di Elio si dice che la storia con Oliver risale a quindici anni prima, quindi dovremmo essere nel 1998 ed Elio dovrebbe avere trentadue anni. Michel, l'uomo che incontra a un concerto, dice più volte di avere il doppio della sua età, restiamo pure approssimativi e mettiamo che ne abbia più o meno sessanta: sarebbe nato quindi più o meno nel 1938. Vorrei allora sapere perché riferendosi alla data scritta sullo spartito di cui sopra, 1944, lo stesso Michel dice di essere nato vent'anni dopo, cioè nel 1964. O io ho perso un pezzo, o l'ha perso Aciman, oppure non so. Se qualcuno ha una risposta per favore me lo dica.
… (altro)
½
 
Segnalato
winckelmann | 21 altre recensioni | Feb 2, 2020 |
"Il tomento e l'estasi" di un adolescente alla scoperta del primo amore e della sessualità.
La cornice è molto suggestiva: languide giornate estive tra una corsa in bici e una nuotata, sullo sfondo dei meravigliosi paesaggi della Riviera ligure (si perpetua un po' lo stereotipo dell' Italia sole pizza e amore, ma pazienza). Anche la prima parte è intrigante, quella in cui vediamo nascere in Elio il desiderio, con tutti i dubbi e lo struggimento che accompagnano una rivelazione di questa portata; è quando questo desiderio viene finalmente appagato che qualcosa smette di funzionare. Non se sia perché dal mio punto di vista la storia era conclusa (ok, si sono trovati, ora che altro c'è?), ma da quel punto in poi l'ho trovato un po' ripetitivo, con uno stile pericolosamente vicino ad un harmony: magari scritto da qualcuno con del talento, ma pur sempre un'infinita descrizione di baci e amplessi, con alcune scene talmente estreme (quella della pesca su tutte) che mi sono sembrate grottesche e mi hanno fatto prendere le distanze dalla storia. In generale in realtà non sono mai riuscita ad empatizzare coi protagonisti, è tutto troppo enfatico per i miei gusti. I toni esaltati sono quelli tipici di un diciassettenne alle sue prime esperienze quindi capisco che sia una scelta mirata, ma decisamente non fa per me.
Avevo aspettative piuttosto alte su questo romanzo, un po' perchè il film (che non ho visto) pare sia piaciuto a tutti e un po' perchè di solito queste tematiche mi interessano molto, però il mio entusiasmo è andato inesorabilmente scemando, tanto che mi sono ritrovata a leggere l'ultima parte quasi con indifferenza. Peccato.
… (altro)
 
Segnalato
Lilirose_ | 150 altre recensioni | Nov 28, 2018 |
Mi sono avvicinata a questo libro con curiosità soprattutto per le tante positive recensione ma ancora una volta non riesco a capacitarmi come si posso valutare questo libro con 4/5 stelline. È una storia d'amore come tante,secondo me, anche delle piu banali, tediosa e ripetitiva. Racconta delle prime pulsazioni sessuali di un 17enne, Elio nei riguardi di un ragazzo di qualche anno piu grande di lui, Oliver. Tra paure, incertezze, difficoltà a capire i propri stati d'animo Elio vivrà la sua prima esperienza, la sua prima volta e come tutti noi se la ricorderà per vita. Il fatto che sia una storia "diversa" ne fa automaticamente un capolavoro?… (altro)
 
Segnalato
Sally68 | 150 altre recensioni | Jun 29, 2018 |
Un libro che non ha scatenato nessuna delle reazioni allergiche che ormai sempre più frequentemente mi provocano gli scrittori americani contemporanei. Finalmente una scrittura vera, fatta per raccontare e non per dimostrare quanto si è bravi e arguti, una storia potente, originale, nella quale descrizioni anche crude, pur se mai volgari, convivono con situazioni appena accennate e lasciate quasi completamente all'intuito del lettore.
Credo che la parte più debole sia quella del viaggio a Roma dei due protagonisti, nella quale la troppo lunga descrizione della nottata passata assieme a un'improbabile comitiva di intellettuali snob sa un po' troppo di artefatto e provoca un inopportuno calo di tensione. Non a caso, credo, James Ivory l'ha completamente cassata nella sua magistrale riduzione a sceneggiatura per il film di Guadagnino. Nelle ultime due parti, invece, il romanzo riprende quota alla grande e propone un interessantissimo finale dislocato nel tempo che si discosta abbastanza da quello del film. Consigliato assolutamente.… (altro)
 
Segnalato
winckelmann | 150 altre recensioni | May 14, 2018 |

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