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Zoran Živković

Autore di Hidden Camera

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Sull'Autore

Serie

Opere di Zoran Živković

Hidden Camera (2003) 150 copie
L'ultimo libro: romanzo (2008) 117 copie
The Fourth Circle (2002) 116 copie
Time Gifts (2000) 57 copie
Seven Touches of Music (2001) 52 copie
Impossible Stories (2006) 49 copie
Steps Through the Mist (2003) 46 copie
Impossible Encounters (2004) 35 copie
The Ghostwriter (2009) 23 copie
The Book / The Writer (2003) 22 copie
Escher's Loops (2008) 22 copie
Impossible Stories II (2009) 21 copie
The Bridge (2006) 20 copie
Four Stories Till the End (2004) 19 copie
Compartments (2010) 19 copie
Miss Tamara, the Reader (2006) 16 copie
The grand manuscript (2012) 15 copie
Amarcord (2007) 13 copie
The Papyrus Trilogy (2016) 11 copie
The Book (2003) 10 copie
The Devil in Brisbane (2005) 10 copie
The Writer (2002) 8 copie
The Image Interpreter (2017) 7 copie
The White Room (2022) 4 copie
La bouquineuse (2009) 3 copie
Der unmögliche Roman (2011) 3 copie
The Teashop 2 copie
Savremenici budućnosti (1983) 2 copie
The white room (2022) 2 copie
Impossible Stories I (2016) 2 copie
poslednja knjiga (2007) 1 copia
図書館 1 copia
Twelve Collections (2018) 1 copia
Fingernails 1 copia
Nemoguće priče (2004) 1 copia
Words 1 copia
The Window 1 copia
Dar času (2002) 1 copia

Opere correlate

La mano sinistra delle tenebre (1969) — Traduttore, alcune edizioni16,070 copie
Year's Best Fantasy (2001) — Collaboratore — 207 copie
The Apex Book of World SF (2009) — Collaboratore — 152 copie
Leviathan Three (2002) — Collaboratore — 68 copie
Fantasy: The Best of the Year, 2008 Edition (2008) — Collaboratore — 64 copie
Breaking Windows: A Fantastic Metropolis Sampler (2003) — Collaboratore — 29 copie
Postscripts Magazine, Issue 4 (2004) — Collaboratore — 10 copie
Postscripts Magazine, Issue 2 (2004) — Collaboratore — 9 copie
Exotic Gothic 3 Strange Visitations (2009) — Collaboratore — 6 copie
Postscripts Magazine, Issue 6 (2005) — Autore — 5 copie
時間はだれも待ってくれない (2011) — Collaboratore — 2 copie
S-Fマガジン 1982年 04月号 — Collaboratore — 1 copia

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Storie impossibili di libri e di lettori
Spesse volte, rovistando tra gli scaffali pieni di vecchi libri, in antiche biblioteche, capita tra le mani qualche libro dal dorso dorato e rilegato in pelle, ricoperto di polvere e con le pagine ingrigite o ingiallite dal tempo. All’aprirlo si scopre che, quelle pagine, i tarli le hanno trafitto operandovi dei veri e proprii buchi, facendone così scomparire le lettere della stampa. Tutto è come se, noi avidi lettori di libri, che per vivere abbiamo bisogno del nutrimento della lettura, alla stessa maniera questi invisibili animaletti avessero la stessa esigenza, quella di alimentarsi per sopravvivere. Non è un caso del resto che uno dei siti cosìdetti “sociali”, come questo che mi ospita, prenda il nome da uno di questi terribili roditori, l’ “Anobium Punctatum”, dando il nome ad una delle tante biblioteche virtuali che si fanno sempre più numerose in rete. Il bibliofilo/bibliomane si comporta proprio così. Come un tarlo di biblioteca che manifesta il suo amore per i libri, cibandosi di essi, andando sempre in cerca di uno, antico o vecchio che sia, di nuovo acquisto o rubato, da una libreria o una biblioteca. C’è come una gradualità in questa dipendenza che fa della biblioteca il punto di riferiemento.
Lo scrittore serbo, nato a Belgrado, Zoran Živković nel suo recente libro “Sei Biblioteche” traspone abilmente questa passione in sei diversi racconti brevi che sembrano muoversi sul filo della perfetta follia bibliofila. L’autore distilla questa sua personale passione in quella dei personaggi dei suoi racconti e con loro si identifica a tal punto che anche il lettore meno dipendente da libri ne viene coinvolto. Sono personaggi solitari per natura ma ansiosi di condividere una compagnia libresca. Uno di questi personaggi abita in un appartamento così minuscolo, per giunta senza scaffali perchè, egli dice, ruberebbero spazio agli stessi libri, che inondano gli spazi. E’ gente questa che non sembra avere amici o famiglia. Interagisce soltanto con librai o bibliotecari, sia nella vita reale che online. Alcuni scrivono, altri sono soltanto lettori che non lasciano traccia del loro passaggio nel mondo.
Come narratori in prima persona non sono affidabili anche se prendono parte agli eventi di cui parlano. Come ad esempio nel racconto sulla “Biblioteca Virtuale”. Il protagonista irritato dallo spam che riceve nella sua posta eletttronica, cade nell’errore di leggere uno di questi messaggi trappola e si ritrova a confrontarsi con la sua bibliografia contenente non solo con i libri che ha scritto ma addirittura con quelli che dovrà ancora scrivere. Per non dire poi delle possibili date del suo decesso. Che cosa si può fare con notizie di questo genere? Lo stesso narratore è indeciso. La conclusione per lui è insoddisfacente.
Il tema dell’auto-conoscenza è presente invece nel racconto “La Biblioteca Notturna”. Un narratore nervoso, dopo di avere trascorso due ore a cinema, mentre invece avrebbe voluto andare in una libreria, si chiede come potrà mai trascorrere il fine settimana senza avere comprato un libro nuovo. Visto che sia le librerie che le biblioteche sono chiuse nel fine settimana. Lascia, allora, il locale in fretta ma è troppo tardi ormai. Anche se crede di essere riuscito ad entrare nell’edificio che pensa sia la biblioteca, scopre invece di essere finito in un posto davvero diverso e del tutto speciale. Contiene, infatti, le biografie di tutti coloro che sono vissuti. Dei dossiers che vengono rilegati quando le persone trapassano. E’ portato a pensare di trovarsi di fronte a libri-dossier del tipo di quelli che si fanno sui cittadini negli stati totalitari. E invece lo scopo di quella biblioteca è diverso in quanto in quei libri ci sono dettagli di ogni tipo. C’è anche nel suo dossier che addirittura contiene il biglietto con il quale è entrato a cinema poco prima. L’autore sembra voler metter in evidenza il senso della scrittura biografica e il ruolo che svolge la stessa biblioteca come raccoglitore e contenitore di informazioni. Ma il protagonista si chiede se è mai possibile comprimere la vita di un uomo tra le pagine di un solo libro e che senso abbia il tutto.
La “Biblioteca di Casa” si occupa del sovraccarico di informazione. Il protagonista, quello che abbiamo visto non avere scaffali per dare maggior spazio ai libri, soffre di una vera e propria ossessione che lo porta a spolverare accuratamente la sua cassetta postale per far sì che i libri che riceve possano essere accolti nella migliore maniera possibile. Gli arriva un volume sulla “Letteratura Mondiale”, il primo di una lunga serie, tutti simili e perfettamente ammassati nel ristretto spazio della sua minuscola stanza. Migliaia di libri sull’onda di un inatrrestabile fiume di parole che gli stessi volumi trasportano e che lui non saprà mai come fronteggiare.
La potenza dei libri può davvero impossessarsi della vita degli uomini come accade nel racconto La “Biblioteca Minima”. Quando il protagonista riceve il libro intitolato “Biblioteca Minima” può leggere una storia diversa ogni qualvolta lo apre. Diventa così ossessionato dal conservare questi racconti e sfida il lettore a riflettere su cosa significa scrivere un libro. E’ un’azione che scaturisce dall’immaginazione oppure è qualcosa del tutto diversa? E che cos’è la creatività? Non è forse solamente un’altro modo di copiare?
Il lettore non è salvo nemmeno nella tomba. Nella “Biblioteca Infernale”, l’inferno è diventato un centro terapeutico di lettura dove la presunta capacità della letteratura di “far bene” al lettore viene spinta fino all’estremo limite. Il diavolo si preoccupa di assegnare compiti di lettura alle persone che arrivano dalle sue parti. Nel racconto della “Biblioteca Raffinata” il tarlo della lettura si trasforma nella figura del suo protagonista che è lo stesso proprietario della biblioteca in una vicenda che lascio al lettore immaginare, anzi leggere.
L’autore di questo prezioso libro, che si legge in un paio di ore, scrive nella scia della tradizione fantastica europea, seguendo il filone di Kafka e Borges, per intenderci. Ma Živković non scrive in forma di realismo magico nè tantomeno in maniera surrealistica. Le sue storie sono simili a quelle di Borges nel senso che egli ha un approccio metafisico con la realtà piuttosto che magico. Sono storie iper-realistiche per la minuzia dei dettagli e degli elementi fantastici che si insinuano silenziosamente nella storia ed anche in maniera inaspettata. Un modo di raccontare tranquillo e rilassato, ma molto efficace e sintetico. A lettura ultimata, il lettore si renderà conto che non entrerà mai più come prima in una libreria o una biblioteca dopo di avere letto queste “storie impossibili” di libri e di biblioteche. Non sarà più il lettore di prima.
… (altro)
 
Segnalato
AntonioGallo | 7 altre recensioni | Jul 4, 2014 |
Deludente
Dopo di avere letto con "gusto" il successivo "Sei biblioteche" ho acquistato questo "ultimo libro" che è davvero "ultimo" - sotto tutti i punti di vista. Peccato! Eppure, ero stato messo in guardia da altri che qui su aNobii avevano espresso le loro perplessi.
 
Segnalato
AntonioGallo | 6 altre recensioni | Jul 3, 2014 |
 
Segnalato
Pandora59 | 6 altre recensioni | Nov 7, 2012 |

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