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Tiziano Terzani (1938–2004)

Autore di Un indovino mi disse

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Tiziano Terzani has spent 25 years in Asia, reporting on its wars, revolutions, & upheavals for "Der Spiegel". He lives with his wife in New Delhi. (Bowker Author Biography)

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Letto nel 2022 - lascito testamentario di Terzani al figlio attraverso il racconto della sua vita, un inizio di viaggio politico che sfocia nella spiritualità
 
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PG0102 | 6 altre recensioni | Jun 17, 2022 |
Un monaco zen siede nel silenzio della sua cella, prende un pennello e con grande concentrazione fa un cerchio che si chiude, l’ultimo gesto della mano su questa terra. Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos’è stata la sua vita e di cos’è la vita: «Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto», dice. Così, all’Orsigna, sotto un albero a due passi dalla gompa, la sua casetta in stile tibetano, in uno stato d’animo meraviglioso, racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo. Ai giovani in particolare ricorda l’importanza della fantasia, della curiosità per il diverso e il coraggio di una vita libera, vera, in cui riconoscersi. La sua proverbiale risata e la tonalità inimitabile della sua voce, che qui si è cercato di restituire intatte, lasciano trasparire la serenità di chi non lotta più, felice di un’esistenza fortunata, ricca di avventura e amore. Questo libro è un testo unico che racchiude tutti i suoi libri precedenti, ma anche li precede e li supera. «Se mi chiedi alla fine cosa lascio, lascio un libro che forse potrà aiutare qualcuno a vedere il mondo in modo migliore, a godere di più della propria vita, a vederla in un contesto più grande, come quello che io sento così forte.»… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | 6 altre recensioni | Mar 18, 2020 |
Terzani è un mito del nostro tempo, icona di una sinistra intellettuale e radical chic. Ragion per cui la mia lettura iniziava, a dir poco, prevenuta. Un altro giro di giostra è il racconto autobiografico della guerra alla malattia, un cancro, dello scrittore. E devo dire che è un gran bel racconto. Il titolo già da il senso del significato della vita: dei giri di giostra; uno di questi sarà l’ultimo. Ma ogni giorno va vissuto come un altro, splendido giro che il Signore ci concede. Quindi niente spazio ai rancori, alle piccolezze, alle sciocchezze. Occorre solo riflettere sul significato vero della vita. E queste riflessioni riempiono ogni riga di questo libro. Terzani scopre di essere malato e va a cercarsi a New York, in un centro specializzato. Ma mentre affronta delle dure chemioterapie riflette sulle sue esperienze sulle medicine orientali ed unisce le cure alle pratiche, curare il sintomo delle malattie, con quelle naturalistiche, affrontare le causa. Inizia uno straordinario viaggio in Oriente che si conclude, direi chiaramente, in Tibet. Gran bella sorpresa; uno schiaffo alle mie pregiudizievoli limitazioni e, per l’ennesima volta, un merito ad Annamaria. Terzani dimostra la funzione culturale degli inviati, quando fanno gli inviati non nei grandi alberghi. E questo libro, oltre a piacermi, mi è veramente servito.… (altro)
 
Segnalato
grandeghi | 8 altre recensioni | Nov 22, 2019 |
“Il positivo entra ed esce dalla testa, il negativo lascia un dubbio strisciante, un inquietudine sorda; perché la paura è il fondo della condizione umana”

Arrivato alla fine del mio primo Terzani, dovrei dire con colpevole ritardo, ma dirò semplicemente, a ragion veduta, che non ero ancora pronto, ho cominciato a rendermi conto della straordinarietà di quest’uomo. Ripercorrere con lui tutte le zone critiche, con relativi avvenimenti, del sud-est asiatico, in un racconto continuo e serrato, senza mai cadute di tono, è stato un bel tuffo nella memoria e nelle cronache dei tempi in cui questi fatti si svolgevano, trovando anche qualche risposta a domande rimaste in sospeso. Con l’escamotage dell’indovino e della sua predizione negativa, Terzani percorre con altri mezzi, che non siano aerei o elicotteri, territori e stati che ha così modo di raccontarci, filtrati da ricordi passati e presenti, che fanno apparire il suo racconto nella veste che più ho apprezzato: un fantastico affresco di inestimabile valore documentario su genti, popolazioni e luoghi di un Oriente fatalmente destinato a scomparire, nella sua veste più tradizionale, sotto i colpi di una occidentalizzazione selvaggia che livellerà tutti verso il basso con la sua dannata corsa al modernismo. Ogni cosa a suo tempo, un tempo per ogni cosa. Non ho mai voluto affrontare Terzani con i suoi libri perché ritenevo troppo ostici, sotto svariati punti di vista, gli argomenti di cui parlava. Adesso che ho cominciato, su suggerimento, proprio da questo, mi rendo conto che in qualche modo avevo ragione ad aspettare e che è stato sicuramente un buon inizio. Terzani è un ottimo giornalista, il suo modo di raccontare, in maniera fluida, agile e rapida, da perfetto affabulatore, tiene alta la soglia dell’attenzione che non scende mai sotto livelli non apprezzabili per contenuti e dinamicità narrativa. In questo suo primo libro non sono stato catturato dal Terzani mistico (chissà in seguito, forse), sono invece rimasto affascinato dall’uomo, dalla sua schiettezza, dalla sua capacità comunicativa e dalla profondità dei suoi pensieri che esprime con grande semplicità ed armonia. Un piccolo grande uomo, che con la sua razionalità e dando credito ad un indovino, forse ha voluto dirci che in fondo la nostra vita è governata da quanto di più irrazionale noi potremmo credere, dandoci così un buon motivo per meditare sulla labilità della nostra condizione umana…

Qualche suo pensiero…

“Perché la storia esiste solo se qualcuno la racconta. È una triste constatazione; ma è così ed è forse questa idea a legarmi alla mia professione.”

“[…] c’è qualcosa di rassicurante nel morire là dove si è nati, in una stanza di cui si conosce l’odore, lo scricchiolio della porta, la vista dalla finestra. Morire là dove sono morti i propri genitori, i propri nonni, là dove nasceranno i propri nipoti è come morire di meno.”

“La politica, più di ogni altro settore della società, specie quella occidentale, è in mano ai mediocri, grazie proprio alla democrazia, diventata ormai un’aberrazione dell’idea originale quando si trattava di votare se andare o no in guerra contro Sparta”.

“La televisione riduce la nostra capacità di concentrazione, ottunde le nostre passioni, ci impedisce di riflettere imponendosi come il più importante – quasi il solo – veicolo di conoscenza. Eppure nessuna verità è più falsa di quella della televisione.”
… (altro)
 
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barocco | 15 altre recensioni | Nov 12, 2017 |

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