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Sto caricando le informazioni... The Man Who Mistook His Wife for a Hat and Other Clinical Tales (originale 1985; edizione 1998)di Oliver Sacks
Informazioni sull'operaL'uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks (1985)
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In addition to possessing the technical skills of a 20th-century doctor, the London-born Dr. Sacks, a professor of clinical neurology at the Albert Einstein College of Medicine in the Bronx, sees the human condition like a philosopher-poet. The resultant mixture is insightful, compassionate, moving and, on occasion, simply infuriating. One could call these essays neurological case histories, and correctly so, although Dr. Sacks' own expression -''clinical tales'' - is far more apt. Dr. Sacks tells some two dozen stories about people who are also patients, and who manifest strange and striking peculiarities of perception, emotion, language, thought, memory or action. And he recounts these histories with the lucidity and power of a gifted short-story writer. The book deserves to be widely read whether for its message, or as an easy introduction to neurological symptoms, or simply as a collection of moving tales. The reader should, however, bring to it a little scepticism, for outside Sack's clinic, things do not always fall out quite so pat. Appartiene alle Collane EditorialiGli Adelphi [Adelphi] (190) Biblioteca Adelphi (174) Perennial Library (PL7079) rororo sachbuch (8780 / 18780) È contenuto inAwakenings, A Leg to Stand On, The Man Who Mistook His Wife for a Hat, Seeing Voices di Oliver Sacks Der Tag, an dem mein Bein fortging. Der Mann, der seine Frau mit einem Hut verwechselte di Oliver Sacks ContieneHa ispiratoHa uno studioHa come guida per lo studenteMenzioniElenchi di rilievo
In his most extraordinary book, "one of the great clinical writers of the 20th century" (The New York Times) recounts the case histories of patients lost in the bizarre, apparently inescapable world of neurological disorders. Oliver Sacks's The Man Who Mistook His Wife for a Hat tells the stories of individuals afflicted with fantastic perceptual and intellectual aberrations: patients who have lost their memories and with them the greater part of their pasts; who are no longer able to recognize people and common objects; who are stricken with violent tics and grimaces or who shout involuntary obscenities; whose limbs have become alien; who have been dismissed as retarded yet are gifted with uncanny artistic or mathematical talents. If inconceivably strange, these brilliant tales remain, in Dr. Sacks's splendid and sympathetic telling, deeply human. They are studies of life struggling against incredible adversity, and they enable us to enter the world of the neurologically impaired, to imagine with our hearts what it must be to live and feel as they do. A great healer, Sacks never loses sight of medicine's ultimate responsibility: "the suffering, afflicted, fighting human subject." Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)616.8Technology Medicine and health Diseases Diseases of nervous system and mental disordersClassificazione LCVotoMedia:
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Quando il dottor Sacks incontrò per la prima volta il paziente, egli era incredibilmente calmo, nonostante il fatto che lui non potesse riconoscere la sua stessa moglie, scambiandola per un cappello. Il paziente era consapevole della sua condizione e sembrava tranquillo per il fatto che non poteva riconoscere le persone o gli oggetti visivamente.
Il libro si concentra sulla vita del paziente e sulla sua esperienza attraverso questa condizione, ma anche sull'importanza dei sensi nella creazione della nostra esperienza del mondo. La storia di questo paziente, insieme ad altre storie presentate da Sacks, ha contribuito a far luce sulla natura della percezione e sulla complessità della mente umana.
"L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" è diventato un classico della letteratura scientifica, grazie alla capacità di Sacks di comunicare la sua comprensione delle esperienze dei suoi pazienti in modo coinvolgente e accessibile.
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L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” è un “saggio” dalla sensibilità sempre attuale, tornato in classifica dopo più di trentacinque anni dalla prima edizione anche grazie alla spinta di TikTok. Ormai diventato un classico, Oliver Sacks è stato in grado di mettere a nudo i più bizzarri e rilevanti casi clinici incontrati durante la sua carriera facendo emergere paure, desideri e storture della natura umana nelle loro forme più sconvolgenti ed estreme
Pubblicato per la prima volta in Italia da Adelphi nel 1986 (un anno dopo l’uscita negli Stati Uniti) e da allora diventato un caposaldo del catalogo adelphiano degli ultimi decenni, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello (traduzione di Clara Morena) di Oliver Sacks è tornato da alcuni mesi alla ribalta delle classifiche grazie anche alla spinta di TikTok.
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è un testo sui generis: formalmente un saggio, di fatto un libro-mondo, con un marcato taglio narrativo e aneddotico e con il fine ultimo non tanto di sciorinare casi clinici, quanto di mettere a nudo paure, desideri, storture della natura umana nelle loro forme più sconvolgenti ed estreme, procurando in chi legge un vertiginoso effetto ora di rassicurazione, ora di malinconia.
Sacks prende in esame alcuni dei malati incontrati durante la sua carriera di neurologo e li suddivide in quattro gruppi, a seconda della natura delle lesioni encefaliche del paziente: perdite, eccessi, acute reminiscenze, insufficienze mentali.
Il campionario umano preso in esame è vasto ed eterogeneo: ventiquattro “casi” in tutto, trattati in testi di lunghezza variabile, mettono in scena una rappresentazione quasi enciclopedica degli estremi dell’assurdo cui la natura umana può giungere. In apertura si incontra il caso del dottor P., da cui deriva il nome dell’opera: questi, a causa di un’acuta forma di agnosia visiva, non è più in grado di distinguere i singoli oggetti e di visualizzare la realtà in una dimensione critica organica; da qui l’episodio, avvenuto sotto gli occhi del dottor Sacks, del paziente che ha scambiato la testa della propria moglie per il proprio copricapo.
Seguono pazienti coi i più disparati disturbi, dai quelli maggiormente diffusi e conosciuti, come alcune forme di autismo ad alta funzionalità (per le quali chi ne è affetto può avere una spiccata sensibilità verso l’arte figurativa o la matematica), la sindrome di Tourette e quella dell’arto fantasma, ad altri meno noti e catalogabili, sempre legati alla percezione di sé stessi all’interno del mondo, dello spazio e del tempo della propria esistenza.
In questa congerie di esistenze strappate alla realtà e spesso anche alla percezione del proprio corpo e del proprio pensiero, è l’io narrante e autoriale, il motore unificante dello scrittore – che prima ancora di essere tale è medico e personaggio interno alle vicende narrate – ciò che fa da collante e conferisce profondità umana e valore letterario a questi scritti.
Sacks non si limita a realizzare un report freddo e asettico di casi clinici, né ad osservare i pazienti con un approccio puramente clinico-biologico, naturalistico, ma prende parte attivamente al dramma di uomini e donne imprigionati dentro i cortocircuiti della propria mente, prova a studiarne e a comprenderne le differenti categorie di funzionamento a partire dal contatto umano, empatico.
Come dichiara lo stesso autore fin dalla prefazione, un approccio meramente scientifico e nozionistico non solo rischia di mortificare la complessità insondabile e inafferrabile della natura umana e dunque anche della patologia, ma soprattutto rappresenta già di per sé un ostacolo alla comprensione e allo studio di mali che coinvolgono l’anima quanto il corpo.
Alla qualità di un testo che si presta a essere letto per piacere, curiosità o anche studio specialistico contribuisce senz’altro la voce di un autore, come Oliver Sacks, che, lungi dall’essere un tradizionale letterato impregnato di poesia e romanzi d’invenzione, si pone al contempo con piena partecipazione emotiva sia in direzione dei propri pazienti descritti nel testo sia, di conseguenza, verso la pagina stessa, la scrittura e dunque anche verso il lettore, il quale, conclusa la lettura, sentirà un legame diretto e quasi intimistico con il famoso neurologo americano.
Negli anni L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello ha rappresentato per molti lettori non avvezzi alla lettura di saggi il felice compromesso fra saggistica pura e narrativa, un invito alla riflessione letteraria di taglio psicologico in direzione della tematica medica, cambiando così non solo l’approccio verso il testo scientifico, ma l’intera percezione del mondo e del modo in cui la natura umana può essere studiata e infine raccontata.
La medicina, ci insegna Sacks con la sua opera, non attiene solo al medico e, allo stesso tempo, non è medico solo colui che pratica la medicina in senso stretto: lo studio dell’umano, del corpo e della mente congiuntamente, appartengono a chiunque, così come è proprio della scrittura a tutto tondo, in quanto forma di osservazione ed esplorazione dell’uomo: non c’è cura senza scrittura, non c’è scrittura senza cura. E questo libro ne è la più plastica ed evidente dimostrazione.
(Il Libraio) ( )