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PlutarchRecensioni

Autore di Vite parallele

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Recensioni

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Dopo un bel po' di tempo rientro in libreria e il primo libro che scelgo, questa volta cotto e mangiato, è questa raccolta di scritti di Plutarco, perfettamente in linea con il mio nuovo mantra. Sono sei libretti, “La fortuna”, “Se sia possibile insegnare la virtù”, Se siano peggiori le malattie dell’anima o quelle del corpo”, “Se basti il vizio a rendere infelici”, “La virtù e il vizio” e “La brama della ricchezza”. Il testo curato da Riccardo Pezzano rientra nell’ambito degli scritti giovanili del filosofo beota, raccolti nelle “Moralia”. La semplicità del testo si collega alla importante produzione filosofica precedente, da Cicerone a Seneca, da Socrate a Epicuro. L’arte di vivere bene consiste per Plutarco nella capacità di spogliarsi delle sovrastrutture mentali, la rabbia, l’ansia, la paura, la brama di potere, di ricchezza, per concentrarsi sulle cose essenziali. Due passaggi su tutto: “Eppure non sarebbe difficile sbarazzarsi di una cattiva moglie per chi è un uomo vero e non uno schiavo; contro il proprio vizio invece non è possibile inoltrare istanza di ripudio, trovarsi all’istante libero da guai, recuperare tranquillità e il pieno possesso di sé stessi, ma il vizio, che ha messo radici nelle viscere e lì cresce notte e giorno, brucia senza bisogno di fuoco e vota a prematura vecchiaia”. E ancora: “Sarai autosufficiente se capisci cosa è la perfezione morale: vivrai signorilmente nella ristrettezza, sarai come un re e ti piacerà una vita lontana da incombenze ufficiali e riservata non meno di una impegnata in alti incarichi militari e civili. Se diventi un filosofo la tua vita non sarà sgradevole, ma impererai a vivere gustando la vita indipendentemente dal luogo e dalle circostanze in cui tu ti venga a trovare. Ti farà piacere essere ricco perché potrai fare del bene a molta gente come pure essere povero perché non avrai molti fastidi, e ti farà piacere essere conosciuto perché sarai stimato, come pure essere sconosciuto perché non sarai invidiato”. Lettura molto piacevole.
 
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grandeghi | Jun 22, 2023 |
Il volume presenta in una nuova traduzione due fra i testi più importanti per la ricostruzione della vita e delle gesta del condottiero macedone: il "Romanzo di Alessandro" (III a.C.-I d.C.), che assembla materiali storici e leggendari eterogenei, e la "Vita di Alessandro" (115 d.C. circa) in cui Plutarco mette in luce il carattere del condottiero, le sue virtù di magnanimità, di nobiltà d'animo, di coraggio, ma anche la sua ira, i suoi scatti capricciosi e violenti, la sua nervosa e incontenibile passionalità.
 
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kikka62 | 5 altre recensioni | Mar 22, 2020 |
Divertente dialogo fra un maiale di nome Grillo, ex umano reso maiale dalla maga Circe, ed uno spiazzatissimo Ulisse, che parte con la convinzione della totale supremazia della razza umana sugli animali (e della presunta ansia di Grillo di tornare nella condizione umana precedente) e viene totalmente smentito dalle acute osservazioni dell'animale, peraltro brutale, sbrigativo e senza alcuna pietà per le palesi incapacità dell'umano e dell'umanità come razza, cieca, ottusamente violenta e avida sfruttatrice della natura e delle altre specie. In altre parole Plutarco: un vegetariano ecologista, animalista e verde. Carino.
 
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ddejaco | Nov 29, 2011 |
Questo motto viene attribuito, da Plutarco, in un'operetta intitolata Il simposio dei sette sapienti, a Solone, il saggio del VI secolo a. C. cui i cittadini ateniesi, all'epoca in cui la poleis ancora non aveva leggi scritte, e la volontà di alcune potenti famiglie aristocratiche regnava incontrastata, chiesero di scrivere delle leggi che li sottraessero ad abusi e soprusi. Solone non fu certo un anarchico ante-litteram, e ogni forzatura del suo pensiero in tal senso apparirebbe stonata ed eccessiva, ma egli fu tra i primi a criticare, nelle sue elegie, e combattere concretamente, con la sua legislazione, lo strapotere e la corruzione dei "reggitori del popolo" e la "piaga insanabile" della schiavitù".
Verso gli inizi del VI° secolo, ad Atene, "un pugno di famiglie controllava tutte le risorse e tutte le sanzioni" e la città "era di fronte ad una situazione rivoluzionaria, del tipo che altrove aveva portato all'affermarsi della tirannide". I cittadini, allora, chiesero pubblicamente a Solone di scrivere le leggi della città. "Questo è il punto - scrive M.I. Finley - egli fu scelto dagli stessi ateniesi, di loro iniziativa, e per loro autorità", "egli non era 'chiamato' e non aveva vocazione", cioè non si presentava come un inviato degli dei, "né prese il potere da tiranno"; mentre "la classe dirigente, sembra, cercò la sua mediazione solo per paura di una rivoluzione che avrebbe potuto spazzarla via". Solone scrisse nei suoi poemi di essersi schierato innanzitutto contro l'arroganza" e la "superbia" di quei "reggitori del popolo" diventati "ricchi grazie alle loro opere inique", e contro la "piaga insanabile" che vedeva i cittadini poveri "venduti schiavi, costretti indegnamente in catene". Egli adottò la misura rivoluzionaria di abolire la schiavitù per debiti, facendo liberare tutti coloro che per tale motivo erano costretti a lavorare per altri senza compenso, e fece restituire ai proprietari originari "le terre che questi avevano perdute per darle in garanzia di prestiti". Solone riformò anche le regole dell'accesso alle cariche governative, modificando la situazione di fatto, che vedeva il monopolio del potere politico tramandarsi per discendenze familiari, e "senza badare ai diritti della nascita, istituì quattro classi distinte sulla base del reddito agricolo. L'appartenenza a queste classi costituiva il titolo per rivestire cariche pubbliche".
Infine, come conferma egli stesso nei suoi scritti posteriori, ricevuta l'offerta di diventare tiranno della città, il poeta rifiutò, e, completata la sua opera, "lasciò Atene per dieci anni in modo che la comunità potesse sperimentare senza pregiudizi il suo programma".
Solone fece parte di quella componente illuminata del movimento sapienziale che ebbe il coraggio di incominciare a rivendicare l'assunzione umana dell'azione politica, del comportamento etico, delle pratiche conoscitive, e in tal modo contribuì alla nascita della ricerca filosofica e ad un radicale rinnovamento della cultura greca.
Questo atteggiamento dette inizio, di fatto, ad una revoca di quel consenso aprioristico e incondizionato che la tradizione e l'opinione comune avevano precedentemente concesso all'ordine sociale e politico esistente, considerandolo come "naturale", apparentandolo alla sfera del sacro, accreditando il mito di una sua origine divina. È difficile valutare l'impatto che questo mutamento ebbe sulle forme della vita associata.
L'assunzione umana e personale dei discorsi e delle pratiche politiche, iniziata col movimento sapienziale, ebbe, però, alla lunga, l'effetto di delegittimare, almeno in certe fasi e in certi luoghi della civiltà greca, quei discorsi e quelle pratiche che basavano la propria autorità solo sulla continuità con la tradizione o sulla pretesa di un rapporto privilegiato col divino. Essa finì anche per spostare il luogo deputato alla decisione politica, indicando il terreno del confronto paritetico tra i discorsi e tra le pratiche di tutti i cittadini (ma, attenzione, non delle donne e degli schiavi), e la valutazione critica dei discorsi e delle pratiche, sulla base della loro maggiore o minore capacità di produrre "vantaggi" per la comunità, come i soli spazi deputati alla maturazione delle scelte politiche. Anche se il motto "È preferibile non comandare" non compare tra le sentenze attribuite a Solone, nelle attuali edizioni antiche, e se, come è ovvio, le riforme che egli propose possono essere comprese, nella loro radicale capacità di innovazione, solo rapportandole al contesto economico e socio-politico in cui nacquero, non è un caso che, a distanza di molti secoli, in un clima politico totalmente mutato, in cui ormai dominavano gli imperi, e nessuna speranza di autogoverno era concessa alle città greche, Plutarco abbia legato il nome di quell'antico saggio e poeta a un motto così audace.
Solone restò, nella memoria degli ateniesi, come colui che aveva posto esigenze radicali di giustizia che né ì partiti "democratici", né le fazioni "aristocratiche" seppero, nei secoli seguenti, esaudire. Ma il motto che Plutarco gli attribuisce pone un problema che nessuno dei regimi succedutisi, in Occidente e in Oriente, nei due millenni e mezzo successivi alla sua morte, è stato in grado di onorare, affrontare, risolvere. Esso insegna che non solo è preferibile "non obbedire", essere liberi di scegliere il proprio destino e maturare le proprie scelte, ma anche "non comandare" poiché il sottomettere abbrutisce chi compie l'atto, come chi lo subisce; il potere lede e rimbecillisce chi ce l'ha e chi non ce l'ha. È preferibile una società dove si comandi e obbedisca il meno possibile, in cui il fine della formazione di ognuno sia la sua stessa libertà, e ogni vita sia restituita a chi la vive, accolta nella società, non oppressa e sfruttata da essa.
Il motto attribuito a Solone pone, perciò, problemi che solo una società disposta a sperimentare l'anarchia potrebbe affrontare.
 
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MareMagnum | Apr 2, 2006 |
Plutarco, con le "Vite parallele", intendeva contribuire al miglioramento morale del lettore attraverso lo studio della personalità di uomini illustri. Questa tecnica pedagogica, nella coppia Sertorio-Eumene, può essere riassunta nella domanda: come si comportano i galantuomini di fronte al logorio di un destino avverso? Sia Eumene che Sertorio sono uomini di qualità eccezionali: dimostrano autocontrollo, lealtà e clemenza. Tuttavia, essi non possono dominare il loro destino più di quanto possa farlo ogni altro uomo, e il Fato può essere crudele e ingiusto. Da tutto questo il lettore arriva alla conclusione che le buone qualità, da sole, non sono in grado di offrire a nessuno una corazza sufficiente a proteggergli il carattere nelle avversità: anche una personalità di indole egregia deve essere educata e ben ancorata al fondamento morale della filosofia.
 
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MareMagnum | Mar 29, 2006 |
 
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ScarpaOderzo | Apr 26, 2020 |
 
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ScarpaOderzo | Apr 20, 2020 |
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