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Jean-Hubert Martin

Autore di Man Ray Photographs

41+ opere 364 membri 6 recensioni

Sull'Autore

Opere di Jean-Hubert Martin

Man Ray Photographs (1982) 129 copie
Words Of Wisdom: A Curator's Vade Mecum (2001) — A cura di — 26 copie
Magiciens de la terre (1989) 15 copie
Altäre : Kunst zum Niederknien (2001) — Curator — 10 copie
Theatre of the world (2012) — Chief Curator and Author — 7 copie
Dalí (2012) 6 copie
Cheri Samba (1997) 5 copie
6 Septembres (2005) 3 copie
Art, Religion, Politics (2005) 2 copie
Jean-Pierre Raynaud (1992) 1 copia
Le Maroc contemporain (2014) 1 copia

Opere correlate

Etichette

Informazioni generali

Data di nascita
1944-06-03
Sesso
male
Nazionalità
France
Attività lavorative
Kunstwissenschaftler

Utenti

Recensioni

The relationship between man, culture and nature is increasingly becoming a subject of (artistic) research within the visual arts - a theme on which de vries (Alkmaar, NL, 1931) has been working for decades. For more than 60 years now he has been developing a highly versatile oeuvre in which art, science and philosophy are confronted with the world's, and especially nature's reality. The theme of his work is topical in an age in which ecological issues can count on an ever broadening attention from the general public. De vries' recent work dominates his presentation in Venice, as it does in the book to be all ways to be. The book's guideline is a dialogue between de vries and Jean-Hubert Martin about the works on show in Venice. Martin confronts de vries with key concepts such as synesthesis, mimesis, craftmanship, sound and music, smell, nature and ecology, et cetera, and interweaves the works and thoughts of de vries, with images, texts and other sources throughout his text. Exhibition: Biennale di Venezia, Italy (09.05-22.11.2015).… (altro)
 
Segnalato
petervanbeveren | Feb 11, 2024 |
 
Segnalato
ZitaKatz | Apr 3, 2023 |
 
Segnalato
vecchiopoggi | Nov 17, 2016 |
Euro 2.000. La Mostra, fu realizzata in Francia nel 1989, per celebrare il bicentenario della Rivoluzione. “…Ai fasti, si preferirono gli emblemi. Tra gli altri quello di una riabilitazione simbolica dei popoli che la Francia aveva sbeffeggiato, schiacciato, spogliato. Arrivò, anche se tarda, la riconoscenza della loro umanità, della loro libertà, della loro uguaglianza e del loro accesso alle pratiche simboliche…Jean Hubert Martin, sarà il coordinatore. Il suo progetto era di realizzare la prima esposizione mondiale d’arte contemporanea…Il disegno era estremamente ambizioso…Dimostrare che la città di Parigi era aperta al pianeta intero…”
Dal 18 Maggio al 29 agosto 1989, saranno selezionate quattrocentocinquanta opere, tra le quali sono presenti i cento artisti che parteciperanno alla mostra, che si svolgerà al Musée National d’Art Moderne, al quinto piano del Centre George Pompidou, e alla Grande Halle de la Villette.
“Cinquanta artisti dei paesi sviluppati, cinquanta artisti del resto del mondo...Saranno necessari cinque anni per preparare tutto questo. Per la maggior parte dei commissari, questo tempo sarà essenzialmente dedicato all’esplorazione, piuttosto che alla riflessione…Nel mescolare dei disegni su sabbia a dei video, delle case decorate a delle installazioni, dei mostri sbalorditivi a delle opere minimaliste, c’è sicuramente la volontà di creare uno choc tale da risvegliare il dibattito culturale planetario…. “Magiciens de la Terre”, riceverà un’enorme successo pubblico, con duecentocinquemila entrate. Il budget si elevò a trenta milioni di franchi. Tanto enorme, da essere irrisorio, all’altezza delle grandi esposizioni pubbliche i cui costi elevati, sono in maggior parte assorbiti dal premio di assicurazione e le spese di trasporto di opere preziose e fragili, ciò che non è successo qui. Ma fu relativamente modesto se si pensa che lo scopo iniziale era di cercare per il mondo intero, le tracce della creazione contemporanea…Questa esposizione è diventata il riferimento assoluto in materia d’arte contemporanea.
Gli africani che parteciparono a questa mostra furono diciassette; quattro Nigeriani, tra cui il maestro Didi e lo Chief Mark Unya, due provenienti dal Benin, tra cui Cyprien Tokoudagba, un Ivoriano, Frédéric Bruly Bouabré, un Senegalese, Semi Camara, uno proveniente dal Mozambico, uno dal Madagascar, Efiainbelo, uno dallo Zimbabwe, Henry Munyaradzi, uno dal Ghana, due Congolesi (dell’antico Zaire), Chèri Samba e Bodys Isez Kingelez, un Marocchino, un Togolese, Agbagli Kossi, ed una Sudafricana, Esther Mahlangu…”(1)
… (altro)
 
Segnalato
vecchiopoggi | Mar 12, 2011 |

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