George Alec Effinger (1947–2002)

Romanzo che di fantascientifico ha ben poco se non un’ambientazione vagamente futuristica e la trovata degli innesti cerebrali, in realtà è un giallo/hardboiled raccontato in prima persona dal protagonista, classico investigatore anti-eroe: testardo, drogato, un po’ sbandato, orgoglioso, con un sacco di problemi, tristemente solo, ecc… che in un affascinante ed originale pessimo quartiere di una città araba deve trovare un assassino misterioso e molto crudele.
Racconto in se non originalissimo è un forse antesignano del ciberpunk, scorrevole, ben scritto, mai noioso, godibile ed avvincente sebbene con alcuni difetti, come alcune ripetizioni o l’insistenza su alcuni aspetti della vita personale del protagonista (per es. l’uso di droghe) ha la sua forza principale nell'ambientazione unica: un quartiere “bronx” di un non definita città araba del futuro dove la fede musulmana si fonde con vari e molti peccati “classici occidentali”, denaro, droghe, alcol, violenza, prostituzione, ecc… sempre però con il contraltare dei muezzin che chiamano alla preghiera cinque volte al giorno e via dicendo.
Uno sforzo creativo degno di nota, per un romanzo da leggere.… (altro)