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J. G. BallardRecensioni

Autore di L'impero del sole

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Recensioni

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Sinceramente in molte parti ho fatto fatica a leggerlo., A qualche racconto notevole se ne alternano altri che proprio non mi sono piaciuti.
Nella parte finale in particolare domina il tema del tempo percepito in modo distorto da chi ha partecipato a missioni spaziali che, però, risulta privo anche di una parvenza di motivazione.
 
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edoardo_bompiani | Aug 7, 2023 |
Un'Utopia di Sogni Distorti

Una delle più grandi rivoluzioni della fantascienza inizia da qui: in un momento storico nel quale ci si stava preparando all’allunaggio, lo scrittore britannico James Graham Ballard ha deciso di fuggire dal facile ottimismo per l’ignoto, sostituendo all' "inter space", lo spazio esterno del cosmo quello che lui chiamava “inner space”, ovvero lo spazio interno della mente, anche grazie ai suoi studi in ambito psichiatrico e alla passione per l’arte surrealista, di cui può considerarsi il più noto discendente nel campo della letteratura. Ad un immaginario di astronavi, androidi e brulli paesaggi lunari, lo scrittore contrappone invenzioni tecnologiche che servono a scandagliare i lati più reconditi delle persone, tra psicopatologia e paesaggi allucinati che sono proiezioni delle ossessioni e dei valori dei personaggi.

Ballard era un grande scrittore di racconti, un argomento delicato nella letteratura, perché il pubblico viene sempre più abituato a preferire narrazioni lunghe, forse per influenza delle prolisse narrazioni televisive, per parafrasare una frase dello scrittore stesso. Ballard dava ai romanzi e alle novelle la stessa dignità ma le scriveva anche con un’ architettura compositiva diversa, un discorso che non si limita alla mera quantità di parole. Nei romanzi Ballard si comportava più come un “regista”, con l’algidissima e distaccata rappresentazione di follie collettive, registrando una sorta di arco di trasformazione del personaggio, nei racconti Ballard è più “pittore”, sono un campo di sperimentazione per idee di trama più suggestive e surreali ma che, se prese da sole non possono occupare lo spazio di un romanzo senza decentralizzarsi nel marasma di argomenti trattati; sono un po’ come dipinti, si basano su poche singole immagini forti, capaci di veicolare altrettante riflessioni complesse.
Sotto questo punto di vista, la raccolta di Vermilion Sands rappresenta il meglio dell’arte novellistica di Ballard o comunque la selezione migliore (insieme alla Mostra delle Atrocità), le novelle sono tutte ambientate nell'eponima località, con diversi fil rouge tematici. Proprio per queste affinità, la raccolta ha un’organicità complessiva che le dona somiglianze con le strutture romanzesche, prendendo dunque il meglio dei due media narrativi.

Per quanto riguarda l’ambientazione, il periodo di tempo è imprecisato. Vermilion Sands è una sorta di non-luogo, si sa che è ambientata nel nostro mondo reale ma non viene appositamente spiegata la nazione in cui è collocata, questo come tanti elementi danno l’idea che sia in realtà un paesaggio della mente, una delle tante manifestazioni espressioniste che è possibile riscontrare in Ballard. Sotto un aspetto più concreto, è una località balneare che è dotata di tecnologie avveniristiche ed è originalissimo il fatto che le sue invenzioni fantascientifiche non siano tese all' utilitarismo (come possono esoscheletri o astronavi) e neanche alla sperimentazione su androidi o alieni. Nulla di tutto ciò, le invenzioni di Vermilion Sands sono arti futuristiche, basate sulla fusione tra discipline diverse (ad esempio il cinema con la pittura, la scultura con la musica), oppure sviluppi inediti di arti già esistenti, grazie alle nuove tecnologie. Queste invenzioni sono sia giochi intellettuali, sia mezzi per rivelare la personalità dei personaggi, un po’ come succede con le figure retoriche nella poesia, in questo senso Ballard è come un ingegnere speculativo che vuole mostrare esperimenti, applicazioni pratiche di queste tecnologie, seducendo il lettore con i loro aspetti stranianti.

A popolare questo non-luogo ci sono mecenati, ricconi e artisti annoiati, in cerca di committenze e nuovi stimoli intellettuali, poiché immersi in quella che Ballard chiama “sindrome da spiaggia”: un alone di noia e allo stesso tempo di indolenza che caratterizza questa “bohéme” del futuro.
Nonostante i racconti abbiano sede in diverse zone di Vermilion Sands e ci si focalizzi quasi sempre su un’arte diversa, a congiungere ogni racconto c’è una struttura ricorrente: un protagonista maschile alla ricerca di ispirazione e impegni lavorativi, ma soprattutto una donna dalla psiche labile che incarna l’ “inner space”, rappresentata con un carattere ambiguo, che spesso oscilla tra un’innocenza quasi infantile, comportamenti psicopatologici e un temperamento da femme fatale. Tutta la raccolta è inoltre caratterizzata da una prosa lirica, che non indulge sulle descrizioni dei luoghi, creando atmosfere che alternano umori decadenti e un senso di meraviglia, in un certo senso quest’alternanza di sentimenti agrodolci tipici del processo creativo e il fatto che sia un museo a cielo aperto, di salotto letterario, sono un cocktail di elementi che sembrano dare un'idea di Vermilion Sands come manifestazione fisica dell’arte in sé, attraverso la deformante lente stilistica dell’ autore e del suo contesto storico.

Tra i tanti racconti degni di nota, spiccano sul Mare di Sabbia, dove c'è il capovolgimento del rapporto pittore-arte, dove gli stessi colori dipingono la tela o la Vendetta della Scultrice, dove la scultura simile ad una di Henry Moore sotto acidi viene impostata per alternarsi fisicamente e far nascere una sorta di vendetta nella veste di una performance artistica. O il Gioco degli Schermi, che decostruisce la storia di Orfeo ed Euridice in un odio Freudiano di Orfeo verso la donna. I Mille Sogni di Stellavista si configura come una sorta di parodia della casa stregata in chiave noir, dove la casa si altera in base ai rivolgimenti psichici degli abitanti.

In conclusione, Ballard ha rivoluzionato gli stessi intenti della fantascienza, sfruttandola come un campo di sperimentazione di idee surreali sul futuro e come mezzo per teorizzare e analizzare psicologie contorte e iconiche, attingendo anche ad altri generi e topos che ha decostruito per donare varietà e ulteriore genialità ad un capolavoro della letteratura.½
 
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Dreamweaver99 | 8 altre recensioni | Oct 5, 2021 |
L'attenzione del Ballard degli anni Settanta si è spostata dalle catastrofi naturali a quelle sociali e in questo libro il suo pessimismo raggiunge una delle punte più acide, ma il risultato finisce per essere inferiore alle promesse iniziali. Gli abitanti di un gigantesco e lussuoso complesso residenziale regrediscono lentamente verso lo stato di natura non appena nei loro costosissimi appartamenti iniziano a emergere inattese magagne sottolineate da black-out sempre più lunghi e diffusi. Lasciati a loro stessi, si rinchiudono in pratica nell'edificio dando inizio dapprima a una serie di feste sfrenate che ben presto degenerano in una sorta di guerra senza quartiere. In una fase iniziale, lo scontro ha i connotati della lotta di classe, con la ricchezza e il benessere che aumentano salendo verso l'alto, ma poi anche questi tenui legami saltano e il tutti contro tutti ha come conseguenza il sorgere di nuove aggregazioni che paiono prendere spunto dai tempi delle caverne. Come si vede, un'idea di base forte e complessa, il cui sviluppo però non soddisfa pienamente, forse perchè il materiale avrebbe potuto essere più efficacemente trattato in un racconto anzichè con un romanzo che, in varie parti, segna un certo calo di tensione narrativa. A parte il fatto che la sospensione dell'incredulità dev'essere forte per ammettere che una comunità di migliaia di persone venga ignorata dal mondo esterno per tre mesi benchè faccia di tutto per non passare inosservata, quello che manca è una linea narrativa forte che sappia fare da catalizzatore per i vari spunti disseminati qua e là. L'attenzione si sposta tra tre personaggi principali, anch'essi molto caratterizzati socialmente: il ricchissimo architetto Royal, che ha progettato il palazzo, l'altoborghese dottor Laing - un medico che non ha mai curato nessuno e conferma la sua ignavia lungo la vicenda - e il fotografo Wilder, esponente della piccola borghesia che si mette in testa di sfidare Royal realizzando una specie di scalata (alla lettera) sociale. Attorno a loro, circola una folla di figure, ognuna con la sua bella dose di nevrosi e follia, che devono lottare per una non facile sopravvivenza: fra di esse, le donne hanno un ruolo assai subalterno, da vittima sacrificale, il che ha dato origine a qualche accusa (forse non così campata per aria) di misoginia. In ogni caso, l'atmosfera che permea queste pagine, sono poco più di duecento, è contrassegnata da una bella dose di claustrofobia e angoscia che finiscono per insinuarsi sotto pelle al lettore anche perchè si finsice per pensare che su molti aspetti l'autore abbia ragione: peccato perciò che l'effetto venga rovinato da uno sviluppo non all'altezza.
 
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catcarlo | 82 altre recensioni | Jan 21, 2015 |
Questo libro, che riunisce tutte le nove storie del ciclo di Vermillion Sands, la località delle vacanze estive del futuro, è forse la creazione migliore di JGB.
Vermilion Sands, gemma di un delicato mondo di fantasia remoto nel tempo, ma vicino nei sentimenti di coloro che l'abitano. Circondata dalle sabbie rosse di un indistinto deserto, Vermillion Sands è una specie di Eden Rock, di Acapulco post-atomica.
Paradiso estroso e surreale, in cui si mescolano passato e avvenire, progettato per accontentare i capricci più esotici dei ricchi oziosi, languisce ora in malinconica rovina, popolato da dimenticate regine dello schermo, da impresari senza risorse. Un posto dove piante canore sono programmate per eseguire arie operistiche e macchine elettroniche hanno rimpiazzato i poeti; in cui case psico-sensibili sono spinte al delitto dalle neurosi dei loro proprietari; in cui le briglie dell'amore sono strette nelle mani di tenebrose sirene dagli occhi ingioiellati, figure femminili onnipresenti e emblematiche.
 
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mirkul | 8 altre recensioni | May 17, 2011 |
Assieme a Foresta di cristallo, Terra Bruciata, Vento dal Nulla, Il Mondo Sommerso forma la quadrilogia catastrofista di Ballard, in cui i disastri naturali che hanno per protagonisti i quattro elementi – terra, fuoco, aria e acqua – prefigurano un mondo non poi tanto fantascientifico.
Zanzare grosse come libellule entrano dalle finestre del Ritz. Enormi rettili strisciano sul fondo limaccioso di canali che sono stati un tempo le vie di Londra. L'Europa ha una temperatura tropicale, le sue campagne sono coperte da giungle impenetrabili, i suoi monumenti, i suoi palazzi sono in gran parte sommersi sotto metri d'acqua. Dalle zone artiche, dove pochi milioni di uomini ancora sopravvivono, piccoli gruppi di scienziati e di militari vengono mandati a esplorare questo mondo torrido, soffocante, affascinante, questa straordinaria e mortale laguna in cui il ricordo della nostra civiltà viene via via cancellato da mostruose forme di vita animale e vegetale.
Lo scienziato Robert Kerans sa che le sue rilevazioni sulle nuove forme di vita sono a questo punto del tutto prive di senso. A cosa serviranno mai infatti quando il pianeta diverrà torrido e non ci sarà più il genere umano? Per chi sa di essere destinato all'estinzione non resta che immergersi nel caos di un mondo primitivo e selvaggio, sprofondando in un abisso primigenio.
Questo romanzo è noto anche, nella sua versione uraniana , come “Deserto d'Acqua”. Completa questa nuova edizione del libro uno dei piu' importanti saggi in assoluto della storia della Fs. “Qual'è la strada verso lo spazio Interiore?” manifesto fondamentale della “New Wave” fantascientifica e della poetica ballardiana.
 
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mirkul | 66 altre recensioni | May 16, 2011 |
James G. Ballard scrive Foresta di cristallo nel 1966, a conclusione di una “quadrilogia catastrofica” dedicata agli elementi (insieme a Il vento dal nulla, Terra Bruciata e Deserto d’acqua). Un lavoro che impegna lo scrittore, diventato famoso in Italia dopo la trasposizione cinematografica di due suoi romanzi, L’Impero del Sole (l’omonimo film è di Steven Spielberg) e Crash (il cui film omonimo è di David Cronenberg), in un’analisi della psicologia umana di fronte agli sconvolgimenti dell’ordine naturale. In Foresta di cristallo, in particolare, Ballard prende lo spazio e il tempo e li riporta alle loro origini primordiali, cristallizzandoli e privando, quindi, gli uomini del forte riferimento e della valenza che queste due coordinate rappresentano.
A causa di una crepa nel tessuto del tempo e di una saturazione di materia una vasta area forestale nell'Africa occidentale si cristallizza gradualmente: le foglie brillano come gemme, i coccodrilli con una seconda corazza navigano in solidi ruscelli, gli uomini che non si mantengono in movimento si trasformano in statue di ghiaccio, incrostate di gemme brillanti e fuse con il terreno circostante.
 
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mirkul | 24 altre recensioni | May 13, 2011 |
Non mi è piaciuto. Spinto da alcune recensioni che lo associavano con entusiasmo a "La strada" di mccormack sono rimasto profondamente deluso. Noioso e monotono.½
 
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permario | 66 altre recensioni | Dec 6, 2009 |
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