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Mi tocca affrontare l’Orlando Furioso con una bic. C’è da perdere il senno. Ma chi ci va sulla luna a riprenderlo? E poi storie e storie che si intrecciano e si dipanano in un poema che nella letteratura mondiale. Lo racconto con una bic. Penna che usavo da studente e che rientrava nella mia metodicità. Dovevo finirle e tenere il conto di quante ne servissero all’anno. Cambiano le penne, ma la pazzia è la stessa. Torniamo all’Orlando furioso. Nel mio percorso questa lettura è riconducibile ad una strada presa: verso Dante. Ancora non sono in grado. Perché ho sofferto, e spesso, la forma ed il rimando alle note. Ma, come detto, siamo nell’ambito di un percorso. E lungo il viaggio incontri ci vogliono. E come. Storia straordinaria, d’arme, di pugna, di amore, di odio, di religione. E di uomini. Embè Ariosto viveva e nutriva l’umanesimo. Straordinario, al solito, Calvino che, a mio avviso, è uno dei pochi veri intellettuali italiani del novecento. Lettura complessa ma, a dir poco, straordinaria. Serve attenzione ed impegno.
 
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grandeghi | 6 altre recensioni | Mar 14, 2019 |
Un bellissimo libro, straordinariamente moderno, raccontato da un grande Calvino
 
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emiliom | 6 altre recensioni | Nov 10, 2015 |
Il capolavoro di Ludovico Ariosto sulle gesta del cavaliere carolingio Orlando.
 
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BiblioLorenzoLodi | 18 altre recensioni | Oct 5, 2012 |
Orlando furioso (vol. 2)

Dopo la fuga di Angelica e i fatti del castello di Atlante, in cui Brandimarte ha appreso dal mago Merlino il proprio futuro e quello di Ruggiero, mentre Parigi è posta sotto assedio dal re dei Mori Agramante, continua l'elaborata serie di intrecci tra gli eroi e le eroine dell'Orlando furioso, che proprio alla fine del primo volume ha trovato la ragione al proprio titolo nella folle gelosia calata sul prode Orlando. Scoperto che la "sua" Angelica si è innamorata di un altro, Orlando perde il senno e mette in pericolo l'intero mondo cristiano, che senza la sua spada non può che soccombere all'invasione straniera. Ecco allora che il cugino Astolfo si muove per ritrovare il senno perduto, arrivando fino a scendere negli Inferi e a volare sulla Luna mentre sulla Terra infuria lo scontro, avviato verso una fine epica e gloriosa. La seconda parte, ancora più ricca di avventure e portenti, del poema più sfacciatamente divertente che sia mai stato scritto.

L'autore

Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia nel 1474. Figlio di un funzionario di primo piano della corte estense, crebbe e compì i primi studi a Ferrara, città al tempo tra le più fiorenti e culturalmente vivaci d'Italia. Alla morte del padre dovette abbandonare gli studi e cercare un lavoro con cui mantenere la numerosa famiglia. Gli vennero incontro i duchi di Ferrara, i quali gli assegnarono una serie di incarichi ufficiali che lo impegnarono fino a quando, presi gli ordini minori, poté entrare al servizio del cardinale Ippolito d'Este, per il quale avrebbe lavorato fino al 1517. Governatore della Garfagnana dal 1522 al 1525, fece stabilmente ritorno a Ferrara per dedicarsi all'allestimento degli spettacoli di corte, impegno che lo accompagnò sino alla morte, avvenuta nel 1533. Oltre all'Orlando furioso (prima edizione 1516, terza e definitiva 1532), Ariosto compose le commedie La Cassaria (1508), I Suppositi (1518), I Studenti (1519), La Lena (1528) e Il Negromante (1529), una raccolta di Satire pubblicata postuma nel 1534 e una di Rime pubblicata nel 1546.
 
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MareMagnum | 2 altre recensioni | Mar 20, 2006 |
Orlando furioso (vol. 1)

"Messer Ludovico, dove mai avete trovato tante corbellerie?" Questo, si racconta, fu il commento che il cardinale Ippolito d'Este, protettore dell'Ariosto e dedicatario dell'Orlando furioso, rivolse al poeta ferrarese dopo la prima lettura del più importante poema comico della letteratura mondiale. Non è dato di sapere cosa replicasse Ariosto a questa domanda, ma la risposta è evidente: le centinaia di storie e personaggi contenute in questa vera e propria arca narrativa venivano da ovunque, dalla letteratura antica come da quella trobadorica, dai miti nordici come da quelli asiatici, dalla Storia più remota come da quella vissuta in prima persona. Con instancabile lena Ariosto aveva cucito insieme nella trama fitta del suo poema influssi di ogni genere, esaurendo tutte le proprie vaste esperienze e le letture di una vita, ottenendo come risultato è un'opera ponderosa che vola via in un lampo, donando un divertimento sempre nuovo attraverso continue capriole narrative e invenzioni folgoranti e famosissime. Dal castello di Atlante ad Astolfo sulla Luna, dall'impazzimento di Orlando allo scontro tra Carlo Magno e Rodomonte, dalla lotta per possedere l'ippogrifo alle apparizioni e sparizioni di un anello che dona l'invisibilità, tutte le fantastiche avventure narrate dalla penna aggraziata di Ariosto sono diventate col tempo proverbiali, tornando a nutrire tutta la letteratura e l'arte dei secoli successivi in modi spesso imprevedibili - proprio come imprevedibile è il piacere che si prova ancora oggi a riprendere in mano il testo da cui ebbero origine, non invecchiato di un giorno in quasi mezzo millennio e ancora pronto a divertire, stupire, commuovere, esaltare.

L'autore

Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia nel 1474. Figlio di un funzionario di primo piano della corte estense, crebbe e compì i primi studi a Ferrara, città al tempo tra le più fiorenti e culturalmente vivaci d'Italia. Alla morte del padre dovette abbandonare gli studi e cercare un lavoro con cui mantenere la numerosa famiglia. Gli vennero incontro i duchi di Ferrara, i quali gli assegnarono una serie di incarichi ufficiali che lo impegnarono fino a quando, presi gli ordini minori, poté entrare al servizio del cardinale Ippolito d'Este, per il quale avrebbe lavorato fino al 1517. Governatore della Garfagnana dal 1522 al 1525, fece stabilmente ritorno a Ferrara per dedicarsi all'allestimento degli spettacoli di corte, impegno che lo accompagnò sino alla morte, avvenuta nel 1533. Oltre all'Orlando furioso (prima edizione 1516, terza e definitiva 1532), Ariosto compose le commedie La Cassaria (1508), I Suppositi (1518), I Studenti (1519), La Lena (1528) e Il Negromante (1529), una raccolta di Satire pubblicata postuma nel 1534 e una di Rime pubblicata nel 1546.
 
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MareMagnum | 6 altre recensioni | Mar 20, 2006 |
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