Adam Thirlwell

Dite pure che è colpa mia, ma questo Thirlwell non lo digerisco proprio. Proposto da Livia Manera sul Corriere della Sera spendendo il nome di Houellebecq, mi sono lasciato convincere ad un acquisto che si è rivelato incauto. Ho letto le prime sessanta pagine e con un senso di colpa di cui non riesco a liberarmi quando abbandono,l'ho riposto nello scaffale. Per lanciare questo autore che deve avere molti santi in paradiso i recensori hanno scomodato Nabokov, Roth, Bellow. Il ragazzo (Thirlwell ha 32 anni) sparla di tutti proponendo se stesso come un genio. E già questo mi avrebbe dovuto far desistere dall'acquisto di questa sua seconda opera (Politics; la prima): uno strabordante, saccente, odioso, insopportabile narratore onniscente racconta le gesta di un settantottenne che non si arrende e si comporta come un ventenne idiota. Hoffner si chiama e via via che ne leggevo le gesta avevo un'unica frase che mi rimbombava in testa: "ma chi se ne frega!"… (altro)

troppo introspettivo una sorta di versione di barney, solo un po' più intrecciata su se stesso. se il libro deve essere piacere da leggere e scoprire nei momenti di relax bene questo non è certo questo il libro. dopo 100 paginel'ho accanato.... e non nutro dispiacere alcuno...
raphel è un immaturo per la figlia e il nipote che vogliono vendicarsi facendolo riscattare da una vita caratterizzata dall'adulterio dalla lussuria e dalla vacuità. mai una assunzione di responsabilità. adesso a 78 anni cercano di metterlo alla prova per riscattarlo o per decretarne il giudizio di fallito...il sesso è completamente al centro di questo libro… (altro)