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Ermanno Rea (1927–2016)

Autore di A Mystery In Naples

15 opere 216 membri 9 recensioni

Sull'Autore

Comprende il nome: Rea Ermanno

Opere di Ermanno Rea

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Informazioni generali

Data di nascita
1927-07-28
Data di morte
2016-09-13
Sesso
male
Nazionalità
Italia
Luogo di nascita
Napoli, Italia
Luogo di morte
Napoli, Italia

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Recensioni

Dopo il calvario di Gomorra, uno dei peggiori libri di sempre, finalmente un libro che racconta Napoli, conoscendola. Dopo lo straordinario “la dismissione”, Rea si ripete. Devo leggere “mistero napoletano”, ultima opera della triade. Rea dimostra di conoscere quello di cui scrive, nelle pagine si vede, si tocca, si sente l’odore della casba Ferrovia di Napoli. Il protagonista narra, attraverso uno stile colloquiale, la vita napoletana di Caracas, compagno comunista. La vita, ossia il lavoro, la vita, ossia le amicizie, la vita, ossia gli amori, anzi l’unico grande amore Rosa la Rossa, tossica di non vaga esperienza lanzettiana. Un libro pregno di Napoli, colorato, sonoro. Un libro semplice, mai autocelebrativo. Insomma, un gran bel libro
Ps: la recensione segue di un paio di mesi la lettura, quando l’ho letto mi ha entusiasmato. Ora, al solito, ricordo molto meno.
… (altro)
 
Segnalato
grandeghi | Dec 2, 2019 |
Ermanno Rea racconta la sua Sanità, con gli occhi di un figlio di quella terra, Felice Lasco, emigrato in Africa per fuggire alla complicità di un omicidio di gioventù; commesso insieme a Oreste Spasiano, amico dell’infanzia, talmente integrato nel quartiere da diventare ‘o malommo. Felice ha cercato, e trovato, un’altra vita partendo per il Libano con lo zio Tino, dirigente di una multinazionale, per poi viaggiare in Africa per costruire grandi opere; Botswana, Egitto, Sudafrica. Napoli, la Sanità, il culto di San Vincenzo Ferrier sono lontani, Felice ha una compagna con la quale vive al Cairo. Ma la malattia della madre lo indice a tornare a Napoli; e il ritorno significa rincontrare Spasiano e fare i conti con la vita precedente. La voce narrante è quella di un medico in pensione che vive il quartiere popolare con intensità, ne vede il degrado, gli effetti della scomparsa dell’artigianato della lavorazione delle pelli; e altro protagonista è Don Rega, un prete coraggioso che nell’indifferenza delle istituzioni cerca percorsi di dignità per i giovani della zona. E’ un libro chiaramente autobiografico che parte dalla perfetta conoscenza della realtà della Sanità di Rea; una specie di guida al quartiere si interseca con il ritmo del racconto. Rea è stato uno dei migliori autori della letteratura napoletana degli ultimi anni; ma come al solito i suoi romanzi scontano in alcuni passaggi una sorta di esigenza di banalità che non consentono ai lavori di Rea di acquisire quel ruolo che, in realtà, meriterebbero.… (altro)
½
 
Segnalato
grandeghi | 2 altre recensioni | Jul 31, 2018 |
Il suicidio di Francesca Spada è l’occasione per Ermanno Rea per fare un viaggio nel recente passato napoletano. Lo scenario è quello dell’edizione napoletana dell’Unità e del partito comunista; da un lato; dall’altro quello della gestione della città da parte del comandante Lauro, il re di Napoli. Gli accordi con gli americani privano Napoli del suo cuore pulsante, il mare, ridotto a punto di attracco delle navi statunitensi. Ma dietro i fatti Rea è straordinario nel raccontare le storie umane che si accavallano e si sovrappongono in quegli anni. Dal compagno di Francesca, Renzo Lapiccirella che non riesce ad accettare la disciplina di partito imposta a livello locale da Togliatti ed Amendola. Sono gli anni in cui il partito comunista si ispira alla dottrina sovietica, l’ordine prima di tutto, obbedire più che nel ventennio, l’ordine nuovo della sinistra. L’autocritica serve per espiare le colpe, sopra tutto il pensiero libero. In quella Napoli raccontata in maniera cupa, quasi tetra da Ermanno Rea, si intravvedono i germi di un senso di rivalsa sociale che non riuscirà mai ad esprimersi. E dalle estrosità di Renato Caccioppoli, il matematico che anticipò il drammatico gesto di Francesca, al rigore dei giovani emergenti della sinistra, Giorgio Napolitano, Andrea Geremicca, Maurizio Valenzi. Rea racconta da una casa presa in affitto a Via Chiatamone, passeggia per la sera nel periodo della rinascita bassolinana, ma ha paura, Napoli gli fa paura. Anna Maria Ortese, Domenico Rea, Luigi Compagnone, Raffaele La Capria sono pronti a lasciare pagine di letteratura italiana, raccontando una città che non è più bagnata dal mare; ed è ferita a morte. L’avvocato Marotta insegue il sogno di una biblioteca aperta, dove i libri diventano essi stessi contenitore, per la loro intrinseca capacità di non poter essere contenuti. Ermanno Rea racconta e lo fa da grande scrittore quale in tarda età si è rilevato di essere. Alla stregua di Striano, anche lui, all’epoca in forza all’Unità. Un libro che ripercorre la storia che l’autore stesso definisce teatro, per l’incapacità della città di andare oltre la rappresentazione di una ripetuta sceneggiata, una delle tante già viste, da Masaniello a Cuoco, è morto il re, evviva il re. Napoli fa paura, quella paura di vivere, di non poter, di non sapere; oltre il mare e il Vesuvio, all’interno di quei vicoli stretti e cupi, Napoli che incombe, Napoli che non canta. Il capolavoro di Ermanno Rea.… (altro)
½
 
Segnalato
grandeghi | 1 altra recensione | Mar 28, 2018 |
Felice Lasco è un insabbiato. Gli insabbiati sono persone che di fronte a un evento che sconvolge la loro vita scappano per non affrontare la giustizia o chi minaccia di fare loro del male, ma soprattutto scappano da loro stessi e per questo, ovunque vadano, portano con sé un peso del quale non riusciranno mai a liberarsi. Alla fine, la sola soluzione sembra il Grande Ritorno. Guardare negli occhi quello che non hanno voluto guardare per tanti anni anche a costo della propria vita.
Per il protagonista non è solo l’amico fraterno, ma una città intera, la casa dove ha vissuto, la madre, tutto un mondo che non ha mai dimenticato, una parte inalienabile di se stesso.
Il romanzo è a tratti anche appassionante, ma un po’ ripetitivo, perché gira sempre intorno agli stessi, pochi, avvenimenti. Il mio giudizio su questa lettura è: così così, cioè due stelline.
… (altro)
 
Segnalato
CristinaGandolfi | 2 altre recensioni | Jan 7, 2018 |

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