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Ho ricordi, nemmeno troppo sbiaditi, della grande emozione che mi suscitò la lettura di questo libro; ero ragazzino, quattordici, quindici anni, forse meno; credo di averlo letto tutto, o quasi, in piedi nel garage di Roccaraso. Di anni ne sono passati, parecchi direi, e rileggerlo è stato un grande piacere. I dolori sono diventati vissuto, e non più timori di vivere, e la vita, intanto, ha iniziato a presentare i suoi inesorabili conti. Forse è questa l’unica vera differenza tra la lettura da ragazzi e quella da uomini, il Peter Pan che è in ognuno di noi colpito al cuore dagli anni. La storia è semplice, ma estremamente avvincente: due gruppi di ragazzi, avversari terribili, si dividono due spazi all’interno della città; da una parte i giardini di Via Pal e dall’altro l’orto botanico. Molnar ci schiera tutti dalla parte di quella della Via Pal e del grande eroe del piccolo esercito, il soldato semplice Erno Nemecsek. Sono storie da ragazzi, clan innocenti per giochi semplici, le armi di battaglia sono i sacchetti di sabbia, ma le strategie sono da grandi generali, i problemi tattici fondamentali e le alleanze degne di Machiavelli. E di alto profilo anche i due capitani, da un lato, Janos Bora, dall’altro Feri Ats, per le camicie rosse. Nella storia c’è di tutto, l’alto tradimento, le società segrete, le alleanze, l’onore e le amicizie. Ma oltre ogni cosa c’è lui, Nemecsek, grandissimo eroe che paga con la vita la fedeltà al suo gruppo. Sia ben chiaro, muore per una bronchite, nessun coltello, nessuna banda di giovani criminali, solo due gruppi di ragazzini. Insomma, gli ingredienti sono quelli giusti. Molnar non gigioneggia sulla storia, anzi si denota pure l’assenza di mestiere. Ma il risultato è ottimo. E questo libro diventerà ancora più apprezzabile quando i ragazzini per strada in Europa apparterranno al retaggio del passato, con un presente chiuso tra internet e le playstation.½
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grandeghi | 16 altre recensioni | Oct 18, 2020 |
Un bel racconto, interessante per la descrizione della vita di una certa borghesia all'inizio del '900.
 
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zinf | Oct 8, 2012 |
Storia della lotta di due gruppi di ragazzi di Budapest, per la conquista di uno spazio libero per i giochi, tra l'Orto Botanico e la segheria. Due eserciti composti soltanto da tenenti e capitani, tranne l'unico soldato, Ernest, che morira di polmonite per i ripetuti bagni che viene costretto a fare.
Accanto al mitico Ottavo Distretto di Budapest, tra le viuzze strette che lambiscono il vecchio quartiere ebraico, c'e ancora la piccola via Pal: che fu teatro, nella fantasia di Molnar, della piu memorabile battaglia tra ragazzini che la letteratura abbia mai raccontato. I ragazzi di via Pa1 (1907) e infatti la lotta tra due gruppi di ragazzi per il predominio su un terreno libero per i giochi, attorno a una segheria. Due "eserciti" composti soltanto da generali e ufficiali. Un solo soldato semplice: Erno Nemeczek, biondo e mingherlino, di povera famiglia, che morira di polmonite per i bagni nel laghetto dell'Orto Botanico, a cui e stato costretto. Una storia malinconica e poetica, avvincente, che come tutti i grandi libri rimane un classico per i lettori di ogni eta. Una nuova traduzione integrale dall'ungherese e una divertente, e allarmante!, introduzione di uno dei piu corrosivi scrittori satirici italiani.
 
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Cerberoz | 16 altre recensioni | Mar 22, 2012 |
A volte, sotto l'etichetta "letteratura per ragazzi", si relegano libri che in realtà hanno molto da dire anche e soprattutto agli adulti. "I ragazzi della via Pàl" ne è un esempio, perché questo romanzo, edito per la prima volta nel 1907 (ma ambientato nel 1889), intendeva denunciare la mancanza di spazi urbani per la gioventù, costretta a fare delle "guerre" per contendersi un piccolo campetto dove giocare: un tema, in fondo, attualissimo. I protagonisti incarnano tutte le virtù e i vizi che sono presenti tra gli adulti: l'eroismo, il coraggio, la viltà, il tradimento. Ma il libro, nel suo finale amarissimo, è soprattutto una meravigliosa denuncia dell'inutilità di ogni violenza, di ogni conflitto, di ogni guerra e il messaggio (universale) di Molnar è che diventare "uomini" significa, precisamente, comprendere questa inutilità.
 
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glisquarcini | 16 altre recensioni | Aug 11, 2011 |
Decisamente questo è il libro che più di ogni altro mi ha formato, non foss'altro perchè letto da bambina, quando la nostra mente è una "spugna" che trattiene e conserva i dati appresi. Nel corso della mia vita, quante volte mi sono sentita Boca, quante volte il nemico, il capo delle Giubbe rosse, quanto volte il povero Nemescek unico soldato semplice e solo eroe del romanzo. E quanti crudeli ed insensibili fratelli Patzor ho incontrato! Il senso dell'amicizia, quella che conduce a lottare insieme, l'amore per la natura e per la giustizia, la voglia di contrapporre sempre e comunque al Potere che costruisce palazzi distruggendo spazi vitali e di gioco un progetto di vita diverso e più "umano" e rispettoso di ciò che la natura ci regala: tutto questo ed altro rappresenta per me I ragazzi della via Pal. Il finale amaro e i fiumi di lacrime versati per una battaglia apparentemente inutile non fanno venir meno la volontà di continuare a lottare e di non piegarsi. Restando ragazzi tutta la vita.
 
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IoAnnalisa | 16 altre recensioni | Apr 26, 2009 |
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