Fatima Mernissi (1940–2015)
Autore di La terrazza proibita. Vita nell'harem
Sull'Autore
Fatema Mernissi is an Islamic feminist whose books have been published in 22 countries & have been bestsellers in many. (Bowker Author Biography)
Fonte dell'immagine: mujer del mediterraneo
Opere di Fatima Mernissi
السلطانات المنسيات 2 copie
Femme et la loi au Maroc, La — A cura di — 1 copia
Marrecos a través de sus mujeres 1 copia
Can we women head a Muslim state 1 copia
"Zhor's World: A Moroccan Domestic Worker Speaks Out," Feminist Issues, Vol. 2, No. 1, 1982, pp.3-31 1 copia
Women in Moslem paradise 1 copia
Setara di Hadapan Allah — Autore — 1 copia
Femme et pouvoirs: collection 1 copia
Opere correlate
Sisterhood Is Global: The International Women's Movement Anthology (1984) — Collaboratore — 200 copie
Faith and Freedom: Women's Human Rights in the Muslim World (Gender, Culture, and Politics in the Middle East) (1995) — Collaboratore — 30 copie
Etichette
Informazioni generali
- Nome canonico
- Mernissi, Fatima
- Nome legale
- فاطمة مرنيسي
- Altri nomi
- Mernissi, Fatema
- Data di nascita
- 1940
- Data di morte
- 2015-11-30
- Sesso
- female
- Nazionalità
- Marokko
- Nazione (per mappa)
- Morocco
- Luogo di nascita
- Fès, Morocco
- Luogo di morte
- Rabat, Morocco
- Luogo di residenza
- Medina, Morocco
- Istruzione
- Brandeis University
- Attività lavorative
- Professor, Mohammed V University, Rabat, Morocco
Sociologist - Organizzazioni
- Les caravanes civiques
Femmes, familles, enfants collective
Synergie Civique
United Nations University - Premi e riconoscimenti
- Premio Príncipe de Asturias (Letters, 2003)
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Women in Islam (5)
Women and Islam (2)
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Infatti, Islam e democrazia non racconta il presente, ma sicuramente ci dà un’idea del punto di partenza dal quale ci siamo mossi per arrivare al caos attuale. Ho apprezzato moltissimo l’analisi di Mernissi, che prende inizio addirittura dagli esordi dell’Islam per aiutarci a contestualizzare specificità della cultura araba che altrimenti non avrebbero senso.
Alla fine della lettura mi girava quasi la testa tanto è enorme la complessità della materia trattata, piena di fili diversi che si intrecciano a formare una trama che già allora mostrava le prime avvisaglie del pericolo della radicalizzazione. Eppure poco o niente è stato fatto per sventarlo, sia da parte dei regimi “musulmani”, per niente inclini a educare i propri cittadini ai valori della Carta delle Nazioni Unite; sia da parte dell’Occidente, che si è intromesso a gamba tesa senza alcuna considerazione per le differenze culturali e il rispetto della popolazione civile.
Per certi versi siamo ancora allo stesso punto: ancora oggi vale quanto ho appena scritto sopra. Però oggi abbiamo Internet, che ha delle potenzialità nel diffondere informazioni di molto maggiori a quelle della televisione: l’impressione – spero troppo pessimista – è che i fondamentalisti ne siano i più consapevoli, mentre un sacco di persone che avrebbero gli strumenti per diffondere cultura e smontare gli assunti di chi diffonde merda estremista perda tempo a dimostrare che “gli altri” sono i cattivi, mentre “noi” siamo i buoni.
Lo ripeterò fino allo sfinimento: raffazzonare opinioni sull’Islam perché si è letto qualcosa qua e là serve solo a quelli che le sbandierano sui media o sui loro blog. Stiamo parlando di fenomeni complessi, dove entrano in gioco molteplici elementi (Mernissi cita addirittura il calendario e la difficoltà a trasporre in arabo alcune parole – e quindi concetti – della nostra cultura, come presidente) e nessuno di questi può essere compreso prendendo la via della banalizzazione. Prima lo si capisce, meglio è.… (altro)