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Recensioni

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I romanzi di Agnello Hornby non mi hanno mai invogliato alla lettura e mi dispiace scrivere che Caffè amaro ha confermato le vibrazioni negative che mi arrivavano dai lavori di quest’autrice. Seguiranno spoiler, perché la seconda metà di questo romanzo mi ha lasciato basita.

Il mio principale problema ha riguardato la storia in sé, che mi è sembrata l’ennesima riproposta del racconto della vita di una donna moderna per i suoi tempi e delle persone che le ruotano intorno. Mentre leggevo, il mio cervello prevedeva e spuntava ogni situazione già vista e ogni comparsa tipica di queste storie (vuoi che nella famiglia ricca non ci sia lo zio omosessuale che non si è mai sposato, ha un amante e rischia sempre di dare scandalo?).

La novità per me – se così vogliamo chiamarla – è stata rappresentata dall’interesse amoroso della protagonista, Maria, tale Giosuè: all’inizio è un tipico personaggio da romance storico, poi mi diventa un gerarca fascista e mi viene chiesto di fare il tifo per lui. Ecco, io questa cosa non l’ho tollerata perché non stiamo parlando di un personaggio complesso e contraddittorio che viene analizzato nel corso di una storia, ma di un eroe romantico per il quale dovresti soffrire o gioire. Io ho sperato che si beccasse un bomba e ci liberasse così della sua presenza. Qualcosa è evidentemente andato storto.

Ancora più fastidio mi ha dato il fatto che Agnello Hornby gli abbia dato delle origini ebraiche che lo costringono alla clandestinità: un espediente che serve unicamente a mettere del dramma nella storia d’amore tra Giosuè e Maria, dato che questo non porta il nostro eroe a riconsiderare le sue scelte di vita. Macché, è solo contento che i suoi trascorsi come gerarca gli abbiano garantito abbastanza appoggi da potersi nascondere e poi riabilitare come vittima in quanto ebreo alla fine della guerra. Dovrei davvero fare il tifo per uno così?
 
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lasiepedimore | 3 altre recensioni | Jan 17, 2024 |
1) https://www.loscrivodame.com/siamo-palermo/. 2)https://www.blogsicilia.it/palermo/siamo-palermo-nel-libro-di-simonetta-agnello-hornby-e-mimmo-cuticchio-un-godibile-affresco-del-capoluogo-siciliano/501667/
 
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circa2000 | Jan 2, 2022 |
Messina, 15 agosto 1839. In casa del maresciallo don Peppino Padellani di Opiri, fervono i preparativi per la festa dell’Assunzione della Vergine. È forse l’ultimo giorno sereno nella vita di Agata, innamorata del ricco Giacomo Lepre e da lui ricambiata. Agata deve rinunciare al suo amore: le famiglie tuttavia non trovano un accordo e, alla morte del maresciallo, la madre di Agata, donna Gesuela, decide di portarla con sé a Napoli, dove spera di ottenere una pensione dal re. L’unico piroscafo in partenza è quello del giovane capitano James Garson. Dopo un tempestoso viaggio, James e Agata si ritrovano insieme sul ponte e qui lei gli confida i propri tormenti.
 
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kikka62 | 3 altre recensioni | Apr 25, 2020 |
 
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jcumani | Oct 6, 2018 |
Sì capisce che è stato scritto per uno scopo è per un evento preciso e ha tutti i limiti delle opere preordinate
 
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ShanaPat | 1 altra recensione | Dec 10, 2017 |
(autrice ormai italo-inglese e che amo molto); le sue memorie di liceale palermitana a cavallo degli anni '60
 
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ShanaPat | Jul 1, 2017 |
(Come inizia:) " Oggi non abbiamo più bisogno di cucinare, né di sapere come si fa. I cibi pronti sono pasti completi, sempre appetitosi, spesso economici, per tutti i gusti e le disponibilità ..."
 
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circa2000 | May 11, 2016 |
Un bello spaccato sulla Sicilia provinciale e chiusa degli anni '60. Al centro della narrazione c'è ovviamente lei, La Mennulara, ma la troviamo già morta all'inizio del romanzo e l'unico modo che avremo per farcene un'idea saranno i ricordi dei vari personaggi che hanno incrociato il suo cammino. Attraverso i flashback ci viene presentata una donna forte, piena di luci e ombre: una figura indimenticabile per chiunque l'abbia conosciuta, e di riflesso anche per noi lettori. Ho particolarmente apprezzato l'idea di costruire la storia come un mosaico che si arricchisce di tasselli, ricordo dopo ricordo; in questo modo l'autrice tiene desto l'interesse del lettore aggiungendo un tocco di mistero, rendendo l'opera qualcosa di più di un semplice romanzo d'ambiente.
 
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Lilirose_ | 21 altre recensioni | Mar 10, 2016 |
Pedrara. La Sicilia dei Monti Iblei. Una villa perduta sotto alte pareti di roccia tra l'occhieggiare di antiche tombe e il vorticare di corsi d'acqua carezzati dall'opulenza degli oleandri. È qui che la famiglia Carpinteri si raduna intorno al capezzale di zia Anna, scivolata in una svagata ma presaga demenza senile. Esistono davvero le pietre di cui la donna vaneggia nel suo letto? Dove sono nascoste? Ma soprattutto, qual è il nodo che lega la zia al bellissimo Bede, vero custode della proprietà e ambiguo factotum? Come acqua nel morbido calcare i Carpinteri scavano nel passato, cercano negli armadi, rivelano segreti - vogliono, all'unisono, verità mai dette e ricchezze mai avute. Tra le ombre del giorno e i chiarori della notte, emergono influenze di notabili locali, traffici con i poteri occulti, e soprattutto passioni ingovernabili. Le voci di Mara, nipote prediletta di Anna, e di Bede ci guidano dentro questo sinuoso labirinto di relazioni, rimozioni, memorie, fino a scavalcare il confine della stessa morte. Simonetta Agnello Hornby mette a fuoco un micromondo che pare allargarsi, con un brivido, a rappresentare i guasti, le ambizioni e le ansie di liberazione dell'universo famigliare, tutto intero.
 
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giuliamarangi | 1 altra recensione | Mar 19, 2014 |
appassionante
La Agnello Hornby con straordinaria abilità costruisce una storia coinvolgente pur non facendo risultare strumentalmente simpatici i protagonisti principali. Racconta le disavventure burocratico-giudiziarie di una coppia di londinesi benestanti, mentre tutto intorno ruotano storie di umanità meno fortunata. Mike e Jenny sono ricchi, viziati, arroganti, conformisti e distratti: la loro vita piena e perfetta viene sconvolta dalle accuse di maltrattamenti e abusi sulle loro figlie. L’infernale carrozzone di servizi sociali, tutori, giudici e periti si mette in moto e procede sordo e cieco nonostante crepe e incongruenze appaiano qua e là; ma nessuno le vede: ogni soggetto coinvolto nel procedimento bada soltanto al proprio segmento di responsabilità e a difendere e argomentare il primo parere frettolosamente espresso. Per quanto differente e più rapido di quello italiano, il sistema sociale e giudiziario inglese è comunque arroccato negli uffici e nelle aule, e procede implacabile e distante dalla gente, nelle mani di personale incompetente e inesperto, oberato di lavoro e imprigionato nelle procedure. Mike e Jenny subiscono pregiudizi al contrario, da parte di chi dovrebbe essere indipendente e super partes ma proietta nella vicenda il proprio vissuto e il proprio desiderio di rivalsa o vendetta, ma hanno dalla loro denaro e mezzi per permettersi avvocati e investigatori. Pagano costi umani altissimi: la coppia scricchiola, ruoli e personalità ne risulteranno quasi ribaltati alla fine delle loro disavventure.
 
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ShanaPat | 4 altre recensioni | Aug 2, 2012 |
Una garbata promozione del bed and breakfast di famiglia nel racconto dell'infanzia nella campagna di Agrigento. Le giornate estive sono popolate da una selva di ospiti, parenti, famigli intenti a conversare, occuparsi dei campi o cucinare prelibatezze semplici ma gustose
Le ricette raccolte alla fine del libro sono ottime e per me che sono agrigentina, un piacevole rispecchiamento.
 
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aleguc | 1 altra recensione | Jul 23, 2011 |
Un romanzo a tesi con troppi personaggi stereotipati che non spiega nulla dei meccanismi psicologici e legali che possono condurre a situazioni simili a quella descritta.
I personaggi "cattivi" si muovono mossi da invidia sociale o desiderio di rivalsa, mentre i "buoni", i nobili, non si lasciano corrompere dalla cattiveria che li vorrebbe annichilire. Il racconto risulta davvero irritante quando insiste sulle non-motivazioni di chi vorrebbe distruggere la famigliola felice. Il colpo di scena finale è appicicaticcio.½
 
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aleguc | 4 altre recensioni | Dec 5, 2010 |
Una famiglia borghese è percorsa da tensioni sotterranee e violente. L'arrivo di un estraneo porta alla luce il peccato originale. Paradossalmente, la rivelazione rafforza i rapporti familiari invece i distruggerli, come sarebbe stato fin troppo facile prevedere.
Deboli i personaggi di contorno (Dante, Irina e Dana), d'altronde necessari al meccanismo narrativo, e il subplot di mademoiselle e della madre d Dante.
Le passioni di Tito sono descritte minuziosamente e con dovizia di particolari, senza mai risultre troppo tecniche o noiose.
Belle le descrizioni, soprattutto dei giardini, e splendido il capitolo sulle Maccalube.
Un romanzo nel complesso ben scritto, un intrigo abbastanza avvincente, anche se non del tutto imprevedibile, una lettura sicuramente gradevole.
 
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aleguc | 5 altre recensioni | Jun 27, 2010 |
E' un bel libro, scorrevole e interessante
 
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giuliamarangi | 21 altre recensioni | Mar 5, 2010 |
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