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Sull'Autore

Joshua Cohen is the author of Book of Numbers which has been shortlisted for the 2015 Bad S-x in Fiction Award. (Bowker Author Biography)

Opere di Joshua Cohen

Opere correlate

La ‰cittadina dove il tempo si è fermato (1974) — Introduzione, alcune edizioni391 copie
Granta 139: Best of Young American Novelists (2017) — Collaboratore — 71 copie
Jewish Jocks: An Unorthodox Hall of Fame (2012) — Collaboratore — 54 copie
Granta 143: After the Fact (2018) — Collaboratore — 43 copie
Text: Ur (2007) — Collaboratore — 14 copie

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Cohen è indubbiamente maturato bene

A giudicare dalle recensioni in rete, il fatto che con questo libro Joshua Cohen ha vinto il Pulitzer 2022 ha fatto rosicare tanta gente. Non c'è dubbio, è un testo politicamente molto pesante e decisamente schierato. Sì, come spiegato nel capitolo finale il libro è liberamente (molto liberamente, mi sa...) ispirato a un aneddoto che Harold Bloom raccontò a Cohen poco tempo prima di morire. Sì, la famiglia Netanyahu non ci fa certo una bella figura: non tanto Bibi quanto padre madre e fratello maggiore, l'eroe ucciso a Entebbe. Ma la storia reggerebbe anche se la famiglia in questione si fosse chiamata chessò Friedman. Come sempre, Cohen mette tanta, tanta roba nel suo libro, dalle scenette di una famiglia ebrea anche se non molto osservante ai discorsi politici sulla diaspora e la nascita dello stato di Israele visti dall'estrema destra, dalla vita nel 1950 in una cittadina universitaria di Upstate New York ai primi segni del consumismo che sarebbe arrivato. Rispetto alle sue opere precedenti però il testo scorre molto più omogeneo, e il lettore non fa fatica a passare dalle risate amare sul direttore di dipartimento ai tentativi della figlia Judy di convincere i genitori a farle rifare il naso. Io mi sono divertito a leggerlo, nella come al solito ottima traduzione di Claudia Durastanti, e ho imparato un po' di cose nuove, che in un'opera di narrativa non è certo scontato.… (altro)
 
Segnalato
.mau. | 20 altre recensioni | Oct 4, 2023 |
Un Cohen ancora un po' acerbo

Questi quattro racconti lunghi scritti da Joshua Cohen qualche anno prima del successo del Libro dei Numeri sono piuttosto difficili da classificare. In un certo senso, tranne in parte l'ultimo, sono tutti centrati su di lui, o meglio su uno scrittore che sta facendo introspezione su ciò che è e ciò che vorrebbe fare. Il guaio è che Cohen è un funambolo con le parole (e la povera Claudia Durastanti ha dovuto fare un lavoraccio per renderlo così bene in italiano): il povero lettore si perde nelle divagazioni, e quando la trama ritorna brutalmente al punto di partenza uno si ritrova davvero spaesato. Tra i quattro racconti (o forse sono cinque, perché non ho mica capito quale sia il filo conduttore tra "Il letto" e "Com/Moc", o meglio quello che ho visto è molto esile) quello che mi è piaciuto di più è "Quartiere universitario", dove il narratore racconta di come qualche decennio prima uno scrittore che aveva pubblicato un bestseller ma non riusciva a scrivere un seguito passò un anno sabbatico a insegnare letteratura nell'università spersa in mezzo al nulla. In realtà il progetto di quell'anno fu tutta un'altra cosa: ma andando avanti nella lettura si scopre come il professore fosse davvero capace di leggere dentro le altre persone, e far tirare loro fuori la vera vocazione. Il libro merita anche solo per questo racconto.… (altro)
 
Segnalato
.mau. | 3 altre recensioni | May 17, 2023 |
L'autore Joshua Cohen parla di uno scrittore fallito Joshua Cohen che viene ingaggiato da Joshua Cohen, capo della Tetration.com (un Google appena mascherato) che vuole scriversi un'autobiografia. Come potete immaginare, il libro è abbastanza complicato già così. Aggiungiamo il fatto che nella parte centrale Cohen racconta in pratica a Cohen la storia dei quarant'anni dell'informatica, e che il titolo occhieggia davvero il biblico Libro dei Numeri, con i quarant'anni di peregrinazione nel deserto - se andate a vedere i nomi dei personaggi, tutto torna. Insomma, qui dentro c'è davvero tanta roba, anche senza considerare il testo spesso sperimentale (per la gioia della povera Claudia Durastanti che l'ha tradotto) e la quantità di nozioni che sono state infilate (mi è spuntata una lacrimuccia quando ho letto "Fravia", non pensavo che qualcuno se ne ricordasse ancora). L'unico problema del libro secondo me è che è appunto "troppo". È un po' come Infinite Jest di DFW: troverete gente che ne tesse le lodi, e altri che l'hanno abbandonato dopo un po' perché è impossibile seguirlo. Scegliete voi da che parte stare.… (altro)
 
Segnalato
.mau. | 7 altre recensioni | May 13, 2020 |

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