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Recensioni

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Sia benedetta Sylvia Beach, che con una piccola libreria indipendente ha pubblicato il libro che ha caratterizzato la storia del novecento, l’Ulisse; sia benedetto James Joyce che l’ha scritto; e sia benedetta anche la casa editrice Neri Pozza che ha pubblicato il diario della Beach. Parigi, la prima guerra mondiale è terminata da poco; una giovane ragazzina americana che sogna di aprire una libreria francese a New York ne apre una anglofona a Parigi; aiutata da Adrienne Monnier, proprietaria di un’altra libreria. La libreria inizia in sordina, ma con il tempo si trasforma nel crocevia della vita culturale della capitale francese, da Ezra Pound a Ernest Hemingway, da Paul Valery a Gidé, Shakespeare and Company si trasforma da oggetto in soggetto; ma la svolta è il rapporto che con il tempo si instaura tra la Beach e Joyce, l’autore irlandese, in forti difficoltà economiche, sta lavorando all’Ulisse, non riesce a concluderlo, ma intanto nessuno se la sente di pubblicarlo. Lo fa una giovane libraia sbarazzina e caparbia che così entra nella storia; e sullo sfondo Parigi, i miasmi dei totalitarismi, l’occupazione nazista, la chiusura della libreria e un sogno che, intanto, si è trasformato in realtà. Un libro fondamentale per comprendere la storia contemporanea da un angolo visuale diverso.
 
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grandeghi | 11 altre recensioni | Mar 3, 2019 |
Ecco la prova che non è sufficiente trascorrere la vita in mezzo a pezzi da novanta della cultura per diventare anche solo un poco come loro. Sylvia Beach ha avuto un ruolo fondamentale nella pubblicazione dell'"Ulysses" di Joyce e di questo bisogna esserle grati, ma la storia della sua libreria americana a Parigi e del fantastico mondo che vi faceva capo è raccontata col tono di una patronessa del Lions Club, che non va oltre l'aggettivo "interessante" e scodella aneddotini e storielle di una banalità disarmante e di interesse veramente irrisorio.½
 
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winckelmann | 11 altre recensioni | Oct 24, 2018 |
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