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Ernst Baltrusch

Autore di Sparta

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Informazioni generali

Data di nascita
1956-01-11
Nazionalità
Germania
Luogo di nascita
Bad Essen, Germania

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«Ad eccezione di Roma, nessuna città del mondo antico ha suscitato un interesse più vivo nelle epoche successive, nessuna è stata idolatrata con maggior ardore, nessuna rifiutata con maggiore asprezza di Sparta.» Per il singolare ordinamento della sua società, e per la posizione di egemonia nell’antica Grecia, Sparta ha sempre suscitato un grande interesse. Questo saggio, sintetico, chiaro e ben strutturato, racconta a grandi linee la storia di Sparta dalle oscure origini all’apice della potenza, all’emergere dei primi segni di crisi, all’incapacità di rinnovarsi, fino alla decadenza definitiva, e descrive le istituzioni, la struttura della società, la vita degli uomini e delle donne, le basi economiche, la religione, la cultura.
Cosa resta oggi di tutto ciò? Della città, poche rovine; della potenza militare e politica, nulla; alla straordinaria fioritura culturale dell’antica Grecia Sparta contribuì in modo insignificante. Dopo una fase di solidità e stabilità, gli impegni militari divennero eccessivi per le forze della città; nella società spartana comparvero squilibri e storture crescenti a cui non si riuscì a rimediare; altre potenze concorrenti emersero; tutto questo portò alla decadenza e alla fine, ma ciò non è diverso dalla sorte di tante altre civiltà umane. Quello che invece resta di Sparta è il modello di società, il suo “mito” formatosi già nell’antichità, forse il primo esempio di stato totalitario, e considerarlo significa ancora oggi confrontarsi con il problema del rapporto tra singolo e stato, tra libertà individuale e sottomissione al potere politico. Nel modello spartano l’individuo (di qualunque classe, sia lo spartiate sia l’ilota) era completamente subordinato allo stato, inquadrato in un sistema più grande di lui senza possibilità di scelta; Sparta quindi si poneva a un estremo delle possibili situazioni ed è questo, mi pare, che insieme ai suoi successi militari l’ha resa un modello, apprezzato o rigettato a seconda dei casi. Io nel modello spartano non trovo nulla di attraente, per la sua estrema compressione del singolo, per il suo militarismo, per lo sfruttamento schiavistico dei subordinati. Ma quello dell’equilibrio tra gli spazi e le ragioni del singolo e quelli della società o dello stato mi pare che resti uno di quei problemi della condizione umana che hanno trovato innumerevoli risposte e che non hanno mai avuto, e probabilmente non possono avere, una soluzione definitiva.
… (altro)
½
 
Segnalato
Oct326 | 2 altre recensioni | Aug 20, 2017 |
Ottima sintesi. Molto chiara
 
Segnalato
zinf | 2 altre recensioni | Jun 23, 2008 |

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