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Libro che mi è capitato sotto gli occhi assolutamente per caso (l'ha comprato mio fratello), che naturalmente colpisce subito per copertina e titolo.

Sono riprodotte un centinaio circa di fotografie e cartoline dagli anni '70 dell'800 fino alla più recente, del 1961, con scene di linciaggio avvenute prevalentemente nel sud degli Stati Uniti, e nella stragrande maggioranza dei casi contro persone di colore. Per molte delle immagini è stato possibile identificare la vittima e l'episodio, che viene succintamente riferito in appendice.

A fornire numeri, contesto e informazioni ci pensa l'introduzione. Le esecuzioni pubbliche volutamente cruente e crudeli, e la partecipazione entusiastica della folla, sono ben più antiche, nel vecchio e nuovo mondo, così come i linciaggi e la giustizia sommaria erano abbastanza comuni nel Far West: fatto sta che in questo periodo nel sud diventarono quasi la "normalità". Il fenomeno conobbe il suo picco tra la fine dell'800 e gli anni 30 del '900, cioè interessò una generazione di neri nata dopo l'abolizione della schiavitù e quindi, secondo l'opinione comune, meno "disciplinata" e "rispettosa", e potenzialmente più "pericolosa". In gran parte dei casi si veniva linciati in base ad accuse e "crimini" assolutamente triviali: anche se il "mito" dell'uomo nero dagli appetiti "bestiali" che assalta e stupra le donne bianche fornì spesso il pretesto e la giustificazione fittizia per i linciaggi, la realtà fu che spesso ciò per cui si veniva accusati e linciati erano atteggiamenti che venivano percepiti come "arroganza", "mancanza di rispetto", "troublesomeness", ovvero, in parole poche, mancata accettazione della supremazia bianca; anche neri che riuscivano a raggiungere una certa posizione di successo e prosperità economica erano a rischio. Ma non furono pochi quelli che furono impiccati o bruciati solo perché erano neri e si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Colpisce l'assoluto senso di impunità e la sicurezza di essere nel giusto e l'assoluta pubblicità con cui avvenivano i linciaggi (in tante foto sono ritratti anche gli uccisori e gli spettatori, tranquilli, nessuno cerca di nascondersi alla macchina fotografica), cui partecipava non la feccia più primitiva e ignorante della società, ma spesso la parte più "rispettabile" della comunità. I giornali ne davano resoconti come se si trattasse di notizie qualunque (addirittura li annunciavano in anticipo per permettere al pubblico di partecipare).

I linciaggi servivano anche da "esempio" per l'intera comunità nera del luogo (da cui la relativa poca importanza che la vittima fosse o meno colpevole di ciò di cui veniva accusata); ma avevano anche una sorta di funzione "catartica" per la popolazione bianca del luogo: si legge ad esempio nell'introduzione di testimonianze di persone intervistate secondo cui, in periodi in cui linciaggi andavano man mano diminuendo, quelli che si verificavano accadevano perché "era ormai tempo" di farne qualcuno.

Insomma, una "routine" comunemente accettata, nel sud, e anzi tetragona a critiche e reazioni orripilate (che pure vi furono anche all'epoca, ovviamente).

Forse comunque colpisce ancora di più perché a testimoniarla non sono antiche incisioni o stampe di supplizi avvenuti secoli e secoli fa, ma un mezzo "moderno" come la fotografia, che ce le fa sentire veramente "contemporanee". Tra l'altro queste fotografie sono spesso opera di professionisti: venivano infatti addirittura realizzate e vendute cartoline di "ricordo" dell'evento.
… (altro)
 
Segnalato
Moloch | 8 altre recensioni | Jan 5, 2016 |

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