Uno dei classici del movimento contro la globalizzazione dell'economia, scritto dalla famosa attivista canadese Naomi Klein.
Un libro che TUTTI dovrebbero leggere e diffondere. ( )

un saggio che si legge come un romanzo. Divulga i meccanismi dello sfruttamento globale del capitale delle multinazionali, svelando anche il terribile fascino del brand, ed il feroce mondo reale che sta dietro la rappresentazione di un seducente mondo virtuale. ( )

Ho preso questo libro per capire le ragioni fondamentali del movimento no global, poiché No Logo viene definito la loro bibbia.

La prima parte del libro è una parte introduttiva sul branding che viene sempre più usato e come ogni momento della nostra giornata è sempre più circondato da messaggi pubblicitari. La parte che mi ha colpito di più è il capitolo "il branding della istruzione" dove Naomi Klein spiega in dettaglio come le grandi aziende sono riuscite ad entrare nelle scuole; in alcune addirittura ci sono dei monitor nelle classi che per un certo numero di minuti al giorno trasmettono pubblicità (durante le lezioni) senza che si possa spegnere l'apparecchio o ridurre il volume.

La parte centrale del libro (la più corposa) si occupa poi di come queste aziende poi si sono liberate della incombenza di dover gestire la forza lavoro, delegando a terzi tutto quanto. Nel capitolo "la fabbrica rinnegata" viene spiegato molto bene come viene sfruttata la forza lavoro del terzo mondo per assemblare i prodotti che a noi occidentali piacciono tanto. Questa forza lavoro è talmente sfruttata che non riescono nemmeno a sopravvivere con lo stipendio che prendono e ciò che producono viene venduto nei nostri negozi anche con un ricarico del 5.000% (si, 50 volte tanto).

La parte finale del libro spiega poi la nascita del movimento "no-logo" e le attività svolte. Attività di sensibilizzazione del pubblico e nelle scuole, attacci alle aziende più "in" e più sfruttatrici (Nike, Shell, McDonalds).

Il libro contiene anche un epilogo scritto dalla autrice dopo l'attacco alle torri gemelle e lei stessa spiega che il clima è cambiato e le attività no-global da molti americani sono visti come anti-patriottici rendendo la cosa più difficile.

Il libro è senza dubbio interessante, però è stato scritto alla fine degli anni 90; quindi sarebbe utile scoprire quanti e quali effetti ha ottenuto il movimento in questi otto-nove anni. ( )

Un libro che fa capire da dove vengono i prodotti che consumiamo, quanto dolore e sfruttamento proviene da un hamburger o da un paio di scarpe sportive. Anche se le tesi dell'autrice sono di parte, non si può dire che non abbia fatto un'analisi molto accurata della nostra attuale società dei consumi. ( )