Un romanzo potente sulla forza dell’amore, sulla capacità di questo sentimento di portare l’uomo alla follia. David è un adolescente cresciuto in una famiglia borghese, il padre è un avvocato di sinistra e la madre una donna impegnata. L’amore per Jade è assoluto e la famiglia della ragazza, predicatrice dell’amore libero al tempo degli hippy, ragione di gioia. Il dramma inizia quando i genitori di Jade si oppongono alla relazione, vedendo nella coppia un rapporto morboso. La reazione di David non si fa attendere, dà fuoco alla casa di Jade rischiando di uccidere cinque persone. Il breve processo si conclude con una condanna, scontata, al ricovero forzato in un ospedale psichiatrico. Una volta scontata la pena David ottiene la libertà vigilata, non può avvicinarsi alla famiglia di Jade né alla ragazza, ma il richiamo dell’amore è più forte. E così David incontra la madre di Jade, Ann, scatenando la furia del padre che inseguendolo viene investito da un’auto e muore. Ma il funerale diventa l’occasione per rincontrare Jade e provare a ritessere le fila di una grande amore. La passione del ragazzo, l’amore assoluto, sembrano prevalere sulle cose della vita, ma alla fine David viene fermato e condannato per aver violato le norme sulle libertà vigilata. Dapprima torna a Rockville, il costoso ospedale psichiatrico dove aveva scontato la prima volta la pena e poi, morto il padre e persa l’assistenza finanziaria del nonno, è costretto a ricoverarsi presso una struttura psichiatrica federale. Intanto David viene a sapere che Jade si è sposata, che tutto è finito, ma lui continua a vivere esclusivamente in funzione del suo amore. Che, come dice il titolo del libro, è un amore senza fine. Un romanzo molto importante, di grande densità narrativa, una riflessione sulla forza dei sentimenti e sulla solitudine. Con un messaggio di speranza nelle ultime pagine del libro: “Le uniche cose che non rimpiango sono quelle che non ho fatto. Alla fin fine è solo questo che lamentiamo. I sentieri che non abbiamo percorso. Le persone che non abbiamo toccato”. ( )