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Sto caricando le informazioni... Paradiso: Third Book of the Divine Comedy (A New Verse Translation) (Illustrated) (edizione 1986)di Dante Alighieri, Allen Mandelbaum (Traduttore)
Informazioni sull'operaDivina Commedia - Paradiso di Dante Alighieri (Author)
Truly old classics (17) Books Read in 2015 (1,962) » 12 altro Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Una sfida impossibile: raccontare l’ineffabile, far vedere l’inconcepibile. Appoggiato su una robusta struttura teologica - ma allo stesso tempo superandola perché da sola non basta a sondare il mistero – Dante riesce a vincerla e qua e là se ne vanta (malgrado conosca i propri punti deboli, il poeta non sempre riesce a frenare il proprio ego…). Non tutto funziona, certamente non è una passeggiata, ma il lettore che ha la forza di superare la traumatica dissertazione sulle macchie solari del secondo canto può godersi un viaggio nell’infinito - e oltre – in un’esperienza cui è difficile trovare un paragone. La raffigurazione fantastica dei vari cieli e dell’empireo raggiunge punte di straordinaria altezza: il contrasto con le questioni dottrinali rende questi momenti ancor più vividi e compensa l’apparente pedanteria degli altri. Una pedanteria che appare evidente a noi: quando il poema fu scritto, si trattava di argomenti ampiamente dibattuti e sentiti e perciò aprono ampi squarci su quel modo di pensare ed anche di vivere. Pallini da amanti della storia a parte, va anche ammesso che non sempre riesce a Dante di far poesia partendo dalla dialettica: qualche pagina poco riuscita non inficia però la magnificenza dell’insieme. Ma in fondo, è una sfida impossibile pure cercare di parlarne in poche righe: un libro che si inizia con l’idea di prendere una mattonata e che, non appena chiuso, fa venir voglia di ricominciare. Per coglierne meglio le mille sfumatura, certo, ma anche perchè iniziarne un altro è un brusco ritorno sulla terra: parafrasando Orson Welles, essendo arrivati sulla cima, si può solo scendere. ( ) Il Paradiso Nella terza cantica Dante è all'ultima fase del suo viaggio ultraterreno. Guidato non più da Virgilio ma da Beatrice, attraversa il Paradiso, cioè il luogo di beatitudine eterna per le anime giuste, sede di Dio e degli angeli. Ma il Paradiso per Dante non è solo un luogo: è anche l'insieme degli angeli e dei beati, è la stessa beatitudine celeste, stato di felicità, di completezza, di perfezione spirituale determinato dalla visione di Dio. Dunque l'allegoria del viaggio funziona qui solo in parte; la stessa struttura topografica del Paradiso è meno rigida e, in definitiva, meno importante di quella di Inferno e Purgatorio. Più che raccontare uno spostamento, Dante descrive piuttosto una serie di diversi scenari che appaiono nei nove cieli, un susseguirsi di visioni. Ecco dunque la poetica della luce attraversare tutta la cantica: luce come testimonianza di Dio, come sua emanazione (recepita più o meno fortemente secondo la vicinanza all'Empireo). Le figurazioni luminose, spesso simboliche, che Dante descrive fanno parte della tradizione artistica medievale e del pensiero mistico, per il quale la visione estatica è la più alta forma di conoscenza. Oltre che sull'apparizione di luci, la visione, imparentata per modi e forme col sogno, è basata sulla metamorfosi delle immagini. Così Dante, nelle visioni che rappresenta, mostra fiumi che diventano laghi, faville che diventano angeli, fiori che si trasformano in beati. Nel Paradiso Dante ha voluto rappresentare Dio, cioè qualcosa di non pensabile razionalmente, di non raccontabile. E si è affidato alle armi letterarie dei mistici, alla letteratura dell'ineffabile, dell'indicibile, sforzando al massimo le possibilità della mente di avere sensazioni. In questo ha dato vita alla sua cantica più ambiziosa, forse anche la più ardua, senz'altro il modello insuperato per ogni scrittura che voglia mostrare ciò che le parole non possono dire. Bandella bio-bibliografica Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265. Dopo gli studi umanistici a Firenze e Bologna prese parte alla vita politica della Repubblica, giungendo a ricoprire nel 1300 la carica di Priore. Ma l'anno seguente, mentre era a Roma come ambasciatore presso il papa, i suoi nemici fiorentini lo fecero condannare alla confisca dei beni e all'esilio perpetuo. Cominciò così la lunga serie di peregrinazioni e soggiorni nelle corti d'Italia, conclusasi soltanto nel 1318 a Ravenna, la città in cui decise di stabilirsi definitivamente con la sua famiglia, morendovi nel 1321. Oltre alla Divina commedia (1314 Inferno, 1315 Purgatorio, 1321 Paradiso) Dante compose la Vita nova (1294), diverse Rime (1298), i trattati De vulgari eloquentia (1307) e Convivio (1307), una serie di Epistole (1316), la Monarchia (1318), le Ecloghe a Giovanni del Virgilio (1319) e la Questio de acqua et terra (1329).
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In Paradise, having plunged to the uttermost depths of Hell and climbed the Mount of Purgatory, Dante ascends to Heaven, continuing his soul's search for God, guided by his beloved Beatrice. As he progresses through the spheres of Paradise he grows in understanding, until he finally experiences divine love in the radiant presence of the deity. Examining eternal questions of faith, desire and enlightenment, Dante exercised all his learning and wit, wrath and tenderness in his creation of one of the greatest of all Christian allegories. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)851.1Literature Italian and related languages Italian poetry Early Italian; Age of Dante –1375Classificazione LCVotoMedia:
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